Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Pino Aprile alla Grancia visto da Emilio Caserta

Posted by on Ago 25, 2019

Pino Aprile alla Grancia visto da Emilio Caserta

Oltre 300 persone al parco della Grancía, stamattina ad ascoltare Pino Aprile (e gli altri 299), avviando un chiaro progetto politico meridionalista, al fine del raggiungimento dell’equità da Nord a Sud o della Secessione (che saranno loro al Nord ad averla voluta, e non noi). Interventi di tutti i tipi…
Oggi forse più che il lancio di un partito, avrebbe potuto sembrare una seduta del Parlamento delle due Sicilie (un insieme di associazioni culturali e politiche che osservano e agiscono di conseguenza, per altro una struttura già esistente), di cui faccio orgogliosamente parte; ma questa è un’altra storia. Serviva che parlassero tutti? Forse si, forse No.

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Il Sud di Pino Aprile di Fiorentino Bevilacqua

Posted by on Ago 18, 2019

Il Sud di Pino Aprile                di Fiorentino Bevilacqua

L’iniziativa di Pino Aprile, di far partire un’Azione politica meridionale, non è che l’ultima di una lunga serie1 .

Penso che la prima sia stata la pubblicazione di Terroni, libro che ha fatto uscire dall’ambito geografico e culturale “locale”, la questione del Sud maltrattato e vittima necessaria (e perciò predestinata) della cosiddetta Unità.

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CARMINE SOMMA DIFENDE PINO APRILE PER DIFENDERE L’IDENTITA’

Posted by on Giu 4, 2019

CARMINE SOMMA DIFENDE PINO APRILE PER DIFENDERE L’IDENTITA’

Pubblichiamo di seguito una risposta di Carmine Somma ad un articolo denigratorio su Pino Aprile preceduto dal link. Da un po di tempo c’è un risveglio dei giacobin-risorgimentali molto energico che ci fa molto piacere, sono scesi dalla torre di avorio per venire nel nostro sottobosco, chissà se la teoria di Ghandi si applicherà alla nostra storia!!!

Carmine Di Somma Giugno 3, 2019 9:33 pm

L’Europa sta all’Italia , come l’Italia Sabauda sta al Regno delle Due Sicilie . Lo ha detto Giulio Tremonti che non mi pare sia borbonico . Un illustre studioso come Salvo Di Matteo , nemmeno lui di simpatie borboniche, ha affermato in un suo bellissimo lavoro letterario che l’unificazione italiana è stato un processo allogeno, egemonico, militare . Lo stesso prof. EUGENIO Di Rienzo, ha chiaramente affermato che se il Borbone si fosse staccato dal tradizionalismo cattolico, dal mercantismo e protezionismo statalista , e si fosse gettato tra le braccia di lord Palmerstone o del carbonaro Luigi Napoleone, probabilmente Napoli sarebbe ancora oggi capitale . Quanto alla storia is di Fenestrelle, il prof. Alessandro Barbero , ottimo storico, ha tirato fuori dall’archivio di stato di Torino 265 unità archivistiche su 2265 , unità sprovviste di documenti di corredo ( cioè a casaccio ) . Questa ricerca è venuta fuori solo come risposta alla crescente vigoria della narrazione filoborbonica , secondo cui i soldati del disciolto esercito napoletano , siamo stati sterminati nei campi di rieducazione militari e nell’universo concentrazionario che venne allestito al nord , per contenere quegli umili della bassa forza del Regno di Napoli . Una cosa è certa : se gli alti ufficiali borbonici avessero avuto lo stesso coraggio ed amore patrio di quei ragazzi finiti nei campi di concentramento del nord , i cosiddetti garibaldini , non sarebbero nemmeno partiti . Al di là delle fantasie storiche dell’una e dell’altra parte, basterebbe solo leggere integralmente i carteggi di Cavour, come ha tentato di fare il prof. Roberto Martucci , per capire come andarono le cose . Basterebbe leggere ciò che Massimo D’Azeglio scrisse al senatore Matteucci nel luglio del 1861, quando a sud del Tronto si versavano fiumi di sangue di contadini e popolani per mano dei liberatori scesi dal nord . Era un sangue da versare sull’altare della Rivoluzione liberale . Mi taccio . Vergognatevi .

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Pino Aprile risponde alla nostra domanda sulle carte del brigantaggio

Posted by on Feb 8, 2019

Pino Aprile risponde alla nostra domanda  sulle carte del brigantaggio

Caro Errico,

naturalmente, condivido perfettamente la proposta e qualsiasi altra iniziativa possa rendere facilmente e totalmente consultabili i documenti, di qualsiasi tipo, in grado di far luce (quella possibile) sulla nostra storia. L’idea che gli italiani siano un popolo bambino, incapace di tollerare la verità, perché immaturi e potrebbero farsi male, è un’idea utile solo a chi vuol continuare a trattarli da bambini, per meglio coltivare i propri affari. Al contrario, questa continua negazione di verità e consapevolezza porta prima alla delusione, poi al disinteresse, distruggendo le ragioni della convivenza (e si vede…).

Sciascia diceva che siamo un Paese senza verità; e questo vale per tutte le vicende fondanti della nostra storia, il che vuol dire pretendere di fondare la nostra identità su una serie di menzogne e versioni ammaestrate: vale per il Risorgimento, per le nostre avventure coloniali, per Portella delle Ginestre, per la strategia della tensione, per gli anni di piombo e il delitto Moro, per la P2 e le connessioni fra stato e antistato mafioso e massonico (fra cui cominciano persino a cadere le distinzioni).

Negli archivi concepiti come carcere per la verità è imprigionata la nostra maturità democratica. Apparentemente, tutto è a portata di mano; nei fatti tutto è difficile, contorto, lontano, dispendioso. La Germania è risalita dal suo inferno nazista scarnificandosi dinanzi al mondo intero; negli Stati Uniti, con il Freedom of Information Act, i segreti più segreti vengono divulgati, dall’omicidio Kennedy al Viet Nam. Mentre noi discutiamo di come rendere davvero e agevolmente accessibili documenti di un secolo e mezzo fa.

Quindi, ben vengano tutte le proposte che portano luce nei sotterranei bui della nostra memoria. Possiamo crescere e davvero unirci, solo sapendo. E discutendone, sapendo.

A presto

Pino

DOMANDA PER PINO APRILE

Io penso che lei abbia conseguito col successo del suo libro un notevole peso contrattuale rispetto ai media, mi permetto di suggerire una richiesta che dovrebbe inoltrare in tutti gli incontro che va facendo in Italia:

Il passaggio di tutte le carte del brigantaggio dall’USSME all’archivio di stato e la loro pubblicazione online con relativi codici di decrittazione se necessario per i dispacci militari.

Io personalmente sono rimasto molto colpito da queste parole

L’ultima delusione, poi, ci è data dall’Ufficio storico del Corpo di Stato maggiore; il quale pure aveva destato nel pubblico italiano la speranza della storia. Invece è riuscito un maggiore inganno, perché le sue narrazioni, assumendo per documenti quanto nel tempo si è scritto di adulterato o di addirittura inventato, dimostrano che anche esso ha il fine di consolidare come storia il doppio uragano di glorificazioni al Nord e denigrazioni al Sud, doppio uragano che col pretesto politico non è che sfruttamento economico.

https://www.eleaml.org/sud/stampa2s/razzano_settembrini_2010.html

e se penso che queste parole risalgono a circa 70 anni prima degli articoli sul Calendario del Popolo e su Storia illustrata e della conseguente interrogazione di Angelo Manna c’è da restare allibiti.

Il fascismo prima la Italia resistenziale poi hanno proseguito nella opera di occultamento della verità iniziata dai cosiddetti padri della patria – padani e meridionali.

La ringrazio della risposta,

Mino Errico

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