Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

L’ORIGINE DEL MALE

Posted by on Gen 14, 2020

L’ORIGINE DEL MALE

684 crani di meridionali, 27 resti scheletrici umani, 183 cervelli, migliaia di fotografie di criminali, folli e prostitute, folcloristici abiti da “briganti” esposti in bella mostra nelle nove sale del museo, sono solo una parte del triste inventario del “Museo della vergogna”, una galleria degli orrori progettata da un medico veronese, Cesare Lombroso, al quale Torino e lo Stato Italiano hanno tributato, nel 2011, in occasione dei 150 anni dall’unità d’Italia, anche l’onore di un museo.

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LOMBROSO, IL MUSEO ITALIANO DEGLI ORRORI SUL NOSTRO POPOLO

Posted by on Set 6, 2019

LOMBROSO, IL MUSEO ITALIANO DEGLI ORRORI SUL NOSTRO POPOLO

La Suprema Corte ha sentenziato che l’origine del razzismo contro il meridionale, la teoria lombrosiana e il teschio del brigante Villella resteranno nel museo della vergogna.

Sono finite mestamente , intrise nella rabbia e nella malinconia, le speranze di veder restituito, il cranio del brigante calabrese Giuseppe Villella, al comune di Motta Santa Lucia, da sempre supportato dal Comitato No Lombroso. Battaglia portata coraggiosamente avanti affinché si fosse potuta dare degna sepoltura ,che restituisse un briciolo di dignità, ad un nostro conterraneo al quale , menti poco pensanti e ancor meno umane , hanno macabramente sostituito col suo teschio, un fermacarte , nel museo degli orrori:

684 crani di meridionali, 27 resti scheletrici umani, 183 cervelli, migliaia di fotografie di criminali, folli e prostitute, folcloristici abiti da “briganti” esposti in bella mostra nelle nove sale del museo, sono solo una parte del triste inventario del “Museo della vergogna”, una galleria degli orrori progettata da un medico veronese, Cesare Lombroso, al quale Torino e lo Stato Italiano hanno tributato, nel 2011, in occasione dei 150 anni dall’unità d’Italia, anche l’onore di un Museo.
Vi chiederete: ma un Museo è un luogo della storia perché allora opporsi a quello lombrosiano?
Perché con la legittimazione dello Stato e, dopo il 18 agosto con la definitiva sentenza, a quest’aberrante teoria, c’è racchiusa la motivazione dell’imperitura “Questione Meridionale”. 
Analizzando uno dei suoi tanti “ trofei “di guerra, quale appunto il teschio del brigante calabrese Villella, il veronese Lombroso trasse una sua folle teoria : chi possedeva la fossetta occipitale interna , così come aveva riscontrato nel povero Brigante, era un essere inferiore alla stregua di un animale e con forte predisposizione a delinquere. Caratteristica riscontrata frequentemente, per lo scienziato, nelle “genti del Sud” 
Le sue teorie razziste divennero molto pericolose quando vennero utilizzate e poste al servizio di uno Stato Italiano che del Sud non conosceva nulla e servirono a sostenere e a giustificare “scientificamente” ed ignobilmente la violenza della criminale Legge Pica, atta e reprimere il fenomeno del brigantaggio. Fu supportato, in questo da vili traditori della nostra Terra, dai cosiddetti “antropologi positivisti”, tra i quali : Niceforo Alfredo , Giuseppe Sergi, siciliani e Pasquale Rossi, cosentino , che uniti alle teorie del capostipite saranno alla radice di un pregiudizio fortemente antimeridionale. Pregiudizio che negli anni, dall’Unità d’Italia in poi, strumentalmente, ha alimentato anche l’azione di qualche movimento politico e di tante politiche governative contro la nostra Terra tradita, in più, anche da politici autoctoni svenduti e senza amore . Teorie che influenzarono la consuetudine, negli Stati Uniti , agli inizi del Novecento, di distinguere i milioni di emigrati (quasi tutti dal Sud) in “razze”, tant’è vero che a Ellis Island, l’isola dove sbarcavano gli emigrati, si divisero gli italiani del nord in “bianchi” mentre gli italiani del sud in ”Bianchi scuri”di razza inferiore. Ed ancora, delle loro raccapriccianti teorie se ne servirono altri popoli per “giustificare” l’olocausto e le leggi razziali durante il Terzo Reich teorizzando appunto l’inferiorità della razza. 
Non faccia meraviglia, quindi, la “levata di scudi” di tante persone, del Sud o di altre latitudini, nel chiederne la chiusura non per obliare la Storia ma perché dedicare un museo a Lombroso è come dedicare un campo di concentramento alla memoria di Josef Mengele. E così come alcune leggi del Medioevo sancivano che se due persone fossero state sospettate di un reato, delle due si sarebbe dovuta considerare colpevole la più deforme, Lombroso volle convincere che la costituzione fisica sia la più potente causa di criminalità.

Quella per Villella è una battaglia simbolica. Lui, semplice bracciante con un passato di ladro di ricotte e che, invece, la criminosa legge Pica del 1863, volle trasformare in un pericoloso brigante nemico del nuovo Stato costituito, dell’usurpatore sabaudo, fu rinchiuso, dopo un sommario processo, nel carcere di Vigevano, morì poco dopo di tifo, tosse e diarrea scorbutica.
Per l’Università “quel” teschio è un bene culturale, «la prova che la scienza procede anche per errori». Ed ha, anzi, rilanciato: “Attualmente il museo Lombroso ha 50 mila visitatori l’anno, un buon numero. Abbiamo, addirittura un progetto di espansione” 
E che ne è della violazione della normativa vigente in materia di trattamento e conservazione dei resti umani e di tutela del sentimento di pietà verso i defunti?
E che ne è della solidarietà degli altri Comuni meridionali, se la maggior parte non ha neanche aderito al Comitato NO LOMBROSO ?
Si possono continuare ad accettare teorie criminali che sostengono una inferiorità razziale dei “meridionali dolicocefali, con cranio allungato, quindi pigri, ipocondriaci, in contrapposizione ai nordici brachicefali con cranio quadrato, con più materia encefalica, quindi iperattivi ed efficienti”?
“E’ noto quale ideologia sia stata diffusa in forma capillare dai propagandisti della borghesia nelle classi settentrionali: il Mezzogiorno è la palla di piombo che impedisce i più rapidi progressi allo sviluppo civile dell’Italia; i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori, dei semibarbari o dei barbari completi, per destino naturale” così denunciava Antonio Gramsci nel 1926 e, ad oggi non è cambiato nulla e la Questione Meridionale conserva il suo substrato razzista e la sentenza nr 21407 della Corte Suprema lo dimostra e che sancisce che in questa diatriba vincono le ragioni dell’Università di Torino ( che di fatto gestisce il Museo), perché “ l’interesse scientifico deve prevalere”, nonostante le aberranti teorie lombrosiane siano state ampiamente sconfessate, illo tempore, da luminari della Scienza, riducendo Cesare Lombroso ad un losco e grottesco personaggio dalle ambizioni fallite. Ora non resta che rimetterci all’iter presso la “Corte Europea dei diritti dell’uomo”, nella speranza che almeno un senso, uno solo, di stare in questa Europa, lo diano.

Patrizia Stabile per il Roma del 5 settembre 2019
Comitato No Lombroso

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CARPINO, DALL’ESPLOSIONE DEMOGRAFICA DEL SETTE-OTTOCENTO ALLA CRISI ATTUALE

Posted by on Set 4, 2019

CARPINO, DALL’ESPLOSIONE DEMOGRAFICA DEL SETTE-OTTOCENTO ALLA CRISI ATTUALE

di Michele Eugenio Di Carlo

All’allarme lanciato da Carpino qualche tempo, attestante che la bella cittadina del Gargano, anche nel 2017, aveva una popolazione nettamente scesa sotto i 4 mila abitanti, senza gli stranieri e che, mentre i decessi superavano le nascite, l’emigrazione giovanile galoppava con un paese ridotto a «vecchi, bambini e stranieri che qui immigrano e risiedono», ora si aggiunge la notizia che l’unica edicola di giornali chiude.

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Processo a Cesare Lombroso

Posted by on Mag 22, 2019

Processo a Cesare Lombroso

LA NASCITA DELL’ITALIA BASATA SULLE CRIMINALI TEORIE LOMBROSIANE E SU UN MUSEO DEGLI ORRORI CHE “CELEBRA” LA SEDICENTE TEORIA DEL MERIDIONALE CON LA PREDISPOSIZIONE A DELINQUERE.

“Nella seconda metá dell’ottocento viene a formarsi una nuova corrente filosofica che presto trasformerá la relazione tra conosciuto e sconosciuto, tra natura e cultura, tra essere umano e ambiente naturale, e tra gli stessi individui: il positivismo inglese. Dopo circa un secolo dalla nascita delle correnti illuministiche francesi che rilanciavano il ruolo della ragione umana sopra la fede e il misticismo, l’approccio razionale al mondo circostante e la necessitá della creazione di strumenti e fondamenti validi per indagare la realtá stessa, si viene a formare un metodo, il metodo scientifico.

Lo scientismo senza limiti

Una delle caratteristiche del positivismo è appunto l’uso del nascente metodo che tuttavia era probabilmente imperfetto, o comunque non sufficiente a soddisfare le pretese dello scienziato dell’epoca. L’utilizzo bruto e “spietato”, come spiegheró piú avanti, di tecniche quantitative e l’applicazione abusiva di leggi scientifiche appartententi alle scienze naturali e fisiche sfociano nella mistificazione del metodo scientifico e spesso, in una nuova forma di fede, lo scientismo.

La scienza fisiognomica che creò le due Italie
Il bagno penale a Portoferraio Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze
Alcuni degli elementi chiave che hanno portato ad un progressivo allontanamento dalle correnti positiviste nelle scienze sociali sono: la trasformazione delle realtá individuali e sociali in meri numeri e una forte predisposizione al determinismo causata dall’eccessiva fiducia verso l’utilitá della matematica, della biologia e della statistica in campo sociologico e psicologico. Sulla grande ondata delle correnti positiviste e della commistione di scienze non ben delimitate in rispettivi campi di competenza, nascono in Italia le scienze forensi e una primordiale criminología.

Una presunta anomalia genetica

La scienza fisiognomica che creò le due Italie
Cranio lombrosiano
Cesare Lombroso, considerato fondatore di queste nuove scienze, studió medicina e fu ricercatore di anatomia patologica e fisiopatologia. Conclusi gli studi partí come volontario medico militare nei territori occupati dell’ex Regno delle due Sicilie, dopo l’annessione al Regno d’Italia. La giá feroce repressione delle regioni insorte del Sud trovó giustificazione e accomodamento negli studi di Lombroso, il quale prelevando, preparando ed analizzando teste mozzate tra la popolazione resistente, identifica nel cranio di uno dei capi della resistenza, Giuseppe Vilella, una presunta anomalia in una fossetta cranica. Questo fu considerata prova sufficiente per giungere alla considerazione che tale anomalía fosse la causa di un comportamento violento abitudinario e, soprattutto, genetico. Al forzato determinismo del caso analizzato si affiancó una spietata generalizzazione di tale elemento a tutta la popolazione meridionale, “colpevole”, secondo l’autore, di essersi mischiata con le popolazioni arabe ed africane, ereditando una fantomatica propensione all’omicidio e alla barbarie.

Nelle sue pubblicazioni sui tassi di delinquenza le prime quattro cittá che comparivano erano del Sud, i dati non erano organizzati in modo specifico e vennero inseriti tutti gli atti di resistenza civile durante un conflitto istituzionalizzato; la quinta cittá che compare è Venezia, molto probabilmente dovuto alla forte resistenza che anche in Veneto ebbe luogo, in quel caso la colpa ancestrale fu attribuita alla commistione con le popolazioni slave. Tutto ció fu piú che sufficiente per creare quella che Fromm un secolo dopo avrebbe chiamato “proceso di disumanizzazione”, ovvero l’oggetivizzazione e le azioni concrete derivanti da congetture riguardo l’inferioritá e la colpevolezza di un altro popolo, o etnia.

Le basi per le leggi razziali

La scienza fisiognomica che creò le due Italie
Dipinto che raffigura una scena di brigantaggio
Ció che accadde di lí a pochi giorni fu di terribile entitá: dalle deportazioni nei primi lager d’europa alle fucilazioni di massa ritenute necessarie da Lombroso e dai suoi seguaci ne “L’uomo delinquente” e “Gli anarchici”, alla violenza di genere accomodata, se non promossa ne “La donna criminale”, dalla distruzione dei campi al rogo di paesi e villaggi. Le sue teorie saranno le fondamenta sulle quali verranno promosse e approvate le leggi razziali fasciste e i rimedi nazisti. L’unificazione d’Italia fu probabilmente la causa principale dell’inizio delle Grandi Migrazioni italiane verso il nord Europa e le Americhe. L’eco delle teorie lombrosiane raggiunse gli Stati Uniti ancor prima dei migranti. Nei porti di New York e Boston migliaia di italiani che approdavano come lavoratori e futuri schiavi, venivano accolti in due file separate, gli italiani “bianchi” da una parte e gli italiani “neri” da un’altra.

Un museo disumano

La scienza fisiognomica che creò le due Italie
Alcuni crani presenti nel Museo di Cesare Lombroso
I crani e corpi che la macabra scienza ha sottoposto alle autopsie non fu mai restituita ai familiari fino al 2012, dove per la sentenza del tribunale di Lamezia Terme veniva imposto al Museo di Cesare Lombroso di restituire il cranio di Vilella dopo 148 anni dalla sua morte, primo martire dell’antropologia criminale e della psichiatria italiana.(ma ha poi perso in appello, n.d.r) Fin dal 2010 il comitato tecnico-scientifico “No-Lombroso”– http://www.nolombroso.org – ha promosso una petizione affinchè le teorie criminologiche di Cesare Lombroso vengano rimosse ufficialmente dai libri di testo e le commemorazioni

odonomastiche e museali a nome “Cesare Lombroso” vengano soppresse al più presto. Firma la petizione, occorre che la societá tutta rigetti e prenda ufficialmente e concretamente le distanze da teorie medievali che continuano a serpeggiare dalla lingua del razzista e si annidano nell’orecchio dello stolto.”

René Verneau

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