Dostoevskij sul Risorgimento italiano
Dostoevskij assunse la direzione della rivista conservatrice Graždanin (“Il Cittadino”),dove iniziò a pubblicare dal 1873 II Diario di uno scrittore,una serie di articoli d’attualità, tra questi anche uno sull’Italia.
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Il cavallo corsiero napolitano (coursier napolitain in francese, neapolitan courser in inglese, corcel napolitano in spagnolo) fu considerato a ragione, tra i secoli XV e XVIII, uno dei migliori al mondo per le esigenze della cavalleria militare. Bello, forte e resistente, fu esportato in grande numero dalle province napolitane verso tutti gli altri stati italiani, nonché verso la Spagna, la Francia, l’Olanda, l’Inghilterra, la Danimarca, la Germania, la Prussia, la Polonia, la Russia e l’Austria-Ungheria.
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Prima di invitarvi a leggere il bel lavoro di Dr. Ubaldo Sterlicchio sul padre della Patria Cavour vi invito a vedere un video di una giacobina napoletana che parla di camorra. Quando uno stato basa il suo essere sulla serietà, sulla moralità e sulla solidarietà allora la criminalità ha bisogno di organizzarsi per operare quando invece, in stati in cui i governanti attuano politiche ed atteggiamenti criminali, li diventa sistema. Nel Regno la criminalità aveva bisogno di organizzarsi mentre con l’Unità divenne economica per entare nella stanza dei bottoni, ancora oggi è fondamentale per l’esistenza di questo paese. Sciascia affermava “se lo stato italiano elimina la mafia vuol dire che ha decretato il suo suicidio”, ricordo che il grande siciliano non era borbonico. Concludo dicendo dopo che avrete visto il video e letto l’articolo di Sterlicchio secondo voi chi è il “camorrista”?
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tempo fa dal blog degli amici del Comitato delle Due Sicilie di Fiore Marro trovai un bellissimo articolo, a firma di Mario Montalto, che oggi pubblico dove si parla del soldato napolitano. in molti hanno già scritto sui soldati napolitani ma non sempre ho trovato un’attenzione per quelli morti durante le due grandi guerre e addirittura napoli è stata la città al mondo che ha dato più vittime. vorrei dire a tutti quelli che parlano del soldato napolitano come soldato imboscato facesse silenzio perché la storia ci dice il contrario, il più eroico il più audace e il più fedele. di seguito il bell’articolo.
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GIANNI E’ TORNATO ALLA CASA DEL PADRE
MAURIZIO ZAMBARDI VINCITORE DEL PREMIO TERRA LABORIS 2024 SEZIONE SCIENTIFICA IX EDIZIONE, LA PERGAMENA
Carmine Colonese, soldato borbonico fedele alla Patria e al suo Re di Giuseppe Gangemi
La Rivoluzione corsa (1729-1796)
Dalla ‘Notte della Taranta’ in Puglia a quella della Tammorra a Napoli: il Sud delle radici che stiamo recuperando
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