Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

L’ETA’ DELL’ORO DI FERDINANDO IV (QUARTA PARTE)

Posted by on Giu 6, 2017

L’ETA’ DELL’ORO DI FERDINANDO IV (QUARTA PARTE)

NAPOLI FRA VIENNA E PARIGI

Maria Carolina, messo fuori causa il Tanucci, diede alla cor¬te e al Consiglio di Stato quella sterzata che la madre si aspettava e, in poco tempo, allineò il Regno sulla politica dell’Austria. Nel 1779, plasmato il Consiglio secondo il suo volere, vi nominò Primo ministro John Acton, uno straordinario ufficiale di marina che ave¬va bruciato le tappe della sua carriera. Acton aveva quarantadue anni, Ferdinando ventotto, Carolina ventisette: era il più giovane terzetto che avesse mai governato un regno.

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L’ETA’ DELL’ORO DI FERDINANDO IV (TERZA PARTE)

Posted by on Giu 1, 2017

L’ETA’ DELL’ORO DI FERDINANDO IV (TERZA PARTE)

L’ECCLISSE DEL REGNO ILLUMINATO

Per la sedicenne Maria Carolina discendere dall’”Austria felix” alla felicissima Napoli fu come passare da un monastero di clausura ad un ballo mascherato. Come tutto, a cominciare dalla reggia, nel suo paese era sobrio, solenne, misurato, così a Napoli, a cominciare dalla natura, era fastoso, leggiadro, esagerato. Lo sposo, il diciassettenne Ferdinando era tenero e allegro e la corte faceva di tutto per procurare agli sposini ogni letizia.

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L’ETA DELL’ORO DI FERDINANDO IV

Posted by on Mag 24, 2017

L’ETA DELL’ORO DI FERDINANDO IV

La prima cosa che si sente dire di Ferdinando IV, successore di Carlo VIII al Regno di Napoli, è che fu incolto e grossolano. Infatti, cominciano col dire i suoi biografi, ebbe come precettore il Principe di San Nicandro, grande cavalcatore, grande schermitore, grande bevitore ma affatto versato nelle buone maniere, nelle lettere e nelle arti. Nulla si dice di Padre Francesco Cardel, dotto e pio gesuita tedesco che ne curò la formazione spirituale e intellettuale né peraltro si ricorda che l’educazione alla politica e agli affari di Stato glie la diede il toscano Bernardo Tanucci, nientepopodimeno.

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Vedi Napoli e poi muori: una città che danza su un vulcano

Posted by on Mag 4, 2017

Vedi Napoli e poi muori: una città che danza su un vulcano

     Vedi Napoli e poi muori! Quasi quanto “O sole mio”, questa frase ha fatto il giro della Terra. Almeno dopo Thomas Mann, Gustav Mahler e Luchino Visconti, nessuno ignora più che in Italia e a Venezia che la morte dà i suoi appuntamenti. A Napoli, patria dei “lazzaroni”, la vita non perde mai i suoi diritti. Napoli, la sua cartolina in un golfo chiaro sotto un vulcano, i suoi quartieri spagnoli come un dedalo di fuliggine, il suo splendore barocco, le sue facciate scrostate, decorate di panni che si asciugano al vento d’Africa, i suoi merletti di una medina o di una principessa decaduta.

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