Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

NAPOLI E L’ITALIA

Posted by on Mag 9, 2020

NAPOLI E L’ITALIA

Dietro lo pseudonimo di Estio Leucopetro si celerebbe il foggiano Tommaso Perifano (1), liberale, amico di Liborio Romano. Oltre a questo opuscolo su Napoli avrebbe scritto, utilizzando lo stesso pseudonimo, anche “Nuove lamentazioni di Geremia”, “Garibaldi al cospetto del Secolo” e “L’Italia ed i suoi Liberali”.

Avvocato, professore di diritto in Napoli, già sul finire degli anni Trenta fu socio della Reale Società Economica di Capitanata.

In una Memoria su la Istruzione Popolare – nella tornata generale del 3o maggio 1839 – indirizzata a Gaetano Lotti, Intendente di Capitanata, scriveva:

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Breve Storia delle Due Sicilie

Posted by on Dic 13, 2019

Breve Storia delle Due Sicilie

Nel 1130, notte di Natale, con una fastosa cerimonia Re Ruggero II sancì a Palermo la nascita del Regno di Sicilia. Da quella notte, tutto il Sud della penisola italiana, dagli Abruzzi alla Sicilia, fu unificato nel primo vero Stato come nazione indipendente con capitale Palermo.

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GIUSEPPE GARIBALDI, QUESTO SCONOSCIUTO!

Posted by on Nov 19, 2019

GIUSEPPE GARIBALDI, QUESTO SCONOSCIUTO!

Un po’ di luce sull’omertà degli storici

Recenti trasmissioni apparse sulla televisione di stato, forse sull’onda neorisorgimentale perseguita dal Presidente Ciampi, hanno riportato in auge, per esempio con Piero Angela, tutto quanto di più stucchevole, oleografico, falso, propagandistico ruota intorno a Garibaldi, attingendo e diffondendo la più trita congerie di luoghi comuni lontana dal vero quanto può esserlo la leggenda dalla storia.

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31 agosto 1862: è pubblicato l’opuscolo “Les intrigues – les mensonges – le brigandage piémontais en Italie”

Posted by on Apr 6, 2019

31 agosto 1862: è pubblicato l’opuscolo “Les intrigues – les mensonges – le brigandage piémontais en Italie”

Il libretto, scritto dal sacerdote francese Hercules De Sauclières e dal forte contenuto polemico antipiemontese, appare in contemporanea a Lipsia, Parigi e Vienna

Ha ragione Mauro Bonino quando scrive, a proposito del Risorgimento italiano, che «(…) tra gli eventi importanti che hanno costituito le tappe fondamentali e irreversibili dei destini delle singole nazioni, esiste una  molteplice varietà di “episodi minori”, ma ugualmente importanti, che il tempo e la necessità semplificativo-didattica del tramandare la memoria hanno praticamente relegato nell’oblio».

Questo oblio può anche apparire un po’ calcolato quando riguarda episodi che esprimono un dissenso al processo unitario italiano. È il caso dell’opuscolo “Les Intrigues – Les Mensonges – Le Brigandage Piémontais en Italie”, scritto dal sacerdote francese Hercules De Sauclières e dal forte contenuto polemico antipiemontese, appare in contemporanea a Lipsia, Parigi e Vienna, il 31 agosto 1862.

Ne abbiamo trovato notizia nel libro “Le ore povere e ricche del Piemonte”, edito nel 1982 a Torino dal Lions Club Torino Castello, dove Gianfranco Gallo-Orsi così lo delinea:

Il lettore che ritrovi il libro e che pensi di leggere un saggio sul brigantaggio piemontese ne rimarrà deluso. In realtà, si tratta di un libello contro il governo italiano e la politica piemontese del Risorgimento.

Attacchi violenti sono rivolti agli artefici dell’Unità d’Italia: in particolare, viene preso di mira Luigi Carlo Farini, ex medico a Bologna e a Torino, e che, dice il libro, «aveva una fortuna molto modesta nel 1859».

In realtà egli era stato, nel 1851, Ministro della Pubblica Istruzione col d’Azeglio, poi dittatore dell’Emilia nel 1859 (e a questo periodo si riferisce il libretto) e sarà Ministro per gli Affari Interni nel 1860. Il libro non dovette nuocere alla sua carriera politica poiché, pochi mesi dopo la sua pubblicazione, egli divenne Presidente del Consiglio dei Ministri.

Le accuse sono roventi ed, in particolare, quelle di aver permesso il saccheggio del palazzo di Modena del Duca Francesco V; di quest’ultimo la cassa e molte altre cose sarebbero passate – secondo testimonianze certe – al Farini «pour étre probablement restitué plus tard à leur légitime propriétaire» [per essere probabilmente restituite più tardi a loro legittimo proprietario].

Il discorso da ironico diviene duro, osservando che le cifre F.V. della biancheria del Duca sarebbero state mutilate, in modo che rimanesse la sola lettera F.

Anche per Cavour si osserva che nulla egli aveva perso nel dirigere la rivoluzione italiana: nel 1848 la sua fortuna era mediocre e «cependant il est mort, en 1861, plusieurs fois millionaire» [tuttavia è morto, nel 1861, molte volte milionario].

Le 131 pagine del libro, che affronta anche temi più aulici, si concludono con la frase: «Nous avons voulu démasquer le Piémont» [Noi abbiamo voluto smascherare il Piemonte].

Fin qui Gianfranco Gallo-Orsi ha “recensito” questo opuscolo soffermandosi in particolare sulle prime pagine dove, in nota, sono contenute forti critiche ad alcuni personaggi rilevanti del periodo risorgimentale come Cavour e Farini, ma senza commenti o contestazioni.  

Il suo giudizio negativo appare nell’ultima frase:

Il testo è preceduto da una frase di Voltaire (facente parte dei Conseils à ses disciples) che è sicuramente rivolta ai piemontesi, ma che sembra essere, invece, la finalità del libro: «Mentez, mentez toujours: il en reste quelque chose» [Mentite, mentite sempre: qualcosa resta sempre].

Si potrebbe aggiungere una considerazione. L’autore del libello, un francese, nutriva forse pesanti simpatie legittimiste: simpatizzava non tanto per la causa dei Borbone delle Due Sicilie ma per quella dei Borbone francesi detronizzati dagli Orleans (nel 1830) ed ancora lontani dal trono. Del resto, dopo Luigi Filippo e la repubblica del 1848, era venuto Napoleone III il cui Secondo Impero – certo inviso all’autore perché nemico del legittimismo ed ostacolo ad una restaurazione borbonica in Francia – era alleato nel 1859… proprio dei piemontesi, noti anticlericali poco amati dal papato e dai preti!

Il velenoso volumetto aveva forse lo scopo di gettare fango sparando “a mitraglia” e rappresentava una vendetta trasversale nei confronti dell’Imperatore dei Francesi, alleato de vili “piemontardi”? 

Pare interessante rievocare oggi questo antico opuscolo polemico di Hercules De Sauclières, ripreso dai borbonici che criminalizzano l’unificazione italiana gestita dai “Piemontesi”: non a caso nei loro siti appare la traduzione italiana, stampata a Venezia nel 1863!

Fonte

http://www.bdtorino.eu/sito/stampa_immagini.php?id=25680&data=31%20Agosto%202017&pubblicazione=Articolo%20scritto%20da%20Milo%20Julini

E noi siccome siamo orgogliosamente napolitani e borbonici di seguito mettiamo a disposizione il libretto tradotto in italiano

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CENNI SUL BRIGANTAGGIO RICORDI DI UN ANTICO BERSAGLIERE

Posted by on Dic 3, 2018

CENNI SUL BRIGANTAGGIO  RICORDI DI UN ANTICO BERSAGLIERE

Al Lettore, Nel pubblicare questo piccolo mio lavoro non ho avuto altro scopo tranne quello di ricordare in qualche modo alla giovine generazione quei giorni funesti e pericolosi attraversati dall’Italia, quando ad un tempo, guerreggiando contro lo straniero e rovesciando troni, al grido dì Vittorio Emanuele Re d’Italia agognava all’unificazione della Patria. Senza note, ho scritto ciò che è rimasto più impresso nella mia mente, per cui spero essere perdonato se dopo tanti anni fossi incorso in qualche errore di cronologia, ed avessi errato talvolta nell’apprezzare le cose accadute. Giudichi benignamente il Lettore l’opera mia e riponga nella memoria quegli aneddoti, che per quanto interessanti ed istruttivi, la storia troppo spesso trascura. Se questo riuscirò ad ottenere sarà largo compenso alla per me non poca fatica.

L’Autore.

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