Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

BRIGANTESSE, CARNEFICI E VITTIME DEL NUOVO REGNO

Posted by on Mag 19, 2024

BRIGANTESSE, CARNEFICI E VITTIME DEL NUOVO REGNO

Le cronache del suo processo a Catanzaro, scritte nel 1864 da Alexandre Dumas, allora direttore dell’Indipendente di Napoli, la fecero diventare la fuorilegge più celebre del Sud postunitario e tramandarono il mito della brigantessa bella e crudele, “druda” senza cuore di uomini feroci.

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Espressioni e Linguaggi del corpo-112 opere della collezione in mostra

Posted by on Mag 11, 2024

Espressioni e Linguaggi del corpo-112 opere della collezione in mostra

Dal 21 aprile al 26 giugno 2024 la Pinacoteca comunale d’arte contemporanea “Antonio Sapone” di Gaeta presenta la mostra “Espressioni e linguaggio del corpo” costituita da 112 opere della Collezione eseguite da 85 artisti italiani e stranieri.

Come suggerisce il titolo, sono state scelte solo opere il cui soggetto principale è il corpo umano nelle sue diverse espressioni, sia stilistiche che di linguaggio. I lavori esposti saranno oggetto del “Volume II” della Collezione della Pinacoteca.

Artisti presenti in mostra: Aricò Mariagrazia, Armstrong Andres, Berti Sara, Bibbò Nunzio, Bohr Kika, Bonfilio Barbara, Bruscella Silvano, Cacace Vincenzo,Carbone Claudio, Catanzano Tina, Cena Gabriele, Chiarella Elisa, Chiuchiarelli Marco, Ciano Nicola, D’Onofrio Giovanni, De Iaco Antonio, De Luca Franco, De Meo Gerardo, Di Caprio Salvatore, Di Chiappari Francesco, Di Ciaccio Nicolina, Di Domenico Damiano, Di Pasquale Marisa, Di Traglia Francesco, Fabrizi Stefania, Falanga Erasmo, Ferrari Franco, Frati Federica, Giangrande Michele, Gonnelli Federica, Gotti Sergio, Granata Piergiorgio, Graziano Antonio, Guadalaxara Gianni, Hilmaz Hunkar, Isola Pieluigi, Karimi Fariba, La Motta Paolo, La Rocca Andrea, Lamb Matt, Leuce Ovidiu, Levita Ugo, Lieto Armando, Lieto Mario, Lieto Vincenzo, Longo Veronica, Lopez Elisa, Macera Tommaso, Madia Anna, Magliozzi Mario, Marra Luigi, Martone Andrea, Martucci Gianluca, Mazzitelli Claudia, Menerella Clara, Moriello Vittorio, Naniky, Nicolic Nemanja, Noia Pasquale, O’ Lala, Palma Antonio, Pervan Mari Jana, Pettinari Marco, Poggi Gianpiero, Polito Armando, Puma Davide, Quercia Michele, Rosa Michele, Russo Alessandro, Salemme Antonio, Sassi Marino, Shikama Koziro, Simione Giovanni, Solari Maria Rosaria, Soscia Normanno, Squeo Vito Livio, Stigliano Mariarosa, Sy O, Toniutti Francesco, Ubaldi Roberta, Valente Valentina, Valentinuzzi Diego, Vellucci Patrizio, Veneziano Corrado

La mostra sarà visitabile nei seguenti giorni e orari:

giovedì ore 11,00-13,00/ venerdì, sabato e domenica 11,00-13,00/ 16,00-119,00.

Per visite in altri giorni e orari è possibile prenotare ai nn. Telefonici 3392776173/3203282380

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Roberto De Simone & MEDIA AETAS

Posted by on Mar 21, 2024

Roberto De Simone & MEDIA AETAS

VIRGILIO VILLANI – MEDIA AETAS Nel 1980 Virgilio Villani fonda l’Associazione Media Aetas Musica, con la quale intende promuovere la diffusione dei materiali del maestro De Simone, attraverso l’esecuzione ad opera dell’omonimo complesso vocale- strumentale, composto, oltre che dallo stesso Villani, che ne assume la carica di Responsabile Artistico, da Giuseppe De Vittorio, Gianni Lamagna e Antonella Morea, alcuni fra gli attori – cantanti più stimati dallo stesso De Simone. Leonard Bernstein, che ascolta il concerto a Gerusalemme, lo definisce “un’opera d’arte, popolata da angeli”.

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Sant’Antonio e La cacciata del Nume Inverno: Il rito dei Campanacci di San Mauro Forte

Posted by on Nov 18, 2023

Sant’Antonio e La cacciata del Nume Inverno: Il rito dei Campanacci di San Mauro Forte

Tra le tante tradizioni popolari legate alla festa di S. Antonio Abate, che tra le altre cose apre il periodo carnevalesco, una del tutto particolare si svolge a San Mauro Forte, bellissimo borgo della Lucania. L’origine dell’affascinante abitato storico è legato all’opera di colonizzazione dei cavalieri normanni ed in particolare alla figura di Roberto, conte normanno di Montescaglioso, nipote di Roberto il Guiscardo, che nell’anno 1060 dona i possedimenti di San Mauro all’arcivescovo di Tricarico.

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ADOLFO PANARELLO E UN “CONFETTO” SULLE “CIAMPATE DEL DIAVOLO”

Posted by on Ott 29, 2023

ADOLFO PANARELLO E UN “CONFETTO” SULLE “CIAMPATE DEL DIAVOLO”

Il popolo italiano da qualche decennio è catturato dalle mode del momento che la televisione diffonde di volta in volta con l’intento non di informare e rendere il popolo adulto e maturo ma, al contrario, condizionarlo e asservirlo ai propri interessi e purtroppo in Italia è una cosa che riesce facilmente. Ricordo ancora quando all’inizio degli anni novanta trasmettevano in diretta le gare veliche dell’America’s Cup con Luna Rossa protagonista e tutti capivano di vela, di barche ecc ecc fino ad arrivare ai giorni nostri con le drammatiche vicende belliche che stanno insanguinando il pianeta e tutti capiscono di geopolitica quando storicamente e tradizionalmente, l’italiano ha sempre avuto interesse solo per il proprio territorio manifestando un provincialismo che se fino a 160 anni fa era universale, ora è solo espressione di un atteggiamento di piccoli borghesi che a Napoli etichettano come “mezecazette”!!. La moda più in voga per tre anni, ancora se ne sente parlare, è stata quella di “lo dice la scienza” che come un mantra ci ha riempito la giornata 24 ore su 24, si è sostituito la “Croce” con “la scienza” che nessuno poteva contestare e chi si poneva un minimo dubbio passava per eretico. Non vi nascondo che la tentazione di usare il nome di Adolfo Panarello per poter dire qualcosa anche io su “lo dice la scienza” è stata tanta ma alla fine ho rinunciato perchè penso che sarebbe una stata una grave scorrettezza e poco elegante, quando sarà il momento, se ne avrò voglia, affronterò il tema senza ricorrere a padrini virtuali.

Grazie all’indicazione di Fiorentino Bevilacqua, accolta senza nessuna difficoltà ed incertezza, il direttivo dell’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro ha deciso di assegnare il Premio Terra Laboris 2023 sezione scientifica ad Adolfo Panarello ricercatore e studioso di Vairano Patenora che fin dalla giovane età dedica la propria esistenza agli studi in vari settori scientifici raggiungendo sempre risultati importanti dando lustro alla comunità scientifica, alla sua famiglia e alla sua terra. Poter fare una classifica sulle sue ricerche non sarei in grado di farla perchè non ho le competenze e la capacità, ma certamente ho un livello minimo di intelligenza per affermare che la scoperta delle “Ciampate del Diavolo” a Tora e Piccilli è tra le ricerche scientifiche più importanti degli ultimi 30 anni al mondo.

La Terra di Lavoro è una provincia che ha dato un contributo importante alla storia dell’umanità, ha fornito Re e Regine, Imperatori e Imperatrici come il Vino Falerno, il più antico al mondo di origine greca e adorato dai Romani, e la Mela Annurca frutto unico nel suo genere con proprietà organolettiche non replicabili e sopravvissuta ai tentacoli funesti del modernismo che per un paio di decenni fa l’aveva rilegata a utile cibo per i porci. Quando incontri Adolfo Panarello e come se vedessi il Falerno con il suo aspetto Imperiale, ti guarda a testa alta fissandoti negli occhi dandoti la massima attenzione con gentilezza e cordialità e quando comincia a parlare sembra una Annurca che nel morderla ti da una sensazione di asprezza che però, dopo pochi secondi, diventa un dolcissimo miele che dalla bocca si diffonde per tutto il corpo stimolandoti il desiderio di mangiarla fino ad arrivare all’ultimo seme. Ad Atina quando gli abbiamo consegnato il premio, Adolfo era emozionato dando importanza all’evento e ai presenti con atteggiamento da vero aristocratico non abbassandosi al nostro livello ma alzando tutti noi al suo, al pari di Geri De Luca, l’altro vincitore del Premio. Sembrava che avessero scritto un canovaccio insieme per recitarlo ai presenti, invece tutto è nato spontaneamente regalandoci emozioni per tutta la durata dell’evento.

Adolfo Panarello non voleva parlare delle “Ciampate del Diavolo” perchè voleva godersi la leggerezza della serata ma “tirato per la giacchetta”, è stato costretto a farlo donandoci una breve disquisizione che per gli addetti ai lavori era giusto un “confetto” mentre per noi ignoranti in materia è sembrata una lezione accademica. Sono rimasto incantato dalla sua spiegazione e, altresì, mi ha fatto riflettere per come ha trattato, con pudore e rispetto, la narrazione popolare che avvolge le “Ciampate del Diavolo”, non è un caso che il nome datogli e figlio della suddetta narrazione. Di seguito un il video del breve intervento

Claudio Saltarelli

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