Posted by altaterradilavoro on Apr 1, 2017
Gli “Incontri sensibili” ideati da Andrea Viliani, direttore del Madre, da Laura Trisorio, direttrice dello Studio omonimo, e da Sylvain Bellenger, direttore del Museo e del Real Bosco di Capodimonte, consistono nell’accostare opere d’arte di periodi diversi per suggerire allo spettatore, attraverso il confronto, le affinità, le differenze, le particolarità di ciascuna opera e quindi una sua più profonda comprensione.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 9, 2017
Nel 1815, quando i Borbone ritornarono a Napoli, la popolazione era di 5.060.000, nel 1836 di 6.081.993; nel 1846 la popolazione arrivò a 8.423.316 e dieci anni dopo a 9.117.050.
Questo vorticoso aumento della popolazione ha nome e cognome: benessere e progresso civile e sociale. Durante 127 anni di governo i Borboni diedero prosperità a tutto il popolo e da 3 milioni di anime, del 1734, si arrivò ai 9 milioni del 1856.
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Posted by altaterradilavoro on Gen 16, 2017
Fermarsi sulla soglia, guardare attorno e capire che si sta per entrare in un luogo singolare, per essere avvolti da un’atmosfera dorata, tra muri che paiono fatti senza materia, soltanto dai colori delle pitture e dei marmi variegati. Il luogo è la chiesa francescana di Donnaregina Nuova ( nuova si fa per dire, è del 1600), un capolavoro dell’architetto napoletano Giovan Giacomo Conforto, cioè del creatore del Barocco, napoletano e non solo.
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Posted by altaterradilavoro on Dic 15, 2016
Oggi, allorquando in Italia qualcosa nella pubblica Amministrazione o nella macchina dello Stato non va, se una legge appare ingiusta, meschina, pignola, tormentatrice del cittadino, chi scrive su riviste o quotidiani se ne viene fuori con il luogo comune: «leggi borboniche», dando a questa dizione un significato negativo a trecentosessanta gradi. Ma c’è di più: se sfogliamo un vocabolario della lingua italiana, constatiamo che all’aggettivo “borbonico” è stato dato un significato totalmente dispregiativo. Esso infatti, riferito al ramo della famiglia che regnò su Napoli e l’Italia meridionale dal 1734 al 1860, ha oramai acquisito l’accezione denigratoria di: “retrogrado”, “oscurantista”, “reazionario”, “repressivo”, “ottuso”, “ingiusto”, “antiquato”, “inefficiente” e chi più ne ha più ne metta!
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Posted by altaterradilavoro on Nov 17, 2016
Il cavallo corsiero napolitano (coursier napolitain in francese, neapolitan courser in inglese, corcel napolitano in spagnolo) fu considerato a ragione, tra i secoli XV e XVIII, uno dei migliori al mondo per le esigenze della cavalleria militare. Bello, forte e resistente, fu esportato in grande numero dalle province napolitane verso tutti gli altri stati italiani, nonché verso la Spagna, la Francia, l’Olanda, l’Inghilterra, la Danimarca, la Germania, la Prussia, la Polonia, la Russia e l’Austria-Ungheria.
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