Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Quando gli zar cercavano la musica di Napoli

Posted by on Lug 17, 2019

Quando gli zar cercavano la musica di Napoli

Partivano dalla Campania viaggiando mesi, in carrozza, attraverso le Alpi e i Paesi dell’Europa dell’Est. Fino ad arrivare a San Pietrobuorgo, dove nel Settecento erano tra i compositori più richiesti. Da Cimarosa ad Araja, ecco chi erano i musicisti più richiesti dalle famiglie imperiali russe Un filo diretto, in note. Che annoda Napoli e San Pietroburgo. Nel Settecento alla corte delle imperatrici Anna, poi Elisabetta e infine Caterina II c’era la musica napoletana. Artisti alla corte delle zarine, punto più alto di un mecenatismo che richiamava il Rinascimento, tra artisti, scenografi, architetti. Dall’Italia ma soprattutto dalla capitale del Regno di Napoli. In viaggio per sei, anche sette mesi verso la Russia, in carrozza, c’era da attraversare le Alpi, poi i pezzi dell’Europa dell’Est prima di arrivare nelle corti ricche, affamate di bellezza e arte. I russi cercavano Napoli. Offrivano una ricca vita di corte, compensi impensabili in altre parti del Vecchio Continente. E ci fu così un flusso di partenopei a corte. “Addirittura la tarantella veniva riscritta anche da ognuno dei musicisti del Gruppo dei Cinque. Miliij Balakirev, Cesar Cui, Aleksandr Borodin, Modest Musorgskij, Nikolaj Rimskij-Korsakov, la musica popolare russa lontana dai suoni dell’Occidente ma innamorata di quella napoletana”, spiega il Maestro Enzo Amato, musicista, chitarrista, famoso studioso della musica settecentesca e presidente dell’Associazione Domenico Scarlatti di Napoli.

Il Maestro ripercorre con noi il cammino musicale dei napoletani in Russia. Nei prossimi giorni – l’11 novembre 2015 – è in programma una sua conferenza sul tema al Centro Russo (Russkij Mir) all’Università L’Orientale di Napoli e qualche giorno dopo prenderà la parola anche all’Università La Sapienza di Roma. Perché per i russi, tanto nella capitale quanto a San Pietroburgo, la musica lirica nel Settecento parlava, anzi suonava italiano. Soprattutto napoletano. “Basti pensare che la prima opera scritta per Anna I e poi tradotta in lingua russa era di Francesco Araja, a San Pietroburgo per circa 15 anni. C’era la voglia, anche l’esigenza di europeizzarsi – continua il Maestro -. C’era anche da abbattere l’immagine di un Paese arretrato, medievale, poco incline alla bellezza dell’arte occidentale. Per questo motivo le Imperatrici non badavano a spese”. Ma Napoli non era solo il simbolo della lirica ma anche dell’architettura. “Ed è stato proprio un architetto napoletano, Carlo Rossi, figlio di una ballerina russa con papà nativo di Sessa Aurunca (provincia di Caserta) che ha progettato il Palazzo che è ora sede del Museo russo di San Pietroburgo, così come lo stesso architetto ha ideato l’assetto del Palazzo d’Inverno, la residenza degli Zar, e del Teatro Aleksandriskij” aggiunge il Maestro Amato. Araja componeva 12 opere in Russia, compresa Cefalo e Procri, interamente in lingua russa, ispirata alle Metamorfosi, il capolavoro del poeta latino Ovidio. E nelle rappresentazioni non c’erano cantanti con grande estensione vocale, quindi veniva utilizzato il coro, che caratterizzerà la produzione, lo stile delle opere russe. Dopo Araja, Tommaso Traetta. Sette anni di soggiorno alla corte di Caterina II, prima di lasciare la Russia per il clima gelido, verso Londra. E tre opere, soprattutto l’Antigona. Scriveva in italiano ma la parte recitata era omessa per consentire la comprensione al pubblico che seguiva le arie con la traduzione dei libretti in lingua russa. E dopo Traetta, Giovanni Paisiello, 11 opere in Russia e che scriverà il Barbiere di Siviglia nel 1782, precedendo Gioacchino Rossini. E poi Gaetano Andreozzi, uno dei tre musicisti di Aversa, a pochi chilometri da Napoli, assieme a Domenico Cimarosa, Niccolò Iannelli. Per la corte di San Pietroburgo, la Didone Abbandonata nel 1784 e l’anno successivo Giasone e Medea. Infine, Domenico Cimarosa, chiamato da Caterina II, 11 opere e il requiem per la moglie dell’ambasciatore italiano a San Pietroburgo, eseguita alla cappella della corte dell’Imperatrice.

fonte https://it.rbth.com/rubriche/Mosaico/2015/10/23/quando-gli-zar-cercavano-la-musica-di-napoli_533095

Read More

Quando gli zar cercavano la musica di Napoli

Posted by on Nov 14, 2017

Quando gli zar cercavano la musica di Napoli

Partivano dalla Campania viaggiando mesi, in carrozza, attraverso le Alpi e i Paesi dell’Europa dell’Est. Fino ad arrivare a San Pietrobuorgo, dove nel Settecento erano tra i compositori più richiesti. Da Cimarosa ad Araja, ecco chi erano i musicisti più richiesti dalle famiglie imperiali russe.

Read More

Vita di Giovambattista Vico scritta da se medesimo (parte quarta)

Posted by on Lug 3, 2017

Vita di Giovambattista Vico scritta da se medesimo (parte quarta)

Per queste ragioni il Vico non solo viveva da straniero nella sua patria, ma anche sconosciuto. Non per tanto ch’egli era di questi sensi, di queste pratiche solitarie, non venerava da lontano come numi della sapienza gli uomini vecchi accreditati in iscienza di lettere e ne invidiava con onesto cruccio ad altri giovani la ventura di conversarvi.

Read More

STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO TERZO

Posted by on Lug 13, 2024

STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO TERZO

LIBRO III LA RESTAURAZIONE TERZO PERIODO DAL 15 MAGGIO 1848 A TUTTO MAGGIO 1850.

CAPITOLO PRIMO.

PRINCIPI DELLA RISTAURAZIONE. Sommario

Il Real Governo intende con fermo proposito a perseguitare la rivolta, e ristaurare il regno. Pensieri varii intorno alla catastrofe di Maggio. Disposizioni governative intese a ricondurre l’ordine nella disordinata Città. Nota del Principe di Cariati al Conte di Rignon pel richiamo delle milizie terrestri e navali spedite per la guerra di Lombardia. Gesta memorabili del Decimo Reggimento di Linea. Breve descrizione dei luoghi in cui avvennero. Congiunzione dei Napolitani con gli altri Italiani. Il ponte di Goito. Fatto d’armi di S. Silvestro. Bello ardimento dei Napolitani in Marmirolo. Gli Alemanni scacciati dalla Grazie. Gl’Italiani assaliti in Montanara, mandano a vuoto i disegni con estremo valore. Il Feld-Maresciallo Radetzky con un gagliardo corpo di armata si avventa furiosamente contro Montanara; combattimenti che vi succedono. I Napolitani, guidati dal prode Giovannetti, sfondano la linea nemica in mezzo ad una impetuosa guerra. I Tedeschi padroni del campo. Battaglia di Goito vinta dagl’Italiani. Giungono in Bologna gli ordini del rimpatrio dei Napolitani; e divulgati appena vi nasce un rumore incredibile. Cosa facesse il General Pepe. Il Brigadiere Klein mantiene gli animi nella fede del Re. L’esercito si ritira nel Regno. La Flotta rientra nei nostri porti lasciando l’adriatico, dopo tolto il blocco a Venezia, e bloccata Trieste.

Read More