Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Siamo ancora una “questione”?

Posted by on Giu 25, 2021

Siamo ancora una “questione”?

Ho letto con molto interesse (come sempre, del resto) l’articolo di Zenone d’Elea “Uscire dalle secche del Neoborbonismo e del Neomeridionalismo”, e vorrei fare qualche osservazione in nome della comune amicizia che ci legava al compianto Nicola Zitara. Non credo che le opzioni attualmente in campo possano essere quelle del “neoborbonismo” da una parte e del “neomeridionalismo” – di qualunque stampo si voglia – dall’altro.

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MARIA SOFIA DI BORBONE LA REGINA IN ESILIO

Posted by on Gen 1, 2020

MARIA SOFIA DI BORBONE LA REGINA IN ESILIO

Alle otto del mattino del 14 febbraio 1861, dopo la firma della Capitolazione della piazzaforte di Gaeta, che aveva, gloriosamente, resistito per circa otto mesi all’assedio dei Piemontesi, Francesco II e Maria Sofia, ultimi sovrani Delle Due Sicilie si imbarcavano sulla fregata francese Mouette per raggiunge Roma,luogo del loro esilio.

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Lettere ai giornali di Antonio Nicoletta

Posted by on Dic 4, 2019

Lettere ai giornali di Antonio Nicoletta

Al sud assenza di spirito di iniziativa

“IL Giornale” del 18/8/96

Ad un lettore di Rapallo, autore della lettera: “Al sud assenza di spirito di iniziativa”, per il periodo che tratta, vorrei precisare quanto segue: nelle banche del Sud erano depositati 443 milioni di lire oro contro i 27 del Piemonte, gli 85 della Toscana, 155 della Romagna, Marche ed Umbria, 35 degli stati romani etc.

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Milano Agesilao e Passannante Giovanni (Due attentatori regicidi a confronto)

Posted by on Ott 13, 2019

Milano Agesilao e Passannante Giovanni (Due attentatori regicidi a confronto)

Come I Savoia adottarono due pesi e due misure.


Il 17 novembre 1878, a Napoli, durante una sua visita alla città, il re d’Italia Umberto I fu oggetto di attentato nel quale rimase ferito leggermente. Nè poteva essere altrimenti, in quanto l’attentatore, Giovanni Passannante utilizzò un coltellino a serramanico ottenuto da un venditore ambulante in cambio della sua giacca. L’attentatore alla vita del “re buono” fu condannato a morte; l’anno successivo il Regio Decreto del 29 marzo commutava la pena capitale nei lavori forzati a vita.

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