Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

L’idolatria del nuovo nell’estetica contemporanea

Posted by on Lug 28, 2023

L’idolatria del nuovo nell’estetica contemporanea

[…] gli uomini sono desiderosi di cose nuove; in tanto che così disiderano il più delle volte novità quegli che stanno bene, come quegli che stanno male: perché, come altra volta si disse, ed è il vero, gli uomini si stuccono nel bene, e nel male si affliggano.

Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, III, 21

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Essere scrittore a Napoli dopo Gomorra

Posted by on Gen 2, 2023

Essere scrittore a Napoli dopo Gomorra

Napoli è stata per secoli una capitale europea, alla pari di Londra e di Parigi, con il vantaggio di essere posta sul Mediterraneo, una posizione centrale favorevole per gli scambi non solo commerciali, ma anche culturali; a  differenza delle altre  grandi città non ha però avuto celebri scrittori della  statura di Balzac o Hugo o Dickens, che ne abbiano saputo raccontare la storia  e le storie. Pochi i nomi che potremmo citare, come Mastriani o la Serao, ma  parliamo sempre di narratori d’appendice che scrivevano in dialetto o si  interessavano di problematiche prive di un respiro universale.

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“Voci, Suoni e Canti di Briganti in Terra di Lavoro” a Scurcola Marsicana, il Video integrale dello Spettacolo

Posted by on Ott 30, 2022

“Voci, Suoni e Canti di Briganti in Terra di Lavoro” a Scurcola Marsicana, il Video integrale dello Spettacolo

E siamo ad 8, otto rappresentazioni dello spettacolo “Voci, Suoni e Canti di Briganti in Terra di Lavoro” che l’Ass.Id.Alta Alta Terra di Lavoro è riuscito a mettere in scena nonostante la mancanza di padrini, di protettori e della mancanza di capacità di creare “particolari” relazioni. Venerdì 14 di ottobre ’22 è andato in scena a Scurcola Marsicana per la prima volta abbiamo visto la formazione dei musicanti al gran completo, quattro, e un inedito monologo recitato da un nuovo attore, un’attrice per essere precisi, che porta a 11 il numero dei protagonisti. Lo spettacolo, come già spiegato, è un percorso storico che parte dal 1799 per terminare alle guerre mondiali attraverso l’utilizzo della recitazione e della musica entrambi identitari e gli elementi comuni che lega tutte le rappresentazioni emersi a Scurcola Marsicana sono due: il primo e che tra chi ha visto la rappresentazione nessuno ha mai detto che è uno spettacolo dialettale e il secondo e che è uno spettacolo molto colto che ci conferma sempre più di come abbiamo realizzato un unicum nel panorama artistico che va oltre i confini dell’alta Terra di Lavoro assumendo una dimensione universale.

A Scurcola Marsicana s’è notato come ormai i Musicanti, Silvano, Angelo, Loredana e Marco hanno raggiunto un amalgama e un intesa importante che ha portato delle novità finali come l’inserimento della zampogna nella Tammurriata Nera che è stata una chicca molto apprezzata. Cinzia è diventata cosi padrona della Poesia “Terra di Lavoro” che sembra quasi che Pasolini quando l’ha scritta pensasse a lei come Elena che è così brava a recitare la Poesia su Michelina da portare Raimondo, autore del capolavoro, ad affermare che la recita meglio di lui e che è tutto dire. Loredana ormai vive cosi intensamente le sue recitazioni che da la sensazione di averle vissute in prima persona recitando praticamente se stessa con la ciliegina di Leda che ha portato in scena per la prima volta un monologo, sempre scritto da Raimondo, recitandolo nell’unica maniera possibile rispettando, con i tempi recitativi giusti, lo spirito del testo diversamente dagli altri che sono pieni di patos e tensioni e simile a quello finale su S.A.R. Maria Sofia ultima Regina di Napoli in visita al campo prigionieri italiano Austriaco della Prima Guerra Mondiale, insomma la quiete dopo la tempesta.

Maya Tedesco come responsabile del corpo di ballo è cosi padrona dello spettacolo che riesce in ogni situazione e scegliere gli abiti giusti e appropriati riuscendo a cambiare sempre i tempi d’ingresso a seconda del palcoscenico che lo ospita. Sulla qualità interpretativa dei balli nulla da aggiungere perché le ballatrici essendo figlie della scuola TraDanze sono una garanzia assoluta come un assegno circolare a vita.

Se lo spettacolo esiste perché esiste il genio di Raimondo ma la riuscita la si deve anche perchè si è stati capaci di selezionare i giusti Musicanti e i giusti attori che attraverso i testi hanno incarnato il linguaggio, la mimica e l’interpretazione del proprio territorio che viene traferito al pubblico attraverso se stessi confermando che la lingua Laborina non è un dialetto ma una lingua Madre figlia dei Placiti Cassinesi. Una lingua si definisce Volgare e Madre quando ha sottolingue e nello spettacolo ne ascoltiamo 4, una piccola parte di quelle che esistono partendo da Sora fino alle pendici di Montevergine, che sono Arpinate-Sorano, Sangiorgese, Cassinese e Cellolese.  

Ringraziamo la Città di Scurcola Marsicana, la comunità e il Sindaco De Simone Nicola per l’opportunità che ci è stata riservata. Un ringraziamento all’amico “Peppino” che s’è speso per portare lo spettacolo nella sua Scurcola. Ringraziamo, altresì, l’Ass.Borghi Autentici d’Italia che ha contribuito alla realizzazione e alla organizzazione dello spettacolo e un affettuoso saluto ad Olimpia e Francesco per la loro presenza attenta e molto apprezzata. Lunedì 31 ottobre alle 21 si può vedere lo spettacolo integrale cliccando di seguito

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