Posted by altaterradilavoro on Ott 8, 2019
La Notte della Tammorra 2019 organizzata dal Canto di Virgilio con la direzione artistica di Carlo Faiello che si è tenuta alla rotonda Diaz di Napoli la sera di ferragosto anche quest’anno ci ha regalato importanti novità e grosse emozioni.
Per fortuna non sono mancate le inestinguibili polemiche che alla fine hanno solo certificato la riuscita dell’evento e guai se non ci fossero perché un evento senza polemiche vuol dire che è stato un flop.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 9, 2019
d Avigliano la leggenda di Ninco Nanco ancora si tramanda, a
volte in positivo, altre volte in negativo. La sua casa natale ancora
esiste,ora è disabitata, quasi un rudere dove l’erba cresce sugli scalini; un
tempo era al primo piano poi fu rimaneggiata e suddivisa. Si trova nel
quartiere “Lu Puoscie” il poggio e lì nacque il 12 aprile 1833 e visse finché
fu uomo libero quello che considero l’aviglianese – forse anche tra i lucani
più famosi- Giuseppe Nicola Summa. Sì.. il famoso Ninghe Nanghe- per la
camminata dondolante- il capo brigante, il luogotenente di Carmine Crocco, la
“belva umana” come fu definito dai piemontesi; l’uomo che strappava il cuore ai
nemici e ai prigionieri. Peccato che nelle sue memorie Carmine Crocco – che pur
definiva sanguinario il suo braccio destro- scrivesse “ quest’uomo
fra le brutalità, scorgerà fatti piacevoli di generosità, per esempio dopo
avere trucidato 21 Cavalleggieri, perdonava un Luogotenente, ed un sergente e
sei soldati, solo perche si erano bene defesi. Altra volta avendo macellato una
intiera compagnia di Guardia mobilizata, Lasciava poi la vita al fratello di
cului che l’aveva fatto dare quel passo di perdizione, Dicendogli va dalla tua
pover a Madre, non voglio che piange più quella donna, per causa
di voi miserabile ozziosi vagabondi, e lo lasciava vivere, da stupire tutto la
città cui conoscevano le brutalita di quel forsennato da Lupinare, e spia
mercenaria… Aggiungete che mai tolse la vita ad un sodato preso preggionìero,
ed avrete L’uomo terribile solo per la propria defensor, per la quale cosa
godeva nei tanti rami di forza pubblica, una stima par colare, causa che tante volte era
scansate e se volete qualche volta venia avìsate dalla forza medesima».
Per noi bambini cresciuti in una Avigliano di tanti anni fa e
per le generazioni precedenti Ninco Nanco era una leggenda; neanche poi
negativa nonostante la fama di sanguinario; t’ fazz fa la fin r Ninghe Nanghe
cioè con la testa mozzata ed appesa all’Arco della Piazza. Leggenda: Ninco
Nanco dopo essere stato assassinato fu portato ad Avigliano per essere mostrato
ai concittadini- sia amici che nemici- posto vicino all’attuale sede della
Azione Cattolica, poi portato a Potenza per mostrare il cadavere e sepolto nei
pressi del cimitero della città. Ne sentivamo di racconti, personalmente anche
in famiglia dalla mia bisnonna Domenica Manfredi che a sua volta li aveva
ascoltati dal nonno Domenico, coetaneo, amico di infanzia di Ninco Nanco. I due
sono protagonisti di una commedia scritta in aviglianese dal maestro Domenico
Manfredi “Lu cuavadde r Ninghe Nanghe” tratto dai racconti della nostra
famiglia, comunque un fatto accaduto realmente. Poi film, sceneggiati, canzoni,
libri; Giuseppe Nicola Summa è conosciuto ma sembra che su di lui debba
rimanere una “Damnatio memoriae” Istituzionale, non va ricordato ufficialmente
perché un brigante. Se Eugenio Bennato ha cantato Ninco Nanco deve morire,
sembra che lo facciamo morire due volte, anche nei ricordi; su lui sono state
scritte poesie ma non c’è un vicolo, una targa, una traccia nel suo paese che
lo ricordi; fuori si; ad Avigliano no. Eppure fa parte della storia; sia di
quella locale che nazionale. Dopo centocinquanta anni ancora dobbiamo
considerare il brigantaggio come una reazione borbonica o un fatto criminale? I
buoni da una parte ed i cattivi dall’altra? E gli eccidi di innocenti della
legge Pica? I massacri di Casalduni? Angelina Romano fucilata a 9 anni come
brigantessa perché si mise a piangere durante una fucilazione sommaria? La
Storia ha sempre due facce come le monete e le medaglie e il brigantaggio fa
parte della nostra storia; nel bene o nel male ma ne fa parte.
Oppure continuiamo con le esaltazioni del re Buono che venne
dalla Savoia e facciamo finta che tutto fu fatto bene specie contro una
popolazione inerme che ebbe crimini sia da una parte che d’altra. Per quanto mi
riguarda Ninco Nanco merita attenzione nel suo paese; quella casa abbandonata
potrebbe essere benissimo trasformata in un museo virtuale sul brigantaggio,
dove lo si potrebbe raccontare senza enfasi e senza retorica per quello che è
stato. Lo stesso Ninco Nanco dovrebbe essere studiato di più; non basta la
lombrosiana biografia del Bianchi. Il personaggio è complesso: orfano si prende
cura dei fratelli ed è un grande lavoratore, va in galera perché dopo essere
stato aggredito da 5 persone si vendica da solo; chiede di entrare nella
guardia nazionale di Avigliano ma viene scartato per il suo passato mentre fior
di delinquenti sono arruolati. Poi la sua morte strana; la doppia versione anzi
le numerose versioni : quella ufficiale che fu ucciso mentre tentava di
aggredire; quelle non ufficiali- compresi i carabinieri- che parlano di un
assassinio premeditato; l’autore fu Nicola Coviello detto “scuma” per vendicare il cognato ucciso dal brigante. Ma forse ha
ragione Bennato” Ninco Nanco doveva morire perche non doveva parlare; avrebbe
detto qualcosa di meridionale… Eppure documenti storici trovati da Donato
Imbrenda fanno capire diverse cose; vero Giuseppe Nicola Summa andò in galera
per essersi vendicato di persona, viene rifiutato dalla Guardia Nazionale per
il suo passato da galeotto ma sono arruolati altri con una fedina penale
peggiore, sempre in una lettera trovata da Donato Imbrenda si parla di un vero
bottino di preziosi e di valori non specificati che Ninco Nanco diede in
custodia ad una della maggiori famiglie di notabili aviglianesi i Labella;
nella missiva il contatto tra il capo brigante ed i Labella esortava i questi
ultimi a recuperare il bottino prima che lo requisisse la Guardia Nazionale.
Storia complicata quella del Summa con tanti intrecci rimasti sconosciuti tra
lotte di potere nel passaggio da un vecchio regno quasi millenario ad il nuovo
dei Savoia. La sua vicenda assieme a quella dl brigante buono Donato Grosso si
intreccia in una Avigliano che fu città di briganti e allo stesso tempo anche
di reazione al brigantaggio, di uomini che si diedero alla macchia e di chi si
arruolò nella Guardia Nazionale. Qualcuno ha ancora paura di Ninco Nanco? Io
credo che Avigliano debba dedicargli un museo non alla sua memoria ma per
narrare un pezzo di storia che ha coinvolto tutti e con episodi misteriosi.
Posso sbagliarmi ma secondo me è l’aviglianese più famoso al mondo o poco ci manca.
Per chi ha tempo e voglia di leggere continui leggendo due versioni
dell’uccisione del brigante..
di Leonardo
Pisani
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Posted by altaterradilavoro on Set 21, 2018
Anche quest’anno, in quel di Pignataro Maggiore, gli AriaNova ci hanno regalato una due giorni immersi nel mondo della musica popolare tradizionale di altissimo livello per la qualità degli artisti che sono arrivati anche dal nord del Regno, l’Abruzzo.
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Posted by altaterradilavoro on Set 2, 2018
L’Annunziata a Napoli luogo speciale, luogo nato per volontà divina attraverso i Napoletani, luogo dove la civiltà della vita ha costruito il suo Tempio quando il controllo della nascite non si faceva con la pratica dell’aborto ma con la ruota che accoglieva i bambini figli di nessuno che diventavano i figli della Madonna.
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Posted by altaterradilavoro on Giu 23, 2018
Con l’avvento del luteranesimo per volontà della “perfida albione” , l’Inghilterra, che aveva pianificato una politica imperialista, inizia la demonizzazione della Chiesa Cattolica e la politica dello “Sputtanapoli”.
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