Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO SECONDO (VIII)

Posted by on Lug 3, 2024

STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO SECONDO (VIII)

Dovremmo smettere di definire certi storici “borbonici” e chiamarli semplicemente “preunitari” o “napolitani” nel nostro caso. Non si  capisce per quale motivo il Colletta che non scrive certo un trattato di obiettività scientifica sia considerato uno storico e i napolitani che scrissero al tempo di Ferdinando II siano considerati dei lacchè di regime.

Gli esuli pagati profumatamente in quel di Torino dal conte di Cavour per scrivere le loro ricostruzioni storiche antiborboniche che cos’erano? I depositari  della verità rivelata?

Buona lettura e soffermatevi sul profluvio veramente impressionante di innovazioni normative operate dal Re Ferdinando II

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IL BRIGANTAGGIO LUCANO (XI)

Posted by on Giu 30, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (XI)

Episodi di brigantaggio nel territorio di Genzano

Il fenomeno del brigantaggio, tranne che per alcuni episodi successivamente considerati, interessa solo marginalmente l’agro di Genzano; tuttavia le autorità governative, nell’intento di assicurare tranquillità anche in queste contrade, decidono di istituire una squadriglia di volontari per prevenire eventuali episodi delittuosi ad opera dell’ Ingiongiolo e del Tortora che in questo periodo vengono spesso avvistati nel territorio di Genzano e nel vicino bosco di Palazzo San Gervasio e Montemilone.

Con nota numero 2735 dell’8 marzo 1864 il Prefetto di Potenza comunica al sindaco di Genzano:

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Il quarantotto, in “Gli zii di Sicilia” (1958)di Leonardo Sciascia letto da Ricciarda Ricorda

Posted by on Giu 29, 2024

Il quarantotto, in “Gli zii di Sicilia” (1958)di Leonardo Sciascia letto da Ricciarda Ricorda

Un narratore anziano, anche se non proprio ottuagenario, rifugiato in una casa della campagna isolana per sfuggire all’arresto dopo aver partecipato ai Fasci siciliani, ripercorre nella scrittura la propria vita, segnata da tappe che corrispondono ai principali avvenimenti del pro- cesso risorgimentale, dal «quarantotto» che, spiega in epigrafe Gaetano Peruzzo nel suo Dizionario siculo-italiano, significa «disordine, confusio- ne, dagli avvenimenti del 1848 in Sicilia», fino all’arrivo dei garibaldini. nel racconto lungo di Leonardo Sciascia, confluito nel volume Gli zii di Sicilia, comparso nel 1958 nella gloriosa collana dei «Gettoni» vittori- niani, come nel romanzo di nievo, Le confessioni d’un italiano, la storia si incarna in personaggi che ne sintetizzano situazioni ed eventi: così le vicende esistenziali dell’io narrante alludono a un esito che, secondo Sciascia, ha caratterizzato il fenomeno dell’unificazione in Sicilia, accettata con partecipazione e convinzione, ma non destinata a produrre nell’isola quel salto qualitativo atteso da un processo storico di simile portata. Si tratta di una posizione che vede nel risorgimento una rivoluzione man- cata e che lo scrittore condivide con la linea siciliana che parte dalla novella La libertà di Verga, attraversa I Viceré di de roberto e I vecchi e i giovani di Pirandello, per giungere fino al Gattopardo di Lampedu- sa, seppure con implicazioni diverse soprattutto sul piano ideologico.

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Ominini italiani, scalatori di vulcani

Posted by on Giu 26, 2024

Ominini italiani, scalatori di vulcani

Avevo pubblicato questo post nel 2022, ma ho deciso di ripubblicarlo dopo aver letto l’intervento sotto quel post di uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio, Adolfo Panarello. Aggiungo il suo intervento tra virgolette e alla fine del post (potete leggere lo screen del suo intervento anche nei commenti), anche perché questo studia merita di essere approfondito e non di essere trattato in modo generale, come ho fatto precedentemente.

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IL BRIGANTAGGIO LUCANO (VIII)

Posted by on Giu 25, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (VIII)

Il “pentito” Giuseppe Caruso

Il capobanda Giuseppe Caruso nato ad Atella il 18 dicembre 1816, era un guardiano campestre dei Saraceno, grossi proprietari terrieri che capeggiavano in Atella il comitato legittimista, a cui fu molto legato, tanto da partecipare ai moti dell’aprile 1861 e a costituire una banda di atellani, agendo prevalentemente nella valle dell’Ofanto (dalla Rendina a Pescopagano).

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