“Ernesto il disingannato” (romanzo del 1874) a cura di Gianandrea de Antonellis (VI)
Capitolo IV. La Cospiratrice
Chi era mai quella signorina veduta da Ernesto nella grotta di Posillipo? Una di quelle donne perdute, che non avendo altro capitale che la loro bellezza, cadute in un primo peccato, non avendo altra via da scegliere per tirare innanzi in qualche [altra] maniera la loro esistenza, sono costrette a vendere i loro vezzi ed il loro corpo al primo offerente, prostituendosi per pochi scudi e diventando a poco a poco non più donne, ma larve e, come le ha chiamate con molto acume e verità un nostro gentile e chiaro scrittore[1], ombre vaganti, non aventi dell’umano che solo la forma e le passioni volgari?
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