Posted by altaterradilavoro on Ott 8, 2019
La Notte della Tammorra 2019 organizzata dal Canto di Virgilio con la direzione artistica di Carlo Faiello che si è tenuta alla rotonda Diaz di Napoli la sera di ferragosto anche quest’anno ci ha regalato importanti novità e grosse emozioni.
Per fortuna non sono mancate le inestinguibili polemiche che alla fine hanno solo certificato la riuscita dell’evento e guai se non ci fossero perché un evento senza polemiche vuol dire che è stato un flop.
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Posted by altaterradilavoro on Gen 16, 2019
Roberto
d’Angiò, detto anche il Saggio, nacque a Napoli nel 1278 e morì nella
stessa il 16 gennaio del 1343. Investito di numerosi titoli fra cui re di Napoli dal 1309 al 1343, re di Sicilia, re titolare di Gerusalemme, duca di Calabria dal 1296 al 1309 e
conte di Provenza e Forcalquier dal
1309 al 1343.
Figlio
terzogenito di Carlo II d’Angiò e di Maria
d’Ungheria, nipote di Carlo I (il quale rese Napoli capitale
per la prima volta nella sua storia) allo scoppio della rivoluzione del Vespro nel 1282, fu
tenuto in ostaggio, insieme ai suoi fratelli, dal re Alfonso III d’Aragona.
Nel
1295,
alla morte del fratello Carlo Martello, divenne erede al trono di Sicilia, dato che
l’altro fratello, Ludovico, vi aveva rinunciato per entrare nell’ordine dei
frati minori francescani e che diventò santo nel 1317, a 20 anni dalla morte.
Celebre è il dipinto di Simone Martini, conservato al Museo di Capodimonte, nel
quale Ludovico di
Tolosa incorona il fratello Roberto, una scena mai
avvenuta nella realtà ma ricca dal punto di vista simbolico. Roberto,
infatti, fu incoronato re di Napoli a Lione da papa Clemente V.
Nel
1297 assunse anche il titolo di duca
di Calabria e sposò
Jolanda (o Violante), figlia del re d’Aragona Pietro III e
della regina Costanza di Sicilia, nonché sorella di Alfonso III e Giacomo II
d’Aragona. Dal loro matrimonio nacquero Carlo e Luigi. Tuttavia quest’unione
non portò la pace tra le due casate, anzi accese ancor più il conflitto che si
concluse solo nel 1302 con la pace
di Caltabellotta, con la quale gli Angioini persero
definitivamente il controllo della Sicilia.
Dopo
soli cinque anni di matrimonio, nel 1303, rimase vedovo di Jolanda
d’Aragona, quindi l’anno seguente sposò
Sancia di Maiorca.
Quando
suo padre, Carlo II d’Angiò, morì, divenne re di Napoli e fu consacrato a Lione da
Clemente V. In qualità di re, Roberto d’Angiò si distinse presto per il suo
intelletto e per la sua audacia politica. Fu, inoltre, accusato ingiustamente
d’aver fatto avvelenare il fratello Carlo e di aver costretto il fratello Ludovico
ad entrare nell’ordine religioso per non avere rivali al trono.
Fu
definito “il Saggio”
o il “Pacificatore”
proprio perché subito dopo esser stato eletto, partecipò attivamente, per un
numero cospicuo di anni, alla riconciliazione fra guelfi e ghibellini. E non
solo. Con lui il regno di Napoli visse un lungo periodo di pace, dopo esser stato per
anni deturpato da guerre.
Diede
al Regno di Napoli una stabilità
politica ed un benessere
economico, incoraggiò l’arte e la cultura, ne è un esempio lo
splendido complesso di Santa Chiara,
edificato per suo volere e dove si trova la sua tomba di straordinaria
bellezza. Fu anche promotore della costruzione della Certosa di San Martino.
La sua corte fu frequentata da illustri personaggi del tempo come Petrarca, Boccaccio, Simone Martini, Tino de Camaino, Giotto. Roberto d’Angiò morì il 19 gennaio 1343 a Napoli, suo successore fu la nipote Giovanna I, figlia di Carlo, suo primogenito.
fonte https://www.vesuviolive.it/cultura-napoletana/194986-roberto-dangio-re-napoli-chiesa-santa-chiara/?fbclid=IwAR33ZdpCtTz0AAVpoHX1M3qFr8d0lrMayCoAjX4SsndKIEsn0F9iVakwk8k
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Posted by altaterradilavoro on Ott 1, 2018
Proviamo ad analizzare il ruolo del Papato tra gli Angioini e gli Aragonesi. Papa Niccolò III (1277-1280) tentò di contrastare Carlo I d’Angiò, il quale aveva impugno tutta l’Italia, per tal ragione lo fece rinunciare al vicariato di Toscana e al grado di senatore di Roma. Sempre in quest’ottica di avversità verso l’angioino appoggiò la congiura dei vespri siciliani, organizzata da Giovanni da Procida e Pietro re d’Aragona. La causa della congiura era che il regno di Sicilia fu usurpato agli Aragona dagli Angiò.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 22, 2018
Nel 1734, Don Carlos di Borbone, duca di Parma e infante di Spagna, approfittando dell’impegno austriaco sul fronte polacco, inizia la conquista dei regni di Napoli e di Sicilia.
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Posted by altaterradilavoro on Lug 21, 2018
Tra le condizioni dell’ investitura pontificia a re di Sicilia, Carlo d’Angiò aveva giurato di ridare agli ecclesiastici tutti i privilegi negati loro dagli Svevi; di restituire alle chiese e ai prelati esiliati i beni occupati dagli Svevi; di cessare gli abusi e di ricondurre il Regno al periodo di pace e giustizia di Guglielmo il Buono.
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