Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Il Museo Borbonico di Napoli in un report del 1851

Posted by on Feb 28, 2024

Il Museo Borbonico di Napoli in un report del 1851

La stampa estera in quel 1851, non fu molto benevola nei confronti del Regno di Napoli. Spesso le invettive politiche sfociavano in offese dirette all’Italia intera ed al Regno di Napoli, in particolare, giudicato da sempre come incapace a governare e dedito solo allo sperpero delle risorse economiche, al gozzoviglio.

Non fu prodiga di elogi la stampa estera ed in particolare puntava il dito sulla sporcizia del Regno di Napoli, sulla povertà dilagante, sulle condizioni pessime della popolazione sempre più vessata dalle gabelle ed incline a delinquere. Tuttavia Napoli restava una tappa fondamentale di quel Grand Tour che non si era mai spento. E la visita al Grande Museo Archeologici della capitale del Regno, non poteva mancare nei taccuini dei ricchi viaggiatori.

In questo contributo, un breve spaccato della storia del Museo Archeologico di Napoli ed una stampa, che ha l’intento di arricchire la collezione privata del nostro lettore. Non è facile ritrovare documenti iconografici che in qualche modo attestano la storia, l’evoluzione morfologia del monumento.

Aniello Langella

fonte

Il Museo Borbonico di Napoli in un report del 1851 – VesuviowebVesuvioweb

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OSPEDALE G.MOSCATI DI AVELLINO UN’ECCELLENZA IRPINA NELL’EX REGNO

Posted by on Feb 23, 2024

OSPEDALE G.MOSCATI DI AVELLINO UN’ECCELLENZA IRPINA NELL’EX REGNO

Viviamo l’epoca dove ci si lamenta di tutto, un popolo italiano divenuto ipocondriaco, lagnoso ed infantile a cui non sta bene nulla dei servizi che riceve e forse anche a ragion veduta, forse perché è diventato opulento? Perché siamo a fine Impero? È difficile dirlo ma certo non muove un dito per far si che le cose possano cambiare, anche se nelle ultime tornate elettorali il forte astensionismo ci fa comprendere che quanto meno dei partiti è nauseato. Platone affermava che non servono buone leggi per fare una buona giustizia ma dei buoni giudici e se questo concetto lo trasferiamo a tutti i servizi pubblici non possiamo non essere d’accordo e lo dimostra la vicenda personale che mi è capitata nei giorni scorsi. Mandato a casa per ben due volte dall’ospedale di Cassino per un problema fisico non trascurabile mi sono ritrovato, per motivi che non sto qui a spiegare, all’Ospedale Civile G. Moscati di Avellino dove ho ricevuto dal primo giorno che sono entrato fino a quando sono uscito, un servizio, un’attenzione e cure di altissimo livello. Al pronto soccorso, da considerare che è quello di un capoluogo di provincia, appena arrivato nonostante ci fossero due medici e quattro infermieri tutti noi ricoverati abbiamo ricevuto la migliore assistenza possibile, tutti sapevano cosa fare nella massima collaborazione e rispetto reciproco, il medico più anziano si poneva con la sua collega giovanissima come se stesse parlando con una coetanea e infermieri a cui bastava dire una parola che sapevano cosa fare. La mattina quando c’è stato il cambio del personale medico e infermieristico c’è stata una continuazione nelle consegne senza un attimo di pausa, i nuovi arrivati sembravano delle “mietitrebbie” e in pochi minuti e ci hanno accudito e servito come meglio non si poteva dimostrando una professionalità di alto livello che si poggia su una piattaforma di umanità che solo le nostre genti, le genti napolitane, possono offrire.

Trasferito nel reparto le cose non sono cambiate nonostante il poco personale,  il livello di assistenza è rimasto molto alto con medici ed infermieri che senza lamentarsi del lavoro estenuante causa l’assenza di ricambi adeguati, erano li a lavorare con l’unico scopo di curare e assistere i pazienti nel pieno rispetto del magistero medico a cui si sono affidati fin dal giorno seguente al conseguimento della laurea e sempre con un forte senso di umanità. Certo qualcuno di girato di scatole c’era ma non ci ho fatto caso e non mi ha infastidito in nessun modo perché si sfumava e veniva assorbito dal resto della truppa.

Un altro dato importante e che c’era una marea di giovani, ben supportati da quelli più anziani, molto preparati e con gran bella dose di allegria che contagiavano i reparti e  che hai miei occhi sono apparsi  non come “la meglio gioventù” che alla fine ha portato il mondo occidentale a queste condizioni, ma “la bella gioventù” che nonostante il transumanesino, a cui la “gnosi” vuole portarci, è l’argine più forte affinchè questo disegno non si compia e sono certo che metteranno a posto i disastri che la nostra generazione, arcobalenica e panteista, ha creato. Il senso civico, l’essere educati e politicamente corretto non vuol dire “umanità” e questi ragazzi, ce ne sono tanti, saranno quelli che riporteranno “l’uomo” nella sua giusta dimensione, creatura divina.

Concludo qui lanciando un appello al popolo irpino ad essere comprensivi ed aiutare il Moscati di Avellino perché è una ricchezza vostra di cui dovete essere fieri e orgogliosi e, altresì, lancio un appello alla classe dirigente e politica campana e italiana di non far morire queste eccellenze pubbliche perché come di dice a Napoli “il Padre Eterno non paga mai di Sabato!!!”                

Claudio Saltarelli

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“IL RISANAMENTO NEL REGNO DELLE DUE SICILIE” NE PARLIAMO CON CLAUDIO ROMANO

Posted by on Feb 15, 2024

“IL RISANAMENTO NEL REGNO DELLE DUE SICILIE” NE PARLIAMO CON CLAUDIO ROMANO

Claudio Romano e Antonio Fomicola sono diventati senza ombra di dubbio dei principi della ricerca d’archivio storica dedicata al periodo borbonico del Regno delle Due Sicilie, una ricerca iniziata oltre 40 anni fa che ha portato alla luce una mole di documenti mastodontica importanti per un quadro più preciso e reale sull’ultimo periodo del Regno. Abbiamo già ospitato Claudio Romano per parlare dei testi “1860: LA VERITA”, che ha in dote documenti importanti ed inediti sugli ultimi mesi di vita del Regno, e Napoli 9 Gennaio 1799 “Una Flotta in Fumo”, che narra la verità sulla distruzione della flotta napoletana nel 1799, e venerdi 16 febbraio alle ore 21 lo ospiteremo ancora una volta per parlare del risanamento del Regno delle Sicilie grazie all’opera chirurgica e onesta di Ferdinando II di Borbone che ereditò dal padre Francesco I un Regno sull’orlo del fallimento, per vederlo basta cliccare di seguito

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Diario dell’ultimo viaggio di Ferdinando II Re del Regno delle Due Sicilie nelle Puglie

Posted by on Feb 15, 2024

Diario dell’ultimo viaggio di Ferdinando II Re del Regno delle Due Sicilie nelle Puglie

Nel gennaio del 1859 il Re Ferdinando II volle intraprendere un viaggio verso le Puglie per incontrare la principessa Maria Sofia von Wittelsbach che da Trieste doveva giungere via mare a Manfredonia per sposare il figlio del Re, Francesco di Borbone duca di Calabria. Nonostante le avversità atmosferiche, il suo passaggio nelle terre pugliesi fu caratterizzato dal più vivo omaggio delle popolazioni. Il Re si mostrò attento alle esigenze dei paesi che visitò e offrì loro il sostegno di cui necessitavano per lo sviluppo sociale ed economico. L’autore, attraverso una cronaca giornaliera, ripercorre il viaggio di Re Ferdinando portando alla luce episodi e testimonianze umane che la storiografia ufficiale ha artatamente occultato. Rivivono nelle pagine del diario atteggiamenti di fedeltà verso quel Re da parte di burocrati periferici del regno che pagarono con l’allontanamento dagli incarichi pubblici una devozione senza limiti. Costoro scrissero una pagina di onestà intellettuale dell’uomo del Sud, ma la “nuova” Italia distrusse il loro ricordo  per costruire un diverso uomo meridionale, dipinto come opportunista e sempre pronto a legarsi al carro dei vincitori. Vengono ricordate, al contrario, le masse contadine e borghesi che riempirono le strade e le città attraversate dal corteo reale per osannare il Re. La malattia che colse Ferdinando II durante la permanenza nelle Puglie, e che lo porterà alla morte appena rientrato a Caserta, è registrata nella sofferenza del Sovrano e di quanti lo assistettero. Il periplo marittimo del regno che il Re, imbarcato sulla nave reale Il Fulminante, fece per rientrare moribondo a Caserta è racchiuso nelle ultime pagine di questo lavoro che vuole essere un omaggio verso la memoria del Grande Ferdinando II, autenticamente Padre dei suoi Popoli.

Francesco Maurizio Di Giovine, di antica e nobile famiglia di Lucera (Capitanata), è sposato, ha tre figlie e vive a Bologna. È laureato in Scienze Politiche. Storico per passione, ha pubblicato diversi saggi di storia militare e civile del regno delle Due Sicilie: 1799, Rivoluzione contro Napoli (1988); La difesa militare delle Due Sicilie nell’opera collettanea La difesa del regno (2001); La dinastia borbonica. La vita politica e amministrativa nel regno delle Due Sicilie: 1734-1861 (2011). Per i tipi di Controcorrente ha curato ed introdotto 1860-1861 l’Assedio di Gaeta di Teodoro Salzillo (2000); ha dato alle stampe L’età di Re Ferdinando (2006) e Pagine di storia militare del Regno delle due Sicilie (2018); ha scritto inoltre uno dei quattro saggi del volume pubblicato per completare, con sommario e indici, la traduzione della monumentale Napoli Spagnola di Francisco Elías de Tejada (2019).

È il presidente degli Incontri Tradizionalisti di Civitella del Tronto e fa parte degli “Amici della Nunziatella”. Tra le opere pubblicate ricordiamo anche il romanzo storico A Civitella del Tronto con i soldati del Re (2016) ed i saggi Gli zuavi pontifici e i loro nemici (2020) e Breve storia del Carlismo nella penisola italiana (2022).

di Francesco Maurizio Di Giovine

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