Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

L’altro D’Azeglio: gesuita contro l’Unità, di Filippo Rizzi

Posted by on Lug 18, 2022

L’altro D’Azeglio: gesuita contro l’Unità, di Filippo Rizzi

Condannato all’oblio per le sue posizioni anti-risorgimentali e rimosso per molti anni dalla storiografia ufficiale per aver difeso a oltranza il magistero di Pio IX (prima e dopo l’Unità d’Italia), ma soprattutto per essere stato il principale «martello delle concezioni liberali» – secondo una felice definizione di Antonio Messineo. 

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IL 1799 Ideali ed eventi nel Salernitano (XIII) chiusura con appendice di Franco Manzione

Posted by on Lug 17, 2022

IL 1799 Ideali ed eventi nel Salernitano (XIII) chiusura con appendice di Franco Manzione

Eboli, 27 Marzo 1799.

[…] Costituiti avanti di Noi Onofrio la Torraca, Vito Agosto, Pietro Capo, Emidio Cataldo, e Vitantonio di Amato, naturali di questa Città di Evoli, abitanti li sudetti la Torraca, Agosto, e Capo, nel luogo detto lo Pendino in prospettiva della Casa Palaziata del fu don Vincenzo Ferrara, e confidenti essi nemmeno, che li sudetti Cataldo, ed Amato di detta Casa, per tale occasione, e cause li medesimi non per forza, o inganno, ma spontaneamente avanti di Noi, mediante il loro giuramento tactis, attestano, e fanno fede sapere benissimo, e costarli di certa scienza, come la famiglia del sudetto fu don Vincenzo Ferrara naturale di Evoli viene rappresentata, e […] dalla di lui Moglie, vedova signora donna Margherita Mirto, e di lui sorella donna Maddalena Ferrara vedova del fu dottor don Pasquale Gatta della Città di Sala, e dalli di lui figli procreati con detta signora di Mirto per nome don Bernardino, e donna Maria Susanna Ferrara, ambedue di età pupillare.

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Il Piemonte annullò lo stato sociale che i Borbone avevano eletto a patrimonio morale.

Posted by on Lug 17, 2022

Il Piemonte annullò lo stato sociale che i Borbone avevano eletto a patrimonio morale.

Quando si parla d’industria, l’immaginario collettivo pensa al Nord, pensa al triangolo industriale Milano, Genova, Torino, come se il Padreterno avesse eletto i padani a condurre l’economia, come se i meridionali fossero incapaci di produrre beni, ma solo in grado di consumare ricchezza. Leggendo le statistiche del primo censimento dell’unità d’Italia, ci accorgiamo che gli addetti nell’industria erano 1.595.359 nel Regno delle Due Sicilie contro i 376.955 del Regno di Sardegna, i 465.003 della Lombardia, i 66.325 del Ducato di Parma, i 71.759 di Modena, Reggio Emilia e Massa, i 130.062 della Romagna,i 16.344 delle Marche, i 10.955 dell’Umbria, i 33.456 della Toscana.

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