Posted by altaterradilavoro on Mar 31, 2017
LA BREVE FANCIULLEZZA
Principessa tedesca, appartenente alla Casata di Wettin, nacque a Dresda il 24 Novembre 1724 nel Palazzo di Zwinger.
Terza, di quattordici figli di Augusto III di Polonia Elettore di Sassonia e di Maria Giuseppa d’Austria (figlia dell’Imperatore Giuseppe I); le furono imposti i nomi di Maria Amalia Cristina Francesca Saveria Flora Walburga.
Read More
Posted by altaterradilavoro on Mar 25, 2017
L’ INFANZIA SPENSIERATA E L’ADOLESCENZA
Maria Sofia Wittelsbach regina delle due Sicilie nacque a Possenhofen, in Baviera Il 4 Ottobre 1841 da Massimiliano duca di Baviera, e dalla principessa Ludovica di Baviera figlia di Massimiliano I re di Baviera.
Read More
Posted by altaterradilavoro on Mar 8, 2017
Maria Sofia, forte del suo temperamento tedesco, malgrado la giovanissima età, capì subito che la politica del Regno era nelle mani di Maria Teresa, che godeva dell’appoggio della Corte e del partito filoaustriaco. La regina madre, infatti, aveva esercitato tutta la sua influenza sul marito, pur essendo Ferdinando autoritario e deciso, e pensò di continuare l’opera di soggezione con il nuovo re, di cui conosceva il carattere timido e remissivo.
Read More
Posted by altaterradilavoro on Ago 29, 2016
quando pensammo un titolo per il convegno di sabato pomeriggio ci venne in mente, per quanto riguarda la regina maria sofia, “la brigantessa con la corona” e nel divulgarlo “Michelina aspetta la regina”, se queste didascalie alla fine si sono rilevate azzeccatissime questo lo dobbiamo ad Erminio De Biase che da napoletano verace ha tenuto una relazione unica, emozionante e appassionata. prima di invitarvi a leggere di seguito la relazione, che al contrario di altre volte pubblico subito, una parola va a norma mazzoccoli che ha recitato in maniera encomiabile la poesia di Ferdinando Russo che nell’articolo compare. L’Associazione Identitaria Alta Terra di Lavoro ringrazia il Museo Historicus nella persona di Angelo e della sua gentile Sig.ra Maria Cristina, Norma Mazzoccoli, Nicola D’Agostino e i relatori Prof. D’Agostino, Prof. De Biase e lo storico Laborino Riccardi per l’impegno profuso affinché l’evento potesse riuscire nel miglior modo possibile.
Read More
Posted by altaterradilavoro on Mar 9, 2016
fonte istitutodelleduesicilie
Nel novembre del 1924 il giornalista del “Corriere della Sera” Giovanni Ansaldo si recò a Monaco per intervistare Maria Sofia di Baviera, l’ultima regina di Napoli. Il marito, quel Francesco II di Borbone, al quale con un gravissimo atto di pirateria era stato sottratto tanti anni prima un legittimo regno, era ormai da tempo passato a miglior vita e Maria Sofia viveva gli ultimi scampoli della sua lunga e travagliata esistenza (era nata nel 1841), in un vecchio ma imponente palazzo adagiato sulla Ludwigstrasse, ospite di un nipote, figlio del duca Carlo Teodoro di Baviera. Il giovane giornalista si trovò di fronte una vecchia signora (aveva già 83 anni) che, però, malgrado le tante vicissitudini, niente aveva perso della sua regalità e del suo innato charme. Maria Sofia era ancora lucidissima e ricordava perfettamente il suo fin troppo breve ma felice periodo napoletano quando per tutti era “la regina”. Nel corso dell’intervista non vengono risparmiati giudizi taglienti riguardo ai Savoia che a quel tempo, è bene ricordare, erano ancora saldamente seduti sul trono d’Italia. Ad un certo punto Maria Sofia diventa persino profetica quando esclama: “Il modo in cui loro hanno trattato noi è di brutto augurio. Dio non voglia che un giorno, anch’essi, non abbiano da difendere, dall’esilio, i loro patrimoni personali”. Profezia, ahimé, veritiera solo in parte. I Savoia, infatti, nel momento della fuga, furono molto più astuti e previdenti provvedendo in anticipo a spostare nei capienti forzieri svizzeri il loro inestimabile tesoro. Quel tesoro che era stato largamente rimpinguato grazie alle ruberie e ai furti perpetrati a Napoli e nel meridione tutto. Il giornalista resta rapito dalla determinazione e dall’energia della vecchia regina che di lì a qualche mese renderà l’anima a Dio, tanto che non riesce più ad articolare domande. Alla fine, in maniera alquanto impacciata e goffa, si congeda dalla regina e si reca in albergo a scrivere il suo pezzo. Quell’incontro, però, rimarrà impresso a lungo nella sua mente e nel suo cuore. Anche perché incontrare una persona di così elevato spessore e di così forte tempra, non era di certo cosa usuale. Maria Sofia, infatti, fino all’ultimo istante della sua vita, era rimasta e si sentiva regina. La regina di un Regno che era stato grande e che, proprio sull’esempio mirabile di cotanta donna, vorrebbe ardentemente tornare ad esserlo.
Read More