i svolgerà a Marzo la II edizione del “Certamen HistoricumNeapolitanum Francesco II di Borbone “, organizzato dalla Fondazione Il Giglio.
La competizione prevede due prove: la prima è riservata agli studenti del IV e V anno delle scuole superiori e prevede la risposta ad un quesito storico sulla vita di Francesco II di Borbone e la redazione di un tema proposto da una traccia.
La seconda è riservata agli studenti di musica fino al 21° anno di età e prevede l’esecuzione dell’Inno delle Due Sicilie, di Giovanni Paisiello, e di un brano musicale della durata massima di 15’, tratto dal repertorio di Domenico Scarlatti, Francesco Durante, Giovan Battista Pergolesi, Niccolà Jommelli, Niccolò Piccinni, Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello.
Il calendario delle prove è il seguente:
Prova scritta (in presenza): 6 Marzo 2023 ICS Santagada, Plesso Caportano, Via Caportano, 14 bis – PORTICI (Napoli)
Prova musicale (in presenza ed on-line): 13 MARZO 2023 ICS Santagada, Plesso Caportano Via Caportano, 14 bis – PORTICI (Napoli)
I vincitori delle due sezioni riceveranno un premio in denaro di € 250; ai secondi classificati andrà una medaglia in argento, a tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato.
La Giuria del premio, composta da docenti universitari e degli istituti superiori, musicisti e dal presidente della Fondazione Il Giglio, Marina Carrese, è presieduta da S.A.R la PrincipessaBeatrice di Borbone-Due Sicilie. (LN169/2023)
Nel maggio del 1770 il musicista rimase travolto dalla musica e della cultura partenopea “Napoli è bella, ma piena di gente come Vienna e Parigi. E per quanto riguarda l’impertinenza del popolo a Londra e a Napoli, non so se Napoli non abbia la meglio su Londra”.
Tanto bravo quanto umile il Maestro Piero Ricci! Ama definirsi uno “zampognista”, ed a ragione, poiché è proprio lui che ha dato una nuova forma di dignità alla zampogna, lo strumento musicale che caratterizza la tradizione, la storia, la cultura e la musicalità di buona parte dell’Appenino centro-meridionale.
Molto mi chiedono ma perchè insisisti ad evidenziare che la musica popolare “nostra” è colta perchè è figlia del Regno di Napoli?spiegare in un minuto non è possibile perchè bisogna parlare diFerdinando IV, tutti gli artisti della musica popolare dovrebbero avero una sua foto nel portafogli, della nascita dei conservatori, di Lombroso che tanto danno ancora fa nel terzo millennio alle genti napolitane ma Paisiello, considerato dai contemporanei il numero 1 tra i compositori davanti anche aMozart, lo posso scomodare perchè portò a corte la zampogna scrivendo sinfonie per lo strumento di Nostro Signore, ricordo che ci troviamo nell’epoca d’oro della musica dove Napoli era il centro del mondo e dove le voci bianche, con Farinelli in testa, erano assolute protagoniste. Abbiamo scoperto che l’Italia aveva messo i fuorilegge gli Zampognari e che, non riuscendoci per via prefettizia, lo tentò relegando la Zampogna a strumento folkloristico o dei pastori ma come abbiamo visto fallendo anche questa volta. Della aristocatricità della Zampogna ne abbiamo già parlato con Marco Tomassi che ha ricostruito la Sordellina Napoletana e per aver vinto il Premio Terra Laboris 2022 e questa volta lo faremo con chi la Zampogna l’ha riportata a corte e parlo di Pietro Ricci, comunemente chiamato Piero, che l’ha rimessa sul trono con le sue ricerche, con la sua particolare costruzione, e con le sue composizioni fino a suonarla alla Scala di Milano grazie a Riccardo Muti, ricordo che il M.so è nato a Napoli per volontà della madre che presagendo la carriera musicale del figlio disse che andando in giro per il mondo con un biglietto da visita così prestigioso avrebbe avuto degli innegabili vantaggi. Il M.so Piero Ricciha molto da raccontare e ci darà l’onore di farlo martedi 29 novembre alle 21 in diretta su i nostri canali come di seguito riportiamo
La FITP (Fondazione Italiana Tradizioni Popolari) della Regione Lazio ha organizzato una due giorni a Carpineto Romano, il 18 e 19 giugno 2022, dedicato alle danze popolari del Lazio diviso un due momenti il primo dedicato ad una tavola rotonda di studi coordinata e moderata dell’amico Luciano Bonventre il secondo invece dedicato alle esibizioni artistiche di vari gruppi che venivano dalle province della regione Lazio. La kermesse è stata veramente interessante e stimolante dal punto di vista artistico e culturale e da identitario napolitano non potevo non notare che anche questa volta Napoli e il suo Regno sono stati protagonisti, infatti la maggioranza dei gruppi provenivano da Amatrice e dall’alta Terra di Lavoro che le proprie tradizione nelle danze e nella musica popolare e figlia della loro appartanenza, per quasi 8 secoli, al Regno di Napoli dove la musica era l’industria nazionale, dove nascono i conservatori e dove l’interscambio tra il “San Carlo” e il mondo popolare era continuo creando arte musicale che nutriva il mondo e che sono le basi della musica contemporanea. Abbiamo ascoltato che sono stati trovati in archivi romani spartiti e documenti della musica e delle danze popolari che in quelle due sere sono state rappresentati ma a questo punto, visto che sono rari trovarli negli archivi laziali, perchè non andare a rovistare negli archivi di Caserta e soprattutto Napoli? in nessuna parte al mondo ci sono archivi musicali ricchi come quelli napolitani e di conseguenza saranno pieni di documentazione relativa ad alcuni territori che oggi appartengono alla regione Lazio. Non dimentichiamo che Ferdinando IV fece trascrivere Ballarelle e Saltarelli e che Paisiellocompose sinfonie per Zampogne, di seguito la serata integrale del 18 di giugno che martedi 12 marzo alle 21 potete apprezzare