Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

LA BATTAGLIA DI CAIAZZO

Posted by on Giu 26, 2017

LA BATTAGLIA DI CAIAZZO

Nel 1860, Caiazzo, era il passaggio obbligato dei Regi che da Capua (poderosa fortificazione simile alla odierna città militare della Cecchigliola nei pressi di Roma) avessero voluto raggiungere Caserta passando per i ponti dell’acquedotto Carolino. La sua importanza strategica era vitale, perché una volta raggiunta Caserta sarebbe stato facile ributtare i Garibaldini a mare.

Fatta questa breve premessa parliamo degli avvenimenti.

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La Battaglia del Garigliano, celebrazione “bipartisan” al ponte Ferdinando

Posted by on Giu 2, 2017

La Battaglia del Garigliano, celebrazione “bipartisan” al ponte Ferdinando

CAPUA – Con una visita al ponte borbonico sul Garigliano in località Minturno, già Traetto, effettuata il 22 giugno 2011 in compagnia degli amici Giancarlo Rinaldi e Roberto Della Rocca, ho avuto la conferma di quanto avevo appreso nei giorni precedenti circa un intervento commemorativo svolto in quel luogo a cura della Provincia di Latina e del Comune di Minturno con il patrocinio e la partecipazione della Sovrintendenza Archeologica del Lazio, la quale ultima detiene il ponte in consegna, data la vicinanza del polo archeologico delle rovine della antica Minturnae.

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LA BATTAGLIA DI CAIAZZO 1860

Posted by on Ott 27, 2016

LA BATTAGLIA DI CAIAZZO 1860

Nel 1860, Caiazzo, era il passaggio obbligato dei Regi che da Capua (poderosa fortificazione simile alla odierna città militare della Cecchignola nei pressi di Roma) avessero voluto raggiungere Caserta passando per i ponti dell’acquedotto Carolino. La sua importanza strategica era vitale, perché una volta raggiunta Caserta sarebbe stato facile ributtare i Garibaldini a mare.

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Quegli assassini dei fratelli d’ Italia di Angelo Manna

Posted by on Lug 11, 2024

Quegli assassini dei fratelli d’ Italia di Angelo Manna

La premessa

SETTARISMO INDECENTE

Nell’agosto del 1961, mentre anche tutto il Sud celebrava il centenario dell’unità d’Italia fra masochistici evviva e tripudi di tricolori (e ne frusciava danaro pubblico in alza-bandiere e marce-reali…), ci armammo di blocco-notes e magnetofono e partimmo alla volta di Casalduni e di Pontelandolfo dove celebrammo alla nostra maniera (come dire a nostre spese e contro-corrente…) il centenario che ci parve più consono: il centenario dei massacri, degli stupri, dei furti e degli incendi patiti dalla povera gente di quelle strapovere terre sannite che la gloriosa massacratrice Italia-una ebbe il cinismo fottuto di ribattezzare terre di briganti.

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