Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Cosimo de Gioia ricorda don Massimo Cuofano: il discorso sui martiri di Pontelandolfo.

Posted by on Ago 20, 2019

Cosimo de Gioia ricorda don Massimo Cuofano: il discorso sui martiri di Pontelandolfo.

di Cosimo de Gioia

Bari, 12 agosto 2019

Carissimi Compatrioti,

in questo breve periodo di pausa dal lavoro, mi sono dedicato a studiare il pensiero di Don Massimo Cuofano attraverso l’analisi di alcuni suoi discorsi. Don Massimo, pur avendo una cultura molto profonda, non parlava da cattedratico, parlava a braccio, rendendo i suoi interventi interessanti sia per i significati che per le grandi emozioni che ci trasmetteva. Vi propongo la sbobinatura del potente e, nello stesso tempo, dolcissimo discorso che, nel 2012, Don Massimo tenne a Pontelandolfo per commemorare il vile eccidio del 14 agosto 1861. Buona estate.

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PONTELANDOLFO, ABORTO E RADIO RADICALE SIMBOLO DEL PENSIERO UNICO

Posted by on Mag 22, 2019

PONTELANDOLFO, ABORTO E RADIO RADICALE SIMBOLO DEL PENSIERO UNICO

Il trucco dei Giacobini fin dal 1789 e quello di far passare come “libero pensiero” quello che è il loro vero cavallo di battaglia, la dittatura del “pensiero unico”. Un megafono autorevole di questa ideologia “gnostica” è certamente Radio Radicale che in questi giorni sta conducendo una legittima battaglia sulla propria sopravvivenza che potrebbe essere una nobile lotta che tutti dovremmo sostenere a cominciare da me. Dopo aver ascoltato la trasmissione del 16 di maggio a cura di Alessandro Barbano in cui veniva denigrata la legge contro l’aborto che stanno approvando in uno degli stati degli U.S.A. e a seguire veniva derisa la tesi dei neoborbonici, è il termine che viene usato dagli “gnostici giacobini” quando ci vogliono deridere, sui drammatici fatti di Pontelandolfo.

A questo punto dico che sono a favore di continuare a finanziare con i soldi pubblici Radio Radicale, anzi aumenterei i finanziamenti, ma a condizione che tutti devono avere lo stesso spazio, gli abortisti come i no-abortisti, i risorgimentali come gli identitari in nome della reale libertà di stampa e del vero libero pensiero che deve diventare l’humus del libero arbitrio. Non vi informo su quanto detto nella trasmissione e chi vorrà farlo può ascoltare gli ultimi 9 min. del programma in cui vengono toccati i suddetti temi e se qualcuno pensa che è una mia esagerazione lo invito a denunciarla

Claudio Saltarelli

fonte https://www.radioradicale.it/riascolta?data=2019-05-16

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PONTELANDOLFO 1861: no, la storia è sempre la stessa!

Posted by on Mag 20, 2019

PONTELANDOLFO 1861: no, la storia è sempre la stessa!

Qualche domenica fa, passeggiando per il centro di Sant’Agata dei Goti, mi incuriosì il testo di una locandina che faceva mostra di sé nelle vetrine di quasi tutti i negozi del paese invitando alla presentazione di un libro il cui autore era un certo Giancristiano Desiderio.

        L’incontro, infarcito dalla presenza di tanto illustri quanto altrettanto sconosciuti storici c’era stato solo il giorno prima e… quanto mi rammaricai di non aver potuto parteciparvi! Gli argomenti mi stuzzicavano ma… ormai era fatta. Per una riflessione, però, sono ancora in tempo.

        Innanzitutto, già dalle parole del manifesto era chiaro che l’autore fosse un paladino dei piemontesi, degli invasori. Era lampante che egli appartenesse allo stesso filone: un diretto discendente di coloro che applaudirono gli stessi i savoiardi, cioè gli invasori di cui sopra.  Lo strano, però, era il fatto che il Corriere del Mezzogiorno, diretta emanazione del Corrierone nazionale, dedicasse ben un’intera pagina a quel libro! Un testo, oltretutto, edito da una casa editrice “minore”, oltre che meridionale. La spiegazione non poteva essere che una sola, lapalissiana: era un affare, diciamo così, di… “famiglia”. Già, perché non bisogna dimenticare che il Corriere della Sera, fondato da un ex garibaldino, nel corso della sua storia è stato sempre in… odore (odore?) di massoneria. Motivo per il quale un malpensante come me ha immediatamente dedotto che autore… editore… recensore… e quotidiano siano tutti affratellati, insomma facciano parte tutti della stessa famiglia liberal massonica…

A prescindere da queste considerazioni “formali”, sono – però – alcune affermazioni dell’articolo che turbano: il fatto di sangue più atroce di quell’agosto ci fu il giorno 11, quando i soldati furono uccisi da prigionieri e disarmati… Quella subìta dai militari sabaudi sì che fu una vera e propria strage mentre a Pontelandolfo, invece, i morti furono “solamente” tredici (di cui “solo” dieci pontelandolfesi furono uccisi, gli altri tre morirono intrappolati nell’incendio (per autocombustione?!?) della propria abitazione… e dunque non fu una strage…

Probabilmente l’esimio (!) autore del saggio sarà a conoscenza di una codificazione a noi ignota che fissa la definizione di strage a partire solo da un certo numero di morti.

È bene aggiungere anche che i bravi bersaglieri, di ritorno da Pontelandolfo fucilarono diligentemente altri sette cittadini di un paese vicino, Fragneto Monforte, e siamo a venti. Che ne dici, Gian…Cristiano, questo numero ti va bene per definire quell’azione dei piemontesi una strage?!?!

Forse, solo su una cosa, egli ha ragione: quando accusa chi, con una certa faciloneria, se non addirittura imperdonabile superficialità, riporta gli avvenimenti gonfiando notevolmente numeri e dati. Da qui, l’accusa ai filoborbonici di costruire su questi “falsi dati” i loro miti positivi… È, infatti, grazie a costoro, a questi neo “vati” (che hanno avuto la fortuna di inserirsi in un contesto ideologico nel momento più propizio, appropriandosi di lavori altrui ed elaborandoli a loro piacere, senza i dovuti, necessari riscontri e, soprattutto, ben guardandosi dal citarne le fonti) che la nostra revisione storica offre il fianco, venendo accusata di falso e diventando, così, vulnerabile e facilmente attaccabile. E si rischia non solo di buttare al vento tutto il lavoro fatto da anni ma, soprattutto, si rischia di seppellire di nuovo i martiri di Pontelandolfo, di Casalduni, di Fragneto Monforte e di tanti altri posti sotto la tossica polvere della storiografia ufficiale.

Erminio de Biase

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La strage di Pontelandolfo e Casalduni

Posted by on Ott 23, 2018

La strage di Pontelandolfo e Casalduni

Nell’agosto del 1861, a pochi mesi dalla nascita ufficiale dello Stato Unitario, si verificò un evento, nelle terre del Beneventano, rimasto quasi del tutto sotto silenzio per circa 150 anni: la cosiddetta strage di Pontelandolfo e Casalduni. Sono, queste, due piccole cittadine del Sannio; Pontelandolfo è oggi probabilmente maggiormente conosciuta e famosa per i festeggiamenti del Carnevale, festeggiamenti che culminano con il noto gioco della ruzzola.

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Pontelandolfo e Casalduni Polibio redivivo!

Posted by on Ago 19, 2018

Pontelandolfo e Casalduni Polibio redivivo!

Ho appena letto il nuovo msg [in cui si parla di un recente testo che minimizzerebbe l’entità degli eccidi di Pontelandolfo e Casalduni – N d. R.] della rete delle Due Sicilie, ecco come zittire il “grande studioso” !!!

E’ inutile citare uno storico contemporaneo per smentire un altro storico (o presunti tali), se non conoscessi le fonti dell’evento storico in questione, penserei “‘a parola mia, contra ‘a toia, chissà addò stà a’ verità!”

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