Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

PARLIAMO MALE DI GARIBALDI

Posted by on Feb 10, 2021

PARLIAMO MALE DI GARIBALDI

Solo da poco il Regno di Napoli e delle Due Sicilie è stato conquistato dal Piemonte. La spedizione dei Mille di Garibaldi ha compiuto l’unità d’Italia. Il Re di Napoli, Francesco II di Borbone, è fuggito prima a Gaeta, poi a Roma dove il Papa (Pio IX)lo ha ospitato a Palazzo Farnese e dove il Sovrano in esilio mantiene stretti contatti con i suoi partigiani, ancora innumerevoli nelle terre occupate e ancora non rassegnati alla sconfitta.

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Un altro episodio di pulizia etnica piemontese ancora tenuto nascosto dalla storia ufficiale

Posted by on Nov 8, 2020

Un altro episodio di pulizia etnica piemontese ancora tenuto nascosto dalla storia ufficiale


LA COLONNA INFAME

Nel 1860, i lerci invasori nordisti se pensavano che, con la sconfitta dell’Esercito delle Due Sicilie, la conquista del Reame era cosa fatta, fecero male i conti. La tempesta vera era ancora di là da venire, acerba, sanguinosa, crudelissima, tale che il Mack Smith poté affermare: “i morti superarono quelli di tutte le guerre del risorgimento messe assieme“, parole quasi con certezza veicolate da un discorso di Francesco Saverio Nitti: “Ed è costata assai piú perdita di uomini e di danaro la repressione del brigantaggio di quel che non sia costata qualcuna delle nostre infelici guerre dopo il 1860” (Basilide del Zio: il brigante Crocco, Polla editore).

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L’ITALIA CONTESA “NAZIONE NAPOLETANA” E “NAZIONE ITALIANA” IN GIACINTO DE SIVO

Posted by on Ago 13, 2020

L’ITALIA CONTESA “NAZIONE NAPOLETANA” E “NAZIONE ITALIANA” IN GIACINTO DE SIVO

1. Un legittimista scomodo

Il 14 febbraio 1860, a bordo del piroscafo francese La Mouette, l’ultimo re delle Due sicilie abbandonava per sempre il territorio del regno per rifugiarsi tra le mura amiche della Roma papalina. Le precarie condizioni dell’Italia unita, travagliata dall’insorgenza legittimista nelle province meridionali e dal grave dissesto finanziario, alimentarono però a lungo le illusorie speranze della corte borbonica in esilio di una repentina restaurazione. In breve spazio di tempo, la capitale papale divenne il punto di aggregazione del variegato legittimismo in esilio costituendo la centrale naturale della propaganda borbonica e clericale contro il neonato Regno d’Italia.

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Radici giacobine del fascismo? Breve commento alle tesi di De Felice

Posted by on Giu 25, 2020

Radici giacobine del fascismo? Breve commento alle tesi di De Felice

Come è noto, Renzo De Felice, prima di affermarsi a livello mondiale come lo storico per eccellenza del fascismo (movimento e regime), dedica le sue ricerche al giacobinismo.
Il giacobinismo italiano è infatti il suo principale tema di ricerca e di studio fino all’inizio degli anni sessanta(1); le sue ricerche e le sue interpretazioni mirano, in proposito, ad abbattere il mito storiografico di un’«Idra giacobina dalle mille teste e dalle mille forme»(2).
Lo storico reatino manifesta insoddisfazione anche verso quella storiografia, che riprende, mediante l’interpretazione gramsciana, il concetto di “rivoluzione passiva”, elaborato da Vincenzo Cuoco(3).

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