Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799 di Vincenzo Cuoco (seconda edizione) XXII

Posted by on Ott 30, 2021

Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799 di Vincenzo Cuoco (seconda edizione) XXII

Accusa di Rotondo – Commissione censoria

S’incominciò dai primi giorni della repubblica a fare una guerra a tutti gl’impiegati: accuse sopra accuse, deputazioni sopra deputazioni: chi ambiva una carica non dovea far altro che mettersi alla testa di un certo numero di patrioti e far dello strepito. Siccome tutto si aggirava su parole vaghe che niuno intendeva, così la ragione non poteva aver luogo e dovean vincere il numero e lo strepito, prima forza che gli uomini usano nelle gare civili, finché passino ad usarne un’altra più efficace e più crudele. All’uomo ragionevole e dabbene non rimaneva che involgersi nel suo mantello e tacere.

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Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799 di Vincenzo Cuoco (seconda edizione) XXI

Posted by on Ott 29, 2021

Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799 di Vincenzo Cuoco (seconda edizione) XXI

Massime che si seguirono

Io prego tutti coloro i quali leggeranno questo paragrafo a non credere che io intenda scrivere la satira de’ patrioti. Se il patriota è l’uomo che ama la patria, non sono io stesso un patriota? Come potrei condannare un nome che onora tanti amici, de’ quali or piango la lontananza o la perdita? Noi possiamo esser superbi che in Napoli la classe de’ patrioti sia stata la classe migliore: ivi, e forse ivi solamente, la rivoluzione non è stata fatta da coloro che la desideravano sol perché non avevano che perdere.

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Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799 di Vincenzo Cuoco (seconda edizione) XIX

Posted by on Ott 20, 2021

Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799 di Vincenzo Cuoco (seconda edizione) XIX

Quante erano le idee della nazione?

Il male, che producono le idee troppo astratte di libertà, è quello di toglierla mentre la vogliono stabilire. La libertà è un bene, perché produce molti altri beni, quali sono la sicurezza, l’agiata sussistenza, la popolazione, la moderazione dei tributi, l’accrescimento dell’industria e tanti altri beni sensibili; ed il popolo, perché ama tali beni, viene poi ad amare la libertà. Un uomo, il quale, senza procurare ad un popolo tali vantaggi, venisse a comandargli di amare la libertà, rassomiglierebbe l’Alcibiade di Marmontel, il quale voleva esser amato «per se stesso».

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