Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (IX)

Posted by on Giu 26, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (IX)

La Cavalleria Mennuni e il brigantaggio nei dintorni di Genzano

Distaccatesi dal maggiore D’Errico, la cavalleria capitanata da Davide Mennuni, giunge in Forenza e saputo che i briganti si aggirano nei boschi di Lagopesole, decide di attaccarli. 

Lo scontro avviene in località “Quattro Frati”, una zona boscosa ubicata non molto distante dal castello. Riportiamo a riguardo la relazione redatta dal Mennuni per il Colonnello Domenico Asselta:

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IL BRIGANTAGGIO LUCANO (VIII)

Posted by on Giu 25, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (VIII)

Il “pentito” Giuseppe Caruso

Il capobanda Giuseppe Caruso nato ad Atella il 18 dicembre 1816, era un guardiano campestre dei Saraceno, grossi proprietari terrieri che capeggiavano in Atella il comitato legittimista, a cui fu molto legato, tanto da partecipare ai moti dell’aprile 1861 e a costituire una banda di atellani, agendo prevalentemente nella valle dell’Ofanto (dalla Rendina a Pescopagano).

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IL BRIGANTAGGIO LUCANO (VI)

Posted by on Giu 23, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (VI)

Il “Generale dei briganti” Carmine Crocco detto Donatello

NOTA BIOGRAFICA. Carmine Crocco. Soprannominato Donatello dal nome dell’avo paterno, nasce in Rionero in Vulture il 5 giugno del 1830 da Francesco e Maria Gerarda Santomauro. Dopo un’infanzia segnata dalla malattia della madre che muore pazza nel manicomio di Aversa, è soldato borbonico ed annesso nel primo reggimento di artiglieria il 26 marzo 1849. Trasferito da Palermo a Gaeta, dopo 42 mesi di servizio militare, nel 1852 abbandona il reparto e toma a Rionero dove commette aggressioni e furti.

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IL BRIGANTAGGIO LUCANO (V)

Posted by on Giu 19, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (V)

Il Plebiscito

Avvenuta in Basilicata la rivoluzione politica e con essa la fine della dinastia borbonica, il governo piemontese indice per il 21 ottobre 1860 il Plebiscito per dichiarare l’annessione alla monarchia dei Savoia del napoletano e della Sicilia.

Giacomo Racioppi, segretario generale del governo della provincia, per tale evento indirizza al popolo lucano il seguente proclama:

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I provvedimenti contro la miseria nelle Due Sicilie

Posted by on Giu 18, 2024

I provvedimenti contro la miseria nelle Due Sicilie

La circolazione monetaria nel Regno delle Due Sicilie era di 88 lire annue per abitante (Edmondo Capecelatro e Antonio Carlo in Contro la questione meridionale, Samonà e Savelli, 1972) ed era quasi il doppio di quella negli altri Stati italiani, dove si aggirava sulle 40-45 lire per abitante. Il Meridione, quindi, come si desume anche da quanto detto nelle puntate precedenti e in particolare a proposito del pil, aveva un’economia attiva, che garantiva a numerosi soggetti redditi significativi e disponibilità di spesa. Le famiglie più potenti avevano grandi risorse e c’era anche una borghesia benestante, costituita da professionisti e commercianti, ma questo non significa che non esistesse la miseria, presente dappertutto nell’Europa dell’Ottocento.
(I provvedimenti contro la miseria nelle Due Sicilie)

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