Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Convegno giovedì 19 a Santa Maria Capua Vetere

Posted by on Mag 16, 2016

 Sud Italia! Una Altra Storia?

Presentazione di slides multimediali, frutto dell’attività di ricerca del MARSS, che forniscono una

chiave di lettura diversa del processo di unificazione nazionale che la nuova Italia non può

trascurare né più nascondere per affrontare in modo vincente il futuro e le sue sfide.

Presenterà le Slides Giancarlo Chiari – Presidente MARSS

Alla fine della presentazione, ai presenti che la richiedono e che ne avranno prenotato una

stampa, sarà consegnata una copia della lettera che Giuseppe Garibaldi ha scritto ad Adelaide Cairoli datata 7 luglio 1868, documento che ha ispirato la nascita e lo sviluppo delle iniziative del MARSS.

Per prenotare la copia basterà collegarsi al sito del MARSS ( www.assomarss.it ) e compilare il modulo di richiesta.

Presentazione di slides multimediali, frutto dell’attività di ricerca del MARSS, che forniscono una chiave di lettura diversa del processo di unificazione nazionale che la nuova Italia non può trascurare né più nascondere per affrontare in modo vincente il futuro e le sue sfide.

Read More

NEL RICORDO DI MARCELLO COLASURDO

Posted by on Lug 4, 2024

NEL RICORDO DI MARCELLO COLASURDO

In memoria del grande Artista Marcello Colasurdo le associazioni Alta Terra di Lavoro, Accademia Napoletana, Sud Eloquentia ed il giornale Pressnews si sono impegnate a dare una testimonianza significativa ed inedita messa a disposizione del maestro Lello Traisci caro Amico e collaboratore musicale di Colasurdo pubblicando una delle tante telefonate che il maestri si scambiavano per amicizia e lavoro per la composizione di nuovi brani musicali.
Ma ora percorriamo brevemente la storia di Marcello Colasurdo:
Nato a Campobasso il 16-04-1955 cresciuto in un convento perchè figlio di ragazza madre, all’età di 10 anni si trasferisce a Pomigliano d’Arco (NA) dove nel cortile di Vico della Pigna viene accolto con la madre nella famiglia allargata di questo rudimentale luogo che fino all’età di 19 forma le basi culturali del grande personaggio.
Dalle donne e gli uomini di questo luogo Marcello apprende tutte le tradizioni e le storie della cultura popolare ed affascinato le rende sue, negli anni 70 si forma un gruppo chiamato E Zezi e lui subito ne diventa la voce emblematica.
Da questo momento Marcello ha una escaletion artistica e culturale impegnandosi in varie collaborazioni artistiche – culturali, bastano pochi nomi per far comprendere il grande valore di Colasurdo:
Federico Fellini (nel film L’Intervista), Salvatore Piscicelli (varie collaborazioni in più film- documentari), ha collaborato con Dario Fo, Peter Gabriel, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Nacchere rosse, Enzo Avitabile ,Almamegretta, 99Posse, Lello Traisci, Enrico Capuano, Bisca, Enzo Decaro, Daniele Sepe.
La Sua discografia con il gruppo ‘E Zezi (1976) Tammurriata dell’Alfasud, da solista nel 1997 Edizione Compagnia Nuove Indie, Marcello Colasurdo E manco ‘o sole ce ‘a sponta.
Nel 2007 edizione Phonotype Record, Marcello Colasurdo Tammurriate e canti popolari devozionali.
Tra le tante cose comparse sul web molto bella e toccante l iniziativa di tre Associazioni che riunitesi hanno creato un bel ricordo del maestro Colasurdo grazie all’ archivio della Teca Castellana di Lello Traisci che custodisce un notevole quantitativo di registrazioni audio – video fatte con il mito della tradizione.
Prote trovare su YouTube al canale Ass.identitaria Alta Terra di Lavoro, Accademia Napoletana ed in fine Rocco Donatelli – Sud Eloquentia il video dedicato al Maestro Colasurdo con uno straordinario reperto audio della sua voce.

Lello Traisci

Read More

Piedigrotta: ‘Ai piedi della Grotta’

Posted by on Lug 3, 2024

Piedigrotta: ‘Ai piedi della Grotta’

Questa magica parola per i napoletani raccoglie in sé due significati: quello geografico, nel senso che è una bellissima zona di Napoli posta fra il quartiere di Chiaia quello di Fuorigrottapiazza Sannazaro e la splendida stazione ferroviaria di Mergellina quello della storica festa che ricadeva nella prima settimana di settembre. Il luogo deve il suo nome al fatto di essere situato “ai piedi della grotta” in lingua napoletana: “piererotte” con una galleria scavata in epoca romana nella collina di Posillipo: la Crypta Neapolitana chiamata anche la “grotta di Posillipo”. Tutta questa area ricade all’interno della città di Napoli fondata poco prima della nascita di Roma e precisamente nell’VIII secolo a.C.

Napoli fu tra le città più importanti della Magna Grecia e giocò un notevole ruolo sia commerciale, che culturale e religioso nei confronti delle popolazioni italiche circostanti. Un’altra data importante fu quella della fondazione dell’Università degli Studi di Napoli fondata da Federico II di Svevia il 5 giugno 1224 tramite l’editto generalis lictera. L’Università di Napoli è considerata in assoluto la prima Università di tipo statale in quanto voluta da un sovrano regnante. La festa di Piedigrotta, invece, era una festa popolare che ricorreva l’8 di settembre e si teneva nella Napoli extra moenia, cioè fuori le mura di recinzione della città, i culti pagani vi si celebravano fin dal I secolo a.C. tanto che Petronio Arbitro nel suo Satyricon menziona dei baccanali, destinati a propiziare la fecondità e che si celebravano in onore del dio Priapo, nei pressi della Crypta Neapolitana, una galleria scavata in epoca romana nella collina di Posillipo.

Successivamente si passò, nel III secolo d.C., al culto di Maria Vergine poi, nell’VIII secolo, vi si aggiunse quello di Maria Oditrigia, iconografia dalla Madonna con in braccio il Bambino Gesù di provenienza bizantina e della quale scrisse anche il Petrarca. Contemporaneamente a questo culto, continuò per un lungo tempo anche il rito pagano nella galleria, finché si giunse alla costruzione, nel 1207, di una piccola cappella nata, secondo una leggenda, nel luogo dove la Madonna era apparsa a tre religiosi e dove era stata trovata anche un’icona. In realtà le testimonianze accennano alla traslazione delle reliquie dei santi Giuliana Massimo da Cuma, distrutta dai longobardi e che riposte nella cappella insieme ad essa furono distrutte da un maremoto nel 1343 e precisamente la notte del 25 novembre. Buon testimone fu il Petrarca che lo descrisse in tal modo: “Serrata la finestra mi posi sopra il letto, ma dopo avere un buon pezzo vegliato, cominciando a dormire, mi risvegliò un rumore e un terremoto, il quale non solo aperse le finestre, e spense il lume ch’io soglio tenere la notte, ma commosse dai fondamenti la camera dov’io stava……………. si dice che questa tempesta abbia infuriato lungo tutto l’Adriatico, il Tirreno e per ogni dove” e conclude facendo esplicito riferimento ad un maremoto che si abbattè sul golfo di Napoli e Salerno.

Per tali motivi nel 1353 fu edificato il santuario “de pedi grotta”, che divenne il centro della devozione del borgo marinaro e della sua festa, che fu fissata l’8 settembre, giorno della natività di Maria. Durante il XVI secolo iniziò la parata dei carri allegorici che è durata fino al XX secolo e nel 1952 si decise di organizzarli contemporaneamente al Festival della canzone napoletana che si svolse fino agli anni settanta quando fra contrapposizioni varie terminò.  Dopo la fine del Festival di Napoli iniziò un vero e proprio declino della “Piedigrotta”, che fu sospesa nel 1982. Nel 1983, infatti, il Comune di Napoli decise di convogliare i finanziamenti verso i terremotati del novembre 1980, la sfilata dei carri fu comunque garantita dall’associazione “Napoli Nostra” solo per i due anni successivi. La Piedigrotta per noi bambini degli anni ’50 significava solo la festa, i carri ed i giochi che ne seguivano ma essa si abbinava fin dall’edizione del 1839 a successi musicali ancora oggi sulla scena e che in quel lontano anno vide il trionfo di “Te voglio bene assaje” i cui autori sono a tutt’oggi ancora incerti ma, una certa tradizione popolare, attribuisce la musica al maestro Gaetano Donizetti e le parole al poeta Raffaele Sacco. Oltre all’ascolto delle canzoni in gara, la manifestazione dava ampio spazio a tarantelle e macchiette basate su strumenti tradizionali, come putipù, triccheballacche e nacchere oppure su quelli denominati “‘e scucciamienti” utilizzati solo per produrre forti rumori in modo continuo ed accanito. Altri successi immortali si susseguirono nel corso degli anni con la festa di Piedigrotta e, sperando di non far torto a nessuno, non posso non citare “‘E spingule francese” del poeta Salvatore Di Giacomo e la musica del maestro Enrico De Leva; “Funiculì funiculà” con i versi di Peppino Turco e la musica del maestro Luigi Denza; e l’eterna “‘O sole mio del poeta Giovanni Capurro e del maestro Eduardo Di Capua.

di Raffaele Romano

fonte

Piedigrotta: ‘Ai piedi della Grotta’ – L’identitario (lidentitario.com)

Read More

Il quarantotto, in “Gli zii di Sicilia” (1958)di Leonardo Sciascia letto da Ricciarda Ricorda

Posted by on Giu 29, 2024

Il quarantotto, in “Gli zii di Sicilia” (1958)di Leonardo Sciascia letto da Ricciarda Ricorda

Un narratore anziano, anche se non proprio ottuagenario, rifugiato in una casa della campagna isolana per sfuggire all’arresto dopo aver partecipato ai Fasci siciliani, ripercorre nella scrittura la propria vita, segnata da tappe che corrispondono ai principali avvenimenti del pro- cesso risorgimentale, dal «quarantotto» che, spiega in epigrafe Gaetano Peruzzo nel suo Dizionario siculo-italiano, significa «disordine, confusio- ne, dagli avvenimenti del 1848 in Sicilia», fino all’arrivo dei garibaldini. nel racconto lungo di Leonardo Sciascia, confluito nel volume Gli zii di Sicilia, comparso nel 1958 nella gloriosa collana dei «Gettoni» vittori- niani, come nel romanzo di nievo, Le confessioni d’un italiano, la storia si incarna in personaggi che ne sintetizzano situazioni ed eventi: così le vicende esistenziali dell’io narrante alludono a un esito che, secondo Sciascia, ha caratterizzato il fenomeno dell’unificazione in Sicilia, accettata con partecipazione e convinzione, ma non destinata a produrre nell’isola quel salto qualitativo atteso da un processo storico di simile portata. Si tratta di una posizione che vede nel risorgimento una rivoluzione man- cata e che lo scrittore condivide con la linea siciliana che parte dalla novella La libertà di Verga, attraversa I Viceré di de roberto e I vecchi e i giovani di Pirandello, per giungere fino al Gattopardo di Lampedu- sa, seppure con implicazioni diverse soprattutto sul piano ideologico.

Read More