Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

LA REGINA MARIA SOFIA, l’ULTIMA VERA REGINA (II parte)

Posted by on Nov 8, 2017

LA REGINA MARIA SOFIA, l’ULTIMA VERA REGINA (II parte)

 Maria Sofia, forte del suo temperamento tedesco, malgrado la giovanissima età, capì subito che la politica del Regno era nelle mani di Maria Teresa, che godeva dell’appoggio della Corte e del partito filoaustriaco. La regina madre, infatti, aveva esercitato tutta la sua influenza sul marito, pur essendo Ferdinando autoritario e deciso, e pensò di continuare l’opera di soggezione con il nuovo re, di cui conosceva il carattere timido e remissivo.

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LA REGINA MARIA SOFIA, l’ULTIMA VERA REGINA

Posted by on Nov 7, 2017

LA REGINA MARIA SOFIA, l’ULTIMA VERA REGINA

“Femme hèroique qui, reine soldat, avait fait elle meme son coup de feu sur les remparts de Gaete”.

Così Marcel Proust ne “La prisonnière”, canta della regina soldato, la diciannovenne Maria Sofia di Borbone, che sugli spalti di Gaeta non esitò a sostituire un artigliere ferito a morte, continuando il fuoco contro gli assedianti piemontesi.

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Un po di Maria Sofia, un po di Regina

Posted by on Mar 8, 2017

Un po di Maria Sofia, un po di Regina

Maria Sofia, forte del suo temperamento tedesco, malgrado la giovanissima età, capì subito che la politica del Regno era nelle mani di Maria Teresa, che godeva dell’appoggio della Corte e del partito filoaustriaco. La regina madre, infatti, aveva esercitato tutta la sua influenza sul marito, pur essendo Ferdinando autoritario e deciso, e pensò di continuare l’opera di soggezione con il nuovo re, di cui conosceva il carattere timido e remissivo.

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Intervista ad una grande Donna del passato: Sua Maestà la regina Maria Sofia

Posted by on Mar 9, 2016

Intervista ad una grande Donna del passato: Sua Maestà la regina Maria Sofia

fonte istitutodelleduesicilie

Nel novembre del 1924 il giornalista del “Corriere della Sera” Giovanni Ansaldo si recò a Monaco per intervistare Maria Sofia di Baviera, l’ultima regina di Napoli. Il marito, quel Francesco II di Borbone, al quale con un gravissimo atto di pirateria era stato sottratto tanti anni prima un legittimo regno, era ormai da tempo passato a miglior vita e Maria Sofia viveva gli ultimi scampoli della sua lunga e travagliata esistenza (era nata nel 1841), in un vecchio ma imponente palazzo adagiato sulla Ludwigstrasse, ospite di un nipote, figlio del duca Carlo Teodoro di Baviera. Il giovane giornalista si trovò di fronte una vecchia signora (aveva già 83 anni) che, però, malgrado le tante vicissitudini, niente aveva perso della sua regalità e del suo innato charme. Maria Sofia era ancora lucidissima e ricordava perfettamente il suo fin troppo breve ma felice periodo napoletano quando per tutti era “la regina”. Nel corso dell’intervista non vengono risparmiati giudizi taglienti riguardo ai Savoia che a quel tempo, è bene ricordare, erano ancora saldamente seduti sul trono d’Italia.  Ad un certo punto Maria Sofia diventa persino profetica quando esclama: “Il modo in cui loro hanno trattato noi è di brutto augurio. Dio non voglia che un giorno, anch’essi, non abbiano da difendere, dall’esilio, i loro patrimoni personali”. Profezia, ahimé, veritiera solo in parte. I Savoia, infatti, nel momento della fuga, furono molto più astuti e previdenti provvedendo in anticipo a spostare nei capienti forzieri svizzeri il loro inestimabile tesoro. Quel tesoro che era stato largamente rimpinguato grazie alle ruberie e ai furti perpetrati a Napoli e nel meridione tutto. Il giornalista resta rapito dalla determinazione e dall’energia della vecchia regina che di lì a qualche mese renderà l’anima a Dio, tanto che non riesce più ad articolare domande. Alla fine, in maniera alquanto impacciata e goffa, si congeda dalla regina e si reca in albergo a scrivere il suo pezzo. Quell’incontro, però, rimarrà impresso a lungo nella sua mente e nel suo cuore. Anche perché incontrare una persona di così elevato spessore e di così forte tempra, non era di certo cosa usuale. Maria Sofia, infatti, fino all’ultimo istante della sua vita, era rimasta e si sentiva regina. La regina di un Regno che era stato grande e che, proprio sull’esempio mirabile di cotanta donna, vorrebbe ardentemente tornare ad esserlo.

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