Alta Terra di Lavoro

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PALAZZO SCARDINO – UNO SPACCATO DI STORIA MESSINESE DALLA SECONDA METÀ DEL XIX SECOLO AL TERREMOTO DEL 1908 E OLTRE. UNA RICERCA DI ALESSANDRO FUMIA

Posted by on Apr 18, 2023

PALAZZO SCARDINO – UNO SPACCATO DI STORIA MESSINESE DALLA SECONDA METÀ DEL XIX SECOLO AL TERREMOTO DEL 1908 E OLTRE. UNA RICERCA DI ALESSANDRO FUMIA

Pubblico con piacere questa interessante ricerca dello storico Alessandro Fumia,
sulla storia del sito dove fu costruito palazzo Scardino e sulla vita del personaggio
da cui il palazzo prese il nome attuale
Ogni altro contributo sull’argomento sarà gradito
e se richiesto pubblicato, nello spirito di raggiungere intanto due obiettivi immediati:
1- Il vincolo della Sopraintendenza ai BB AA.
2- Il necessario consolidamento dell’importante struttura storico architettonica. – a.c.(sax)

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“Ernesto il disingannato” (romanzo del 1874) a cura di Gianandrea de Antonellis (XIX)

Posted by on Gen 25, 2023

“Ernesto il disingannato” (romanzo del 1874) a cura di Gianandrea de Antonellis (XIX)

Seconda Parte

Capitolo XIII. La morte

Fin dal principio della battaglia testé descritta Carlo era rimasto spettatore su di un alto poggiolo e quando vide che i repubblicani da principio avevano la meglio tutto si rallegrò, perché – si diceva – facilmente nella strage che si farà di quegli sciagurati Carlisti, Ernesto, che di già con occhio linceo aveva scorto in mezzo ai suoi, sarà anche lui ucciso o almeno sarà preso prigioniero e quindi fucilato; ma quando poi scorse che le sorti della giornata erano cambiate e che i suoi amici, se amici può avere un uomo del suo carattere e del suo pensare, erano sconfitti ed inseguiti, si diede un colpo colla palma in sulla fronte e bestemmiando come l’Iscariota disse:

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“Ernesto il disingannato” (romanzo del 1874) a cura di Gianandrea de Antonellis (IX)

Posted by on Gen 1, 2023

“Ernesto il disingannato” (romanzo del 1874) a cura di Gianandrea de Antonellis (IX)

Capitolo IX. Il duello

Molte volte Ernesto, sebbene ammaliato dalla bellezza e dall’amore di Erminia e gettato perciò nel fondo della più sozza passione, pure rientrava per qualche istante in sé stesso e specialmente allorquando i fatti che si andavano svolgendo e le necessità della rivoluzione portavano che Erminia troppo vivamente doveva far giocare le sue fisiche qualità per abbindolare un qualche importante merlotto che non poteva esser vinto in altro modo che mercé le attrattive della medesima; allora il suo cuore si sentiva punto da un acuto dardo e la sua fantasia giocava in maniera da farlo delirare; ma però le grazie della sua amante, le ragioni dell’opera che insieme portavano a compimento e le proteste della bella – la quale sosteneva essere essa interamente passiva in tutto ciò che faceva e che egli, sol egli era colui che veramente amava – lo persuadevano, quantunque in qualche momento non poteva persuadersi della figura non troppo lusinghiera che egli faceva.

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