La sua famiglia, numerosa, non è affatto agiata. Suo padre Marcellino è un operaio metalmeccanico e purtroppo anche un bevitore di vino, per il quale spende non poche lire del suo modesto salario. La madre, Anna Baldini, donna delle pulizie, è quasi sempre incinta e spesso malata. Enrico, secondo il suo biografo Eugenio Gara, è un “ragazzo dagli umori mutevoli, dolce ma pronto allo scatto, puntiglioso ma col rancore scritto sull’acqua”. A dieci anni va a lavorare col padre in fonderia. Sua madre gli fa frequentare una scuola serale, dove ha la possibilità di sviluppare una vera passione, quella del disegno. Non ha un’infanzia e una adolescenza felici. Presto però comincia anche a frequentare l’oratorio di don Giuseppe Bronzetti, che lo fa entrare nel coro come contraltino e nel 1887, a quattordici anni, ha la sua prima esperienza di canto impegnato, interpretando la parte di “Don Tommaso il bidello” in una festa musicale dell’oratorio. Il 1° giugno 1888, quando ha poco più di quindici anni, gli muore la madre di tubercolosi. E suo padre cinque mesi dopo si risposa con Maria Castaldi di Aversa……………………………..segue in pdf
A casa di Umberto De Rosa ho sentito dire che nel Regno delle Due Sicilie c’era un’arretratezza esagerata quindi anche l’agroalimentare non poteva sfuggire a questa funesta realtà. Nell’andare spasso per il web, però, ti ritrovi per puro caso, fosse un segnale che dobbiamo accogliere?, che il “Commando Ultrà” dell’iperborbonica Università Federico II di Napoli tira fuori uno studio sulla politica agroalimentare e forestale del Regno che non è molto in linea con quanto affermato dagli ospiti di Umberto, si sa che gli Ultrà sono sempre un po esagerati!!!
Pensate che gli studiosi della Federico II si sono permessi di scrivere che ci furono le prime certificazioni di origine controllata, che il Cilento florido e ricco produceva il vino più pregiato del Regno, che ad ogni provincia veniva stimolata la produzione con interventi statali in quello in cui erano esperti per tradizione, che c’erano macchinari tecnologicamente avanzati pensati per l’agroalimentare e che negli allevamenti venivano selezionate razze di altissimo pregio senza pensare alla produzione massiva di scarsa qualità. Che vanitosi che erano i Borbone invece di pensare a realizzare le prime forme di Discount si preoccupavano della salute dei propri sudditi!!! Dopo questo preambolo e tranquillizzandovi che gli stadi ormai li hanno chiusi e quindi gli Ultrà non fanno più paura, vi posso solo invitare a leggere lo studio di seguito in Pdf
Il diritto al paesaggioe alle bellezze naturali, uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, trova le sue origini in una antichissima legge di Ferdinando II di Borbone. Si tratta del Rescritto del 19 luglio 1841, seguito da altre integrazioni successive.
Il 18 di febbraio la Corona inaugurava il Parlamento con un discorso che, secondo le consuetudini costituzionali, è soggetto alla critica del giornalismo perché cade sotto la responsabilità del Ministero. Valendoci del nostre diritto pubblichiamo il discorso con qualche osservatone.
Sapevate che Giovanni Agnelli senior non creò la Fiat ma compartecipò alla fondazione come comprimario e poi la scippò agli altri soci? Sapevate che il principale finanziatore della Fiat fu trovato morto dopo aver denunciato illeciti interni? Sapevate che la Magistratura di Torino indagò e processò Giovanni Agnelli senior per truffa ai soci? Sapevate che Giovanni Agnelli senior strinse un patto di convenienza con Mussolini e fece in modo di ostacoli l’acceso della Ford in Italia? Sapevate che, dopo la guerra, Giovanni Agnelli junior e Vittorio Valletta strinsero un patto con gli americani ed entrarono nel gruppo Bilderberg? Sapevate che gli Agnelli hanno beneficiato di un sostanziale monopolio secolare? Sapevate che, nel 2000, un partner commerciale degli Agnelli comprò il Torino e, prima di farlo fallire, lasciò alla Juventus il conteso terreno della Continassa per la costruzione del nuovo stadio bianconero? Conoscete tutti gli intrecci tra la Fiat e la Juventus?