Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Liberali sabaudi contro i sostenitori dell’indipendenza napolitana e della dinastia borbonica come i partiti nazionali punisti contro i separatisti siciliani

Posted by on Lug 22, 2022

Liberali sabaudi contro i sostenitori dell’indipendenza napolitana e della dinastia borbonica come i partiti nazionali punisti contro i separatisti siciliani

La denigrazione è uno dei progressi principali del tipico giornalismo presente in tutti gli Stati continentali che impedì la conoscenza dei fatti veritieri e dei misteri ad un popolo di appartenenza. Certamente questo giornalismo subisce purtroppo i dovuti limiti imposti dal suo Stato che, invece di offrire tutela sia al suo popolo sia ai diritti esistenti o garantiti, lo tiene nel suo totale controllo.

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Carafa, principi di Roccella (sec. XV-); Napoli

Posted by on Giu 27, 2022

Carafa, principi di Roccella (sec. XV-); Napoli

storia

Le origini della famiglia Carafa, secondo alcuni, si fanno risalire ai Caracciolo soprannominati “Carafa”, e in particolare a tale Gregorio Caracciolo, patrizio napoletano del Seggio di Nido, i cui discendenti si chiamarono Caracciolo Carafa e poi solo Carafa, a partire da Tommaso detto “Carafa” o “Caracciolo” e vissuto nel XIII secolo.

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L’altra storia del Sud. Così i piemontesi “rubarono” l’oro del Banco di Napoli

Posted by on Giu 21, 2022

L’altra storia del Sud. Così i piemontesi “rubarono” l’oro del Banco di Napoli

Chi controlla le banche controlla pezzi fondamentali dell’economia. E dovevano pensarla così anche i primi ministri del neonato Regno d’Italia che all’indomani dell’Unità misero le mani sul tesoro della principale banca dell’ex Regno borbonico, il Banco di Napoli. Ma come avvenne il grande “furto”? Ovviamente con delle leggi ad hoc. La forma prima di tutto. Ma la sostanza è più o meno la stessa.

Le banche, come si sa, dovevano avere una riserva aurea pari ad un terzo della moneta circolante. Come a dire: più erano ricche più potevano stampare banconote. E, da questo punto di vista, il Banco di Napoli batteva tutti. Per rendere meglio l’idea, l’istituto partenopeo aveva 48.000.000 di riserve auree mentre tutte le altre messe insieme (Banca Nazionale Sarda, Banca Nazionale Toscana, Banca Toscana di Credito e Banca Romana) ne possedevano 26.000.000, la metà. E, allora, come fare per spostare ricchezze dal Sud al Nord? I nostri legislatori ebbero un’idea davvero brillante raccontata da Pasquale Pollio nel suo libro Sudd…iti: “Per pareggiare i debiti “piemontesi” lo Stato vendeva titoli del debito pubblico ai privati con interesse annuo da pagare, quindi le banche comperavano i titoli del debito pubblico e li vendevano ai privati, ma mentre la Banca Nazionale vendeva i titoli sia al nord che al sud, il Banco di Napoli, per legge non potendo aprire f‌iliali nel nord del paese, poteva venderli solo nell’ex Regno. Inoltre, doveva, a presentazione di carta moneta della Banca Nazionale, corrispondere oro. .. allora si poteva ancora fare. A quel punto la Banca Nazionale incassava il nostro oro e poteva stampare più carta moneta ed avendo più disponibilità poté allargare anche i suoi f‌inanziamenti, che naturalmente erano indirizzati verso l’area settentrionale del nuovo Stato”.

Una bellissima trovata che, di fatto, spostò risorse da Sud al Nord. Ma non basta. Quando il Banco di Napoli chiese l’autorizzazione ad acquistare più oro per avere maggiore cartamoneta, il Piemonte disse no. 2Con il blocco del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, dopo pochi anni le riserve auree della Banca Nazionale passarono da 26 a 157 milioni! A questo punto il Banco di Napoli si alleò con la Banca Nazionale, e poté aprire f‌iliali anche nel nord del paese, cominciando di fatto a f‌inanziare anch’essa quell’area geograf‌ica. . . insomma anche i pochi soldi rimasti al Sud presero la strada cara ai nostri “liberatori””.

Infine, nel 1898 nasce la Banca d’Italia, “alla quale per statuto potevano aderire solo banche, ma anche in questo caso i nostri amici non si smentirono, infatti, al sud furono assegnate 20.000 azioni su 300.000; pensate, meno della sola Liguria”.

fonte

https://www.ilsudonline.it/laltra-storia-del-sud-cosi-i-piemontesi-rubarono-loro-del-banco-di-napoli/

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La Banca d’Italia col Regno delle Due Sicilie

Posted by on Giu 20, 2022

La Banca d’Italia col Regno delle Due Sicilie

La Banca d’Italia ha certificato la bontà dell’amministrazione economica-finanziaria borbonica nel Regno delle Due Sicilie, come del resto la “letteratura revisionista” del mito risorgimentale sostiene da anni, giustamente quanto inutilmente, laddove afferma che al momento dell’Unità d’Italia la regione con la maggiore produzione industriale era la Campania, con 39,04 milioni di lire. Un valore superiore persino di quello della più estesa e popolosa Lombardia, che si attestava a 36,83 milioni. Il Piemonte era terzo a 29,89 milioni di lire.

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La vera storia dell’oro di Napoli

Posted by on Giu 19, 2022

La vera storia dell’oro di Napoli

Altro che furto della riserva aurea: dopo l’Unità d’Italia il Banco di Napoli raddoppiò il capitale e triplicò i depositi. Soprattutto, mantenne la propria autonomia e fu quasi monopolista nel Mezzogiorno continentale fino al 1926. La storia bancaria smentisce un luogo comune del revisionismo “sudista”

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