Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

1866/ Quando la Sicilia si ribellò agli invasori piemontesi. Il compromesso tra Stato e mafia

Posted by on Ott 30, 2020

1866/ Quando la Sicilia si ribellò agli invasori piemontesi. Il compromesso tra Stato e mafia

In poche righe due autori – Nino Aquila e Tommaso Romano – non solo sintetizzato il significato della Rivolta del Sette e Mezzo del 1866, ma spiegano come tanti siciliani, dopo l’invasione piemontese, furono costretti a emigrare lasciando nelle mani dei mafiosi collusi con il potete politico italiano: uno schema che arriva alle stragi del 1992…

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GARIBALDI AND THE THOUSAND. Mercenaries of British Masons and accomplices of the Sicilian Mafia

Posted by on Lug 13, 2020

GARIBALDI AND THE THOUSAND. Mercenaries of British Masons and accomplices of the Sicilian Mafia

«The entire Garibaldi expedition was monitored by British Freemasonry, which had the historical objective of eliminating the temporal power of the Popes. The United States, which also had diplomatic ties to the Vatican, also gave their support. The funding came from a fund of Scottish Presbyterians and was granted to him with the commitment not to stop in Naples, but to arrive in Rome to eliminate the Papal States ».

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La prima trattativa tra Stato italiano e mafia porta la firma di Giuseppe Garibaldi e Francesco Crispi

Posted by on Mag 30, 2020

La prima trattativa tra Stato italiano e mafia porta la firma di Giuseppe Garibaldi e Francesco Crispi

L’Italia – ci dispiace per i politici italiani degli anni ’90 che magari pensavano di essere stati originali – nasce sotto il segno di una trattativa con la mafia siciliana, con la ‘ndrangheta calabrese e con la camorra napoletana. La Sicilia, questo sì, ha la primogenitura: sono stati  Garibaldi, Francesco Crispi, Rosolino Pilo e Giuseppe La Farina, nel 1860, a trattare con i mafiosi per ottenere il ‘permesso’ di conquistare la Sicilia per conto dei Savoia

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COSI’ GARIBALDI FINANZIO’ MAFIA E CAMORRA

Posted by on Apr 21, 2020

COSI’ GARIBALDI FINANZIO’ MAFIA E CAMORRA

Il 6 settembre del 1860 Liborio Romano, ministro degli Interni borbonico degli Interni e della polizia (liberale e massone, n.d.r) manda un telegramma “all’invincibile Generale Garibaldi, Dittatore delle Due Sicilie”, chiedendogli di entrare a Napoli al più presto e assicurandogli l’appoggio di Salvatore De Crescenzo, (detto Tore ‘e Criscienzo), che è il capo riconosciuto della camorra e che è in carcere. Romano patteggia con De Crescenzo la sua liberazione e quella di tutti i camorristi detenuti in cambio dell’aiuto “rivoluzionario” a Garibaldi, consistente nell’eliminazione “per coltello” dei delegati di polizia e nella presa di controllo della città».
«(…) Nei giorni immediatamente successivi – scrive Oneto – il generale assegna alla camorra un contributo di 75 mila ducati (circa 17 milioni di euro) che preleva dalle casse del Regno delle Due Sicilie (…) subito dopo Garibaldi attribuisce una pensione vitalizia di 12 ducati mensili (appena 2700 euro) a Marianna De Crescenzo (…) Antonietta Pace, Carmela Faucitano, Costanza Leipnecher e Pasqualina Proto, e cioè l’intero vertice femminile della camorra. Anche questa organizzazione – conclude Oneto – viene così “normalizzata” e le viene attribuito per meriti risorgimentali un ruolo non più eludibile nella nuova Italia».

Articolo pubblicato sul quotidiano Libero (sic) il 24.11.2010 dal ricercatore e giornalista Gilberto Oneto e tratto da Lettera Napoletana 34/10)
Grazie a UN Popolo Distrutto

segnalato da Patrizia Stabile

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4 aprile del 1860: la rivolta della Gancia apre la porta a Garibaldi e ai picciotti della mafia

Posted by on Feb 19, 2020

4 aprile del 1860: la rivolta della Gancia apre la porta a Garibaldi e ai picciotti della mafia

Grande pietà cristiana per le ‘tredici vittime’ di Palermo. Ma non bisogna dimenticare che dietro la rivolta della Gancia c’erano sì i ‘liberali’, ma c’erano anche i mafiosi con i quali i ‘rivoluzionari’ della Sicilia che volevano cacciare il Borbone si erano messi d’accordo. Picciotti che verranno poi contattati da Rosolino Pilo e da Giovanni Corrao per metterli al servizio di Garibaldi, a propria volta al servizio dei Savoia nella prima trattativa tra Stato e mafia. Tutto questo alla fine per che cosa? Per consegnare la Sicilia e il Sud a una dinastia sgarrupata, banditesca e criminale

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