Posted by altaterradilavoro on Mag 15, 2022
PEL CITTADINO
FRANCESCO MICHITELLI
VOL. II
ITALIA 1860
Molto si parlò e si scrisse vituperando l’illegalità del fatto de’ gesuiti, perciocché i popoli han sempre torto, ed i governi sempre ragione.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 27, 2022
1. Editoriale
L’incontro promosso dall’ISIN, dal Centro Culturale di Milano e da Alleanza Cattolica a Milano, il 18 dicembre 1999, dal titolo La memoria e il perdono. Fatti e figure dell’Insorgenza italiana a duecento anni dal 1799, ha voluto in qualche modo concludere le celebrazioni del bicentenario delle insorgenze verificatesi durante il Triennio Giacobino in Italia dal 1796 al 1799, per difendere le diverse parti del paese dal tentativo di separare quest’ultimo dalle sue radici e per instaurare regimi ispirati all’ideologia della Rivoluzione francese.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 4, 2022
Se questo farmaco, che ci obbligano a inocularci, fosse un vero vaccino senza controindicazioni ed effetti collaterali di un certo rilievo, il problema non sussisterebbe perché tutti si vaccinerebbero senza bisogno di essere obbligati e ricattati dal governo.
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Posted by altaterradilavoro on Feb 23, 2022
L’Unità non fu un’unificazione, ma una vera e propria annessione di altri Stati al Regno di Sardegna, che con le vicende di quegli anni allargò i propri confini, incorporando i territori occupati, e piemontesizzò, come si disse all’epoca, il resto della penisola, senza neanche un segno formale di discontinuità, tant’è vero che Vittorio Emanuele II mantenne il suo ordine dinastico, quando invece sarebbe stato primo come re della nuova nazione, e la legislatura, con la quale il 18 febbraio 1861 si inaugurò il Parlamento italiano, venne considerata come la continuazione di quelle subalpine e fu direttamente l’ottava.
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Posted by altaterradilavoro on Gen 23, 2022
«La rivoluzione che alla fine del secolo XVIII sconvolse l’Europa riuscì funesta» — ebbe occasione di scrivere Giuseppe De Balsiis[1] — «a tre celebri maestri di musica napoletani: Niccolò Piccini, Domenico Cimarosa, Giovanni Paisiello».
Il perché, per quanto riguarda Paisiello, è richiamato alla nostra memoria dalla rilettura — effettuata col valido ausilio di un indice onomastico — del Diario Napoletano di Carlo de Nicola, che ai principi del secolo, a cura del De Blasiis appunto, aveva visto la luce in appendice all’«Archivio storico per le provincie napoletane» e che ora la vede nuovamente * col dichiarato scopo di «restituire al più largo pubblico una lettura di appassionante interesse e di straordinaria forza narrativa», come si esprime Paolo Ricci, che ha curato la ristampa, nella nota introduttiva.[2]
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