Posted by altaterradilavoro on Mar 21, 2021
Per arrivare a comprendere che la certezza geometrica vale solo in sé stessa e non per l’applicazione della geometria alla fisica, ci voleva un pensatore libero da pregiudizi e flessibile. Lo possiamo constatare con alcuni esempi. Così nel campo della morale e della vita civile, Vico indica la prudenza, ma solo perché “i fatti umani sono dominati dall’occasione e dalla scelta, che sono incertissime”.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 20, 2021
Appena ricevuta la cattedra di retorica nel 1698, Giambattista Vico (1668-1744) scrive un saggio dal titolo “De nostri temporis studiorem rationem”, con l’intento di creare una nuova epistemologia in netta polemica col moderno pensiero scientifico cartesiano. Se prendiamo in considerazione questo scritto di Vico, prima della sua opera maggiore: “La scienza nuova” (1730), è perché vi troviamo alcune motivazioni che spiegano la sua soluzione fondata sulla divina provvidenza, nonostante in un primo momento egli si sia limitato a negare sia la necessità fatale che il caso, senza per altro dar troppo peso alla provvidenza.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 31, 2020
Nel mezzo della calura agostana, 13 agosto 2020 per l’esattezza, s’è tenuto un importante convegno sulla storia a partire dal 1799 fino ad oggi dal titolo “Ma che Storia è?” a Villamare di Vibonati nel cuore del golfo di Policastro pensato da Ennio Apuzzo e organizzato di concerto con Umberto De Rosa, brillante editore della Piuessewbtv con sede a Scalea, e con il Comune di Vibonati che ha autorizzato e ospitato l’evento.
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Posted by altaterradilavoro on Giu 23, 2020
La filosofia di Giambattista Vico è così seria che non può essere inserita in nessuna corrente filosofica. Inoltre costituisce puro ossigeno all’interno di un contesto di aria mefitica qual è l’insorgere e lo sviluppo del razionalismo filosofico.
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Posted by altaterradilavoro on Mag 9, 2020
Dietro lo pseudonimo di Estio Leucopetro si celerebbe il foggiano Tommaso Perifano (1), liberale, amico di Liborio Romano. Oltre a questo opuscolo su Napoli avrebbe scritto, utilizzando lo stesso pseudonimo, anche “Nuove lamentazioni di Geremia”, “Garibaldi al cospetto del Secolo” e “L’Italia ed i suoi Liberali”.
Avvocato, professore di diritto in Napoli, già sul finire degli anni Trenta fu socio della Reale Società Economica di Capitanata.
In una Memoria su la Istruzione Popolare – nella tornata generale del 3o maggio 1839 – indirizzata a Gaetano Lotti, Intendente di Capitanata, scriveva:
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