Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Don Pedro di Toledo (Viceré dal 1532 – 1553)

Posted by on Ott 9, 2021

Don Pedro di Toledo (Viceré dal 1532 – 1553)

Il viceré Don Pedro di Toledo[1] Marchese di Villafranca entrò a Napoli per la Porta Capuana il 4 settembre 1532. Governò il Regno di Napoli per 21 anni, fino al 23 febbraio 1553. Ebbe due mogli, la prima fu la marchesa Donna Maria Ossorio Pimentel, proprietaria di Villafranca, la seconda fu Donna Vincenza Spinelli, vedova di Don Carlo Caracciolo, sorella del Duca di Castrovillari e del Marchese di Mesuraca. Dalla seconda moglie non ebbe figli ma dalla prima ebbe tre maschi e quattro femmine: Don Federigo, Don Garsia e Don Luigi, Donna Isabella, Donna Eleonora e Donna Giovanna. Don Pietro era il secondogenito di Don Federigo di Toledo, Duca d’Alba.

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I Martiri di Otranto – 1480

Posted by on Ott 6, 2021

I Martiri di Otranto – 1480

Il 25 luglio 1480, una flotta di 200 navi e 18.000 uomini[2] sbarcò nei pressi di Otranto in due cale, una detta di Orte, e l’altra di Vadisco. I turchi «si trincerarono in una piccola foresta di aranci e di cedri che abbellivano una grande estensione di giardini, i più giocondi d’Italia. Questo posto era comodo e delizioso ai Turchi perché li forniva di una infinità di fontane, e si estendeva fino ad un lago, che era così abbondante di pesci, che contribuì non poco alla sussistenza dell’armata»[3].

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La rivoluzione Mas’ Aniello (dal 7 al 17 luglio1647)

Posted by on Set 19, 2021

La rivoluzione Mas’ Aniello (dal 7 al 17 luglio1647)

Nel 1646, Napoli era divisa in 6 piazze, dette Sedili,[1] cinque dei nobili ed una popolare: Nido (o Nilo), Capuana, Montagna, Porto, Portanova e del Popolo. A quel tempo la città aveva circa 250.000 abitanti ed era divisa in 29 quartieri detti ottine; ogni ottina era rappresentata da un capitano, che fungeva da mediatore tra il viceré e il popolo. I capitani delle ottine erano scelti dal re, gli Eletti, che rappresentavano i Sedili, erano scelti direttamente dal popolo.

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Lo strazio di Vincenzo Storace (9 maggio 1585)

Posted by on Set 15, 2021

Lo strazio di Vincenzo Storace  (9 maggio 1585)

Durante i due secoli di vice regno spagnolo, dal 1502 al 1700, più volte i Napoletani si ribellarono al malgoverno dei viceré e commisero atti così disumani e deplorevoli, che sorge spontanea la domanda: “Come poteva un popolo così docile, affabile, paziente, allegro, cristiano e generoso, abbandonarsi ad atti violenti e brutali, degni soltanto dei popoli barbari e dei corsari saraceni?” I napoletani, come i siciliani, da secoli erano sfruttati dai nobili e vivevano nella povertà assoluta. Con pazienza sopportavano le prepotenze, le ingiustizie, le violenze e le imposizioni dei viceré spagnoli e dei nobili, che imponevano continui tributi e punivano severamente il popolo a loro piacimento, anche se il Re di Spagna sovente sostituiva i viceré e li puniva severamente.

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