Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Raffaele Boemio a Napoli alla Galleria Frame di Paola Pozzi

Posted by on Giu 19, 2022

Raffaele Boemio a Napoli alla Galleria Frame di Paola Pozzi

Un ringraziamento spontaneo a quanti hanno deciso il ritorno alle attività normali, (=quelle anticovit), che appaiono, ora, come straordinarie, ma  inderogabili, esigenze della nostra vita. Così un ringraziamento va all’architetto Paola Pozzi, che ha deciso di riaprire Frame, la galleria napoletana, al corso Vittorio Emanuele 525,  ospitando la mostra Fluxus, e poi, subito dopo, dal 10 giugno, ospitandone una seconda, quella delle pregevoli opere di Raffaele Boemio.

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LA LLENGUA NOSTA, STORIA E CULTURA DELL’IDIOMA NAPOLETANO

Posted by on Mag 17, 2022

LA LLENGUA NOSTA, STORIA E CULTURA DELL’IDIOMA NAPOLETANO

Era il 15 aprile 1689, quando un vietrese d’origine e irpino d’adozione come Gabriele Fasano tradusse in napoletano la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Era, scriveva Fasano nel testo ristampato da un editore vietrese con l’impegno del giornalista Vito Pinto, la riproposizione del capolavoro di Tasso nella “llengua nosta”.

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Dante … moderno

Posted by on Mag 4, 2022

Dante … moderno

Già 2022 … sono trascorsi ben 700 anni dalla morte del Sommo Poeta.
Potevo non partecipare a questa celebrazione? … ovviamente in chiave “Lazzaro Napoletano”.

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Da Amatrice a Tramonti a spasso per il Regno tra saltarelli e tammurriate

Posted by on Apr 25, 2022

Da Amatrice a Tramonti a spasso per il Regno tra saltarelli e tammurriate

Nella storia recente dell’umanità capita spesso che un personaggio per la sua importanza la volontà popolare lo identifica citandolo o chiamandolo soltanto con il nome di battesimo e il primo nome che mi viene in mente è quello di Eduardo che il mondo conosceva senza citare il cognome. Una persona che grazie al suo modo di essere è di esternare la sua arte ha il privilegio di avere la suddetta caratteristica del grande Eduardo, con le dovute e sacrosante proporzioni, è Isidoro Caso che tutti conoscono ormai con il semplice nome di Isidoro. Ovviamente non sono un folle o blasfemo a fare un paragone simile ma Isidoro è diventato nel suo piccolo grande mondo della musica popolare, “Isidoro”, è grazie al suo carisma lo è diventato anche per tutto il “Regno” infatti basta frequentare tutti gli ambienti e nominando “Isidoro” in molti comprendono di chi si parla. Isidoro è stato capace di trasformare la sua cantina, dal sapore antico, in un vero laboratorio culturare non solo del “Regno” ma di tutto il mediterraneo dove fa incontrare entità della nazione napolitana che tra loro non si interscambiano solo arte musicale ma anche il proprio patrimonio genetico. Anche se per “Isidoro” la cosa è più semplice perchè è figlio della sua “Tramonti”, dei suo Monti, “I Lattari”, della sua costa, quella “Amalfitana”, del suo “Regno” quello Napoletano e della sua Madonna quella dell’Avvocata, caratteristiche che tutte insieme gli danno una dimensione universale, lui si affida anche al suo innato carisma che gli permette di stare a testa alta di fronte a chiunque senza differenze entniche o di ceti sociali e questo suo modo di essere, insieme alla suddetta identità, gli hanno permesso di accogliere venerdi 8 aprile 2022 musicanti, cantori, uomini che venivano dal nord del “Regno” dalla grande “Amatrice” facendo “copulare”, capirete a breve che il mio termine non è provocatorio, il saltarello e la tammuriata due balli popolari che il più grande mecenate della musica popolare, Ferdinando IV di Borbone, ha voluto far suonare al suo funerale. Di seguito un documentario integrale di quella magica serata che anche se ha i suoi limiti tecnici figli dello strumento utilizzato e dai limiti di chi lo ha girato, fa capire bene l’aria che s’è respirata in quel raduno.

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