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PAGINE DI STORIA MILITARE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE NELLE PROVINCE PUGLIESI (III)

Posted by on Mag 25, 2022

PAGINE DI STORIA MILITARE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE NELLE PROVINCE PUGLIESI (III)

Capitano Davide Winspeare.

Apparteneva ad una nobile famiglia che aveva messo radici nel basso Salento ed aveva dato, per oltre un secolo e mezzo governatori, ministri, ambasciatori, generali e magistrati al nostro Paese.

Davide Winspeare nasce a Napoli il 19 dicembre 1826. Ammesso al Real Collegio Militare nel 1839, ne uscì Alfiere di artiglieria nel 1846. Promosso tenente nel 1848, passò per concorso allo Stato Maggiore e nella campagna di Calabria del 1848 svolse un importante ruolo di collegamento tra il governo centrale e la forza militare di operazione. Nel 1850 è capitano di II classe. Nel 1857 diventa capitano di prima classe. Dopo aver svolto un importante ruolo di collegamento tra il ministro della guerra Pianell e il comandante delle forze dislocate in Calabria, generale Vial, nel settembre del 1870 si presenta a Capua dove l’esercito si sta ricompattando. L’11 settembre è promosso maggiore e viene inviato a Marsiglia per l’acquisto di generi alimentari e munizioni per approvvigionare la piazza di Gaeta. Rientrato nella fortezza, viene assegnato al comando della decima sezione di batterie del fronte di Terra. Comanderà questa sezione fino all’ultimo giorno della difesa. Non vuole entrare nell’esercito italiano e nel 1862 di trasferisce in Russia dove un suo zio era stato al servizio dello Zar fino al grado di tenente generale. Anche il nostro maggiore entra nell’esercito imperiale e percorre la carriera militare brillantemente. Partecipa alla campagna sul Caucaso e alla guerra russo-turca. Nel 1886 è promosso maggiore generale e viene trasferito nella Guardia Imperiale dove diviene aiutante di campo del granduca Michele, il quale lo aveva conosciuto, apprezzandone le qualità militari, in alcune operazioni belliche.  Si congeda dall’esercito imperiale con il grado di maggiore generale e si trasferisce in Francia, a Cannes, dove risiede il conte di Caserta, fratello di Francesco II e nuovo capo della casa reale delle Due Sicilie. Muore a Cannes il 28 ottobre 1905.

 V – UNA PROPOSTA PER IL TEMPO PRESENTE.

Viviamo il tempo presente senza rifugiarci in sterili nostalgie. Ciò ci rende nemici del vittimismo e ci stimola a cercare delle proposte per rendere migliore il nostro tempo presente. Storicamente parlando, sosteniamo delle ragioni che reputiamo valide. Forti di questo bagaglio ideale ci rivolgiamo alle istituzioni del nostro Paese nella certezza che, prima o poi, il muro dell’incomprensione sarà abbattuto. Il nostro ragionamento parte da una profonda convinzione ed è sorretto da una certezza morale. La profonda convinzione è la seguente: la storia del nostro Paese porta delle ferite che non si possono rimarginare se non si stende su di esse il balsamo della comprensione. Tale balsamo ha un nome: Rispetto. Dico rispetto e non voglio dire condivisione. Ognuno ha la sua storia e ragioni valide per sostenerla. Ma tutti devono sentire la necessità di rispettarsi. Fatta questa lunghetta premessa che potrebbe apparire più retorica che reale vengo al tema che ci interessa. All’indomani dell’unificazione politico – militare dell’Italia, il ministero della guerra di Torino stampò un libro contenente i conferimenti che il regno d’Italia aveva concesso ai militari che si erano distinti per l’unità dell’Italia. Il libro aveva per titolo “Elenco delle ricompense accordate da S. M. per la Campagna di guerra della Bassa Italia. 1860 – 61[1]. Siamo animati dal più profondo rispetto verso gli uomini che in uniforme compirono il loro dovere. Alla fine della suddetta guerra, il Sovrano, ormai in esilio, del cessato regno delle Due Sicilie concesse una serie di medaglie ed onorificenze agli uomini che avevano difeso la Patria napolitana nella cosiddetta “Campagna d’Autunno” che sfociò negli assedi finali di Gaeta, Messina e Civitella del Tronto.

Noi pensiamo, e questa è la nostra proposta, che sarebbe cosa opportuna recepire nel patrimonio medaglistico militare italiano tutti i conferimenti dati a questi uomini, sbrigativamente passati alla storia con il nome di “vinti”.  Dalla convinzione alla certezza morale.

he è la seguente: il tempo delle iniquità non è eterno. Ciò ci spinge a credere che raggiungeremo il nostro obiettivo. Quando parliamo di “iniquità” sosteniamo che il tempo giunge sempre ad una scadenza ed abbiamo sotto gli occhi degli esempi concreti. In questo contesto, se pensiamo alla morte dell’ultimo re Napolitano, Francesco II, abbiamo la risposta sul lavoro svolto dal tempo.

Egli morì ad Arco il 27 dicembre 1894 e fu sepolto indossando la divisa di capitano generale dell’esercito delle Due Sicilie. La sua salma negli anni Venti fu trasferita a Trento. Sul finire degli anni Trenta fu spostata a Roma nella chiesa dei Napoletani e finalmente nel 1984 rientrò nella sua Capitale, giungendo in Santa Chiara, su un camion militare dello Stato Italiano. Non poteva essere diversamente. Era stato l’ultimo comandante dell’Armata Napolitana.

Fu un implicito riconoscimento della sua posizione storica. Questa operazione diplomatica fu il capolavoro di don Achille de Lorenzo, massimo esponente dell’Ordine Costantiniano.      

V – PER CONCLUDERE, …. DALLE DUE SICILIE AGLI STATI UNITI D’AMERICA.

Ci siamo dilungati a parlare della fine dell’esercito Napolitano. Siamo partiti dalle Puglia e siamo giunti a parlare della fine in generale di quell’esercito. Ed ora, giunti al termine della nostra esposizione desideriamo accomiatarci ricordando quei soldati dell’Esercito Napolitano che, caduti prigionieri o sbandati, preferirono farsi trasferire negli Stati Uniti d’America piuttosto che finire nei campi di prigionia al nord della penisola italiana.

Questa la loro dolorosa storia, purtroppo troppo poco conosciuta. Il 18 Marzo 1861, arrivò a New Orleans la nave “Elisabetta“, dalla quale sbarcarono 87 ex soldati borbonici. Per decreto del governatore della Luisiana Thomas Moore fu costituito il 6 reggimento “Italian Guards” dell’esercito confederato del quale vennero a far parte gli sbarcati ed altri meridionali giunti a New Orleans. Ebbene: tutti i Napolitani, divenuti nel frattempo “meridionali” che combatterono per gli Stati Confederati si distinsero con onore durante la guerra 1861-1865, combattendo per la libertà di un altro sud.

Alcuni anni or sono, in Florida, all’incrocio di due strade statali venne costruito un monumento in granito, che aveva un pennone di 50 metri d’altezza ove vennero issate permanentemente le bandiere confederate. Sul monumento si dovevano apporre delle iscrizioni in bronzo a ricordo delle unità dell’esercito confederato che si distinsero durante la guerra. Fu proposto di inserire un’iscrizione in memoria di un battaglione del 6° reggimento “Guardia Italiana” e di tutti gli ex soldati borbonici che combatterono per gli Stati Confederati. La sig.ra Barbara (Betty) Jefferson Russo (sposata con un oriundo siciliano, discendente dei fratelli Russo in forza alla “Italian Guards” i quali avevano militato nell’esercito delle Due Sicilie), discendente a sua volta del presidente degli Stati Confederati d’America Davis Jefferson, pronunciò le seguenti parole, con le quali ci congediamo dall’attento pubblico: “È con profondo rispetto e senso dell’onore che mi rivolgo a voi. Voglio esprimere la mia sincera stima e gratitudine per il supporto e l’aiuto di tutti gli ex soldati Borbonici che combatterono per la libertà della nostra patria durante la guerra di aggressione nordista. L’amore della patria, della libertà, e l’indipendenza furono i principali motivi di quei valorosi soldati che combatterono tanti anni fa al nostro fianco. I vostri compatrioti combatterono con onore e si distinsero sui campi di battaglia per 4 lunghi anni per difendere la nostra libertà. Questo non è stato dimenticato, e lo voglio ricordare con le parole del Generale Lee: “non li dimenticheremo mai”. I sacrifici degli ex soldati borbonici durante la guerra non sono stati dimenticati. La loro storia è finalmente riemersa negli Stati Uniti. La loro storia è stata narrata alla convenzione nazionale del UDC e dei discendenti dei veterani Confederati. La loro storia è stata presentata alla riunione nazionale del movimento neo-confederato in Huston e ripetuta alla convenzione dei discendenti di veterani confederati, ove sarà fatto l’appello di tutti quei vostri compatrioti che combatterono con noi. Siate fieri del vostro passato e del vostro retaggio. La loro memoria ed i loro sacrifici sono con noi”.


[1] Torino, Tipografia Fogliatti, s.a. (ma 1863)

fine

Francesco Maurizio Di Giovine

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