Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

PERLE SPARSE

Posted by on Gen 28, 2023

PERLE      SPARSE

Solo a Napoli – tra strade dissestate, auto parcheggiate a… comme vene, vene e recipienti di spazzatura non raccolta – è possibile imbattersi in inimmaginabili tesori che si nascondono in qualche vecchio palazzo o in un vicolo poco conosciuto.

Proprio quanto è accaduto a me a Piazzetta San Gennaro a Materdei, presso la Casa dello Scugnizzo, dove ho trovato un piccolo “paese delle meraviglie” in cui sono conservati, in bella mostra di sé, oggetti di antica quotidianità divenuti ormai veri e propri cimeli storici. Nelle vetrinette della collezione, infatti, si possono rivedere arnesi ed utensili dismessi da decenni come, ad esempio, una vecchia bottiglia di latte insieme con la prima confezione in tetrapak dello stesso alimento (un involucro che i napoletani accettarono, all’epoca, con molta diffidenza). Nel caso specifico, i visitatori più giovani scoprono anche che, un tempo, il Comune di Napoli gestiva una autonoma centrale del latte, purtroppo scomparsa per colpa dei soliti politici per i quali essa aveva importanza non per ciò che poteva produrre a vantaggio dei cittadini, ma per una poltrona nel suo consiglio di amministrazione… (E oggi la stessa storia si rinnova – ah, Giambattista Vico! – con le terme di Agnano e di Castellammare perché se ne fregano dei benefici terapici che esse possono elargire, ma le lasciano marcire sol perché non si accordano su chi deve dirigerle!).

Ma torniamo al nostro percorso nel quale incontriamo delle curiosità come la riggiola cacciamosche e le vecchie caffettiere napoletane simili a quella che Eduardo apologizzò in un suo famoso monologo; tanti piccoli “San Gennaro”, tutti ordinatamente allineati a seconda dell’anno di produzione; ventaglietti di cartone che, nei mesi estivi, fino a tutti gli anni ’60, venivano praticamente imposti agli spettatori nelle sale cinematografiche con una “addizionale” di dieci Lire sul costo del biglietto; diversi editti borbonici e banconote di vario taglio emesse dal Banco di Napoli; fino a tanti altri utensili, ormai obsoleti nella forma, ma sempre indispensabili nella funzione, come i servizi igienici. C’è, addirittura una microscopica fotocamera ottocentesca usata dagli agenti segreti francesi che nulla ha da invidiare ai gadget rivoluzionari che si vedono nei film di James Bond.

Per godere al meglio di tutte queste cose e tante altre, è, però, consigliabile andarle a vedere di persona. Oltretutto, per questo tuffo nella Napoli del passato non si paga neanche il biglietto: basta concordare l’orario con l’ideatore della struttura, Gaetano Bonelli che l’ha inaugurata nell’ottobre del 2017 e ne segue attentamente la crescita come un genitore fa con il figlio.


Comunque, amore e devozione di Gaetano Bonelli per Napoli non si fermano qua. Il forte sentimento che prova per la propria città lo ha spinto ad inaugurare, insieme con Guido D’Onofrio, Armando Iossa e Luciano Pituello, il 2 agosto 2021, la “Casa Museo Enrico Caruso” a Sangiovanniello (via Santi Giovanni e Paolo, 7) proprio nell’abitazione in cui il più grande tenore di tutti i tempi, orgoglio della città di Napoli, vide la luce nell’ormai lontano 25 febbraio 1873 ed in cui ora, grazie alla generosità dell’attuale proprietario, Lello Reale, sono serbati questi  cimeli.

Questo “reliquario” carusiano, anch’esso visitabile gratuitamente, previo appuntamento, accoglie preziosi oggetti personali che furono del grande artista napoletano, ceduti in comodato d’uso da Aldo Mancuso gestore dell’omonimo Enrico Caruso Museum di New York. Vi sono, quindi, esposti ritratti, calchi, lettere autografe, caricature, dischi originali, locandine, programmi, grammofoni dei primi anni del ‘900 ed altri cimeli di grande valore storico, tra cui il bastone da passeggio e perfino biancheria in lino con le iniziali del celeberrimo cantante finemente ricamate. Appena varcato l’uscio (che è rimasto quello di un tempo) di quella vecchia casa si è subito accolti dalla immortale – è il caso di dire – voce del padrone …di casa, proveniente dai solchi fruscianti di un vecchio disco dell’epoca, che, sulle ali di una struggente melodia, abbraccia i visitatori. Il tono melodioso e possente di quella voce cha ha conquistato il mondo, cattura subito i presenti, i più sensibili dei quali sono subito assaliti da un nodo alla gola e, per una sorta di ritegno, cercano di mimetizzare quella… furtiva lacrima che non riescono a trattenere per la intensa commozione che provano.

Nel 2023 ricorre il 150° anniversario della nascita di Enrico Caruso e il 25 febbraio si darà il via alle celebrazioni ufficiali. Commemorazioni che, in realtà, sono già iniziate con un “appropriato e significativo” brindisi inaugurale, il 30 dicembre scorso. A questa levata di calici in onore dell’illustre figlio di Napoli e della sua arte, era anche stata annunciata la presenza di qualche “autorità”: il sindaco (che, ricordiamo ha riservato per sé la delega alla cultura) o, almeno, il suo delegato per la musica e gli audiovisivi….

Secondo voi, s’è presentato qualcuno?

Erminio de Biase

CASA MUSEO DI ENRICO CARUSO

1 Comment

  1. Hai ragione! rimasi anch’io sorpresa e stupita della singolarità di quella fantastica collezione di cose di un tempo, si direbbe! Mi ci porto’ Gianni Salemi e ricordo la chiesa Mater Dei nelle vicinanze… una passeggiata un angolo della città’ che non finirà’ mai di sorprendere! GrazieL caterina

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