Alta Terra di Lavoro

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RICORDI E APPUNTI DI ANIELLO GIANNI MORRA (IX)

Posted by on Lug 18, 2023

RICORDI E APPUNTI DI ANIELLO GIANNI MORRA (IX)

L’era dell’idrogeno.

Da qualche anno l’elemento idrogeno, come nuovo combustibile, privo di emissioni inquinanti si fa strada e, piano piano, sta sostituendo quelli tradizionali di provenienza fossile, come carbone e petrolio, che sono tra i più inquinanti del pianeta.

Spesso alla base di simili cambiamenti vi sono motivi economici, in questo il caso, l’obiettivo è il miglioramento ambientale, per cui, tra pochissimo tempo l’idrogeno diventerà la maggiore risorsa energetica del mondo. Questo elemento, primo componente dell’acqua, è tra i più abbondanti in natura. Si ottiene come gas dalla stessa acqua mediante il processo di elettrolisi, che negli ultimi tempi è divenuta di più facile esecuzione e meno costosa, con l’uso di elettrodi di materiali a buon mercato. Come combustibile sarà più economico di quelli tradizionali, spesso nelle mani di pochi Paesi, che ne stabiliscono anche il prezzo.

L’idrogeno, utilizzato come carburante, non inquina, ha elevato potere calorifico, ed ha impatto ambientale zero. Il Fraunhofer Institute di Dresda (Germania), ha creato un innovativo e pratico prodotto a base d’idrogeno allo stato pastoso, denominato Powerpaste: a base di idruro di magnesio solido, in grado di immagazzinare grandi quantità d’idrogeno in modo sicuro, per utilizzarlo al momento del bisogno, semplicemente facendolo entrare in contatto con l’acqua. Con la Powerpaste non saranno più necessari i robusti contenitori ad alta pressione, che tuttora vengono usati per l’autotrazione. Ciò apre la strada anche ai velivoli: piccoli e grandi.

In Inghilterra, British Airways sperimenta i primi aerei a idrogeno per l’aviazione civile.

Airbus, dopo le prime sperimentazioni, annuncia per il 2025 i primi voli con passeggeri.

Nel campo marittimo, da Fincantieri arriva un progetto che punta alla riduzione delle emissioni inquinanti per navi da crociera, traghetti e ferry, l’importante gruppo cantieristico navale italiano porta avanti il progetto, per attuare la transizione energetica da finanziare con il Recovery Fund.                                                                                                                                                               

A Oslo, si lavora sulla prima nave da crociera al mondo, a zero emissioni, alimentata da idrogeno. È la più grande mai progettata fino ad oggi con questa tecnologia, dovrebbe prendere il largo nel 2023, per essere utilizzata nei fiordi norvegesi, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove dal primo gennaio 2026 la circolazione navale sarà vietata alle unità con propulsione tradizionale. Mentre Topeka, la nave a idrogeno dual-use, trasporta merci come qualsiasi altro cargo, ma avrà anche la funzione di caricare idrogeno e stoccarlo in una serie di depositi lungo la costa norvegese. I trasporti via mare con imbarcazioni a idrogeno molto diffusi, tolgono dalle strade 25.000 camion ogni anno.

Prendendo spunti dalla Norvegia e del cargo Topeka, che trasporta mercanzie lungo i fiordi, si potrebbe immaginare l’Italia servita da un’autostrada del mare lungo tutte le sue coste, solcata da navi a zero emissioni nocive.

Dalla Svezia, idrogeno per produrre acciaio. Recentemente, è nata una società con la partecipazione di alcune aziende italiane – la H2 Green Steel – che intende realizzare ex novo un’acciaieria per produrre acciaio con l’idrogeno verde, ovvero una acciaieria a zero emissioni. Nell’apprendere queste notizie il pensiero va alla nostra Taranto.

L’autotrazione del prossimo futuro.   L’auto per Anna, Davide e Gabriele. (i nipoti più piccoli)

La soluzione proposta, mette insieme i componenti di ultima generazione per la propulsione di auto che potremmo vedere quanto prima sulle nostre strade. Si tratta di utilizzare insieme fuel cell e celle fotovoltaiche spalmabili o a film sottile ad alta efficienza e opportunamente posizionate sull’auto. Non più i tradizionali carburanti (benzina ecc.) particolarmente inquinanti e costosi. Le fuel cell o celle a combustibile, producono energia elettrica utilizzando l’idrogeno gassoso stivato a 700 bar in apposito e robusto serbatoio. È possibile anche l’utilizzo di idrogeno liquido. Ultimamente viene usata la power paste. È idrogeno in pasta di più facile utilizzazione. In tutti i casi la reazione nelle fuel cell con l’ossigeno dell’aria, genera energia elettrica, per l’alimentazione di uno o più motori di trazione. Le celle fotovoltaiche sopra indicate, sono di nuova tecnologia, brevettate e prodotte dalla norvegese EnSol AS. 

Il pregio di un’auto con due complessi di produzione elettro motrice, oltre alla novità, garantisce una intuitiva maggiore affidabilità e consente di rimpicciolire il serbatoio per l’idrogeno con tutti i vantaggi che ne conseguono in termini di spazio/peso. L’autonomia di percorrenza col solo idrogeno diminuisce ma aggiungendo quella del fotovoltaico, si porterebbe a non meno di 600/700 km.

Per una più facile comprensione, nel documento si parla di auto ma le soluzioni proposte, sono valide per l’intero e variegato mondo dell’autotrazione su gomma, ferro e persino per il trasporto marittimo e aereo che in Norvegia si sta molto sviluppando.

Napoli   19/06/2020

Nucleare e rinnovabili

Il nucleare in Italia è stato sempre avversato, lo conferma un referendum molto partecipato, che vide un’alta percentuale a favore dell’uscita. Ma quella minoranza a favore dell’energia atomica oggi si rifà avanti, e ne riparla per convincere tutti su un fantomatico nucleare sicuro, ritenendo che siamo troppo dipendenti da altri Paesi. Ma non è vero, è solo per convenienza e in seguito lo vedremo.  

Sul totale consumato, importiamo energia elettrica per circa il 12 % dai paesi confinanti, soprattutto dalla Francia, che possiede un gran numero di centrali nucleari. Ma l’importazione è quasi tutta notturna e offerta sottocosto dal mercato del nucleare, le cui centrali hanno scarse possibilità di ridurre la produzione o essere temporaneamente spente. Ciò consente all’Italia, durante la notte, di fermare molte centrali alimentate prevalentemente a gas e con quella importata, di attivare le stazioni di pompaggio per riempire gli invasi sovrastanti destinati a produrre energia elettrica di giorno. In Campania, precisamente a Presenzano, abbiamo una centrale idroelettrica di questo tipo.

Sappiamo che le energie da fonti rinnovabili sono quelleche la natura ci offre gratuitamente, ma occorre intercettarle. Negli ultimi anni si sono molto sviluppate e confidiamo che ciò possa continuare maggiormente con l’attuale governo, presieduto dall’ottimo Draghi.

Lavorando per le rinnovabili, si producono più posti di lavoro nell’intero paese, si gestiscono facilmente, favorendo la produzione. È auspicabile un maggiore incremento. Pensiamo a quanti impianti idroelettrici sulle Alpi e sulla catena appenninica non sono stati realizzati, per i costi elevati. Oggi si potrebbero realizzare più facilmente, anche grazie alle nuove tecnologie.

Nel nostro paese, una grossa fetta di energia da fonti rinnovabili potrebbe arrivare dall’eolico; nella zona delle Prealpi e sulla dorsale appenninica, già esistono dei piccoli impianti. Sistemi più moderni e di maggiori dimensioni potrebbero esser collocati in mare aperto, lontani dalle coste e neppure si vedrebbero. Ciò eviterebbe problemi paesaggistici, rispetto ai quali gli italiani sono molto sensibili.

È recente la notizia di nuovi sistemi eolici molto preformanti realizzati in Germania, Paese, che sta abbandonando il nucleare.

Il solare, con i nuovi pannelli fotovoltaici meno costosi, più piccoli e più efficienti a parità di potenza prodotta, si sta affermando nell’uso civile, con l’istallazione di pannelli termici per il riscaldamento di abitazioni. Per grandi produzioni vengono usati i sistemi a concentrazione, che utilizzano specchi per convogliare il calore in caldaie di impianti termoelettrici.

Ci siamo limitati a parlare delle fonti di energia rinnovabile più importanti, che più incidono sulla produzione energetica nazionale, ma ve ne sono altre, che vanno sviluppate.

Infine anche i nostri rifiuti umidi, che produciamo ogni giorno, si potrebbero considerare alla stregua delle rinnovabili. In alcune regioni come Campania e Lazio, ancora c’è il problema dello smaltimento. Oggi, con i biodigestori, anche i rifiuti potrebbero contribuire alla produzione di biometano ed elettricità.

A.G. Morra Dicembre 2021

Aniello Gianni Morra

continua…..

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