Alta Terra di Lavoro

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RICORDI E APPUNTI DI ANIELLO GIANNI MORRA (XII)

Posted by on Lug 31, 2023

RICORDI E APPUNTI DI ANIELLO GIANNI MORRA (XII)

Clima e siccità

I cambiamenti climatici negli ultimi tempi sono avvertiti con maggiore frequenza, perché accelerati da molteplici attività umane inquinanti, che rilasciando CO2, influiscono sull’allargamento del “buco dell’ozono” con il conseguente surriscaldamento terrestre, insieme ad una serie di problemi collaterali.

Tutto ciò, nonostante l’entrata in vigore da più di trent’anni del protocollo di Montreal, per la protezione dell’ozono stratosferico, che limita la produzione e l’uso di gas ozono-distruttori.

Purtroppo, vi sono Paesi che per agevolare i loro commerci, non fanno i dovuti controlli per la salvaguardia dell’ambiente, per cui la forte siccità che oggi ci attanaglia, si presenterà più spesso nel prossimo futuro. Dobbiamo perciò organizzarci per evitare in un futuro molto prossimo di perdere uno dei beni più preziosi che abbiamo: l’acqua.

Che fare? Chiedere con vigore ai nostri governanti misure strutturali a favore del territorio e dell’ambiente, rimuovendo la burocrazia, e permettendo così alle comunità locali, di progettare e attuare interventi ambientali migliorativi?

Sono anni che si parla dei nostri sistemi colabrodo di distribuzione d’acqua: Ci sarebbe da realizzare nuovi invasi, progettati da anni ma mai eseguiti, per mancanza di fondi e di buona volontà. Oggi se ne potrebbero realizzare tanti, utilizzando il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

In molti casi, con semplici lavori si potrebbe raccogliere l’acqua piovana, per utilizzarla in agricoltura o nei giardini. Insomma l’acqua piovana che finisce in mare, rappresenta uno spreco che in periodi di siccità, non ci si può permettere. Oggi, in buona parte viene incanalata nella rete fognaria. Ci vorrebbe una rete per la sola acqua piovana, che all’occorrenza potrebbe essere utilizzata negli usi civili, o fatta confluire nei vicini laghi. Come abbiamo visto in periodi siccitosi, anche i laghi, grandi o piccoli riducono pericolosamente i propri invasi, al punto di non poter alimentare eventuali centrali idroelettriche più a valle.

A G Morra  

Giugno 2022

L’acqua.

Quella dolce dei laghi e quella salata del mare sono gli elementi tra i più diffusi e preziosi sulla terra.

Negli studi che si fanno sugli altri pianeti, l’acqua è la principale materia che gli scienziati cercano di individuare, per capire se esistono forme di vita, e se un giorno l’uomo possa eventualmente stabilirvisi.

Sulla terra non tutti i paesi hanno disponibilità di acqua dolce, e i fortunati che ne hanno in abbondanza, sono anche i più ricchi.

La nascita dello Stato d’Israele in una regione arida, obbligò quella popolazione ingegnosa, a produrre dissalatori per avere acqua potabile dal mare, per utilizzarla anche in agricoltura con l’irrigazione a goccia, imitata e poi diffusa in tutto il mondo. Gli esempi che ci sono pervenuti da questo popolo, ci spingono ad avere più rispetto per questo elemento: non si deve sprecare!!

Qualche consiglio: preferire la doccia al bagno, è anche più igienica, e per 5 minuti il consumo d’acqua è di circa 25 litri, contro i 160 per un bagno in vasca. Il lavaggio delle verdure va fatto bene, ma senza sprecare inutilmente molta acqua.

Oggi i cambiamenti climatici hanno provocato anche da noi una siccità molto forte, che si presenterà più spesso nel prossimo futuro. Dobbiamo perciò prepararci adeguatamente per fronteggiarla per non trovarci quando accade, privi di uno dei beni più preziosi che abbiamo: l’acqua.

In molti casi, con semplici lavori si potrebbe raccogliere l’acqua piovana per utilizzarla in agricoltura o nei giardini.

Recentemente, dopo la siccità del 2022-23, in alcune zone sono stati utilizzati grandi spazi di cave a cielo aperto esauste, per farvi confluire e conservare acqua piovana per l’agricoltura.

Le case private e i condomìni con aiuole e giardini, potrebbero raccogliere acqua piovana dal tetto in uno o più contenitori di plastica da 1000 litri, e utilizzarla per innaffiare il verde esistente. La capillare diffusione di questi impianti, poco costosi e di facile realizzazione, diminuirebbe notevolmente i consumi dal rubinetto.

Nel condominio Parco della Madonnina, se si decidesse di recuperare l’acqua piovana, i contenitori potrebbero essere sistemati su un terrazzamento nei pressi del fabbricato B, con un buon dislivello rispetto alle aiuole sottostanti. Su detto terrazzamento, dove peraltro scende un tubo di acqua piovana da 140 mm dalla zona sovrastante, si potrebbero sistemare in sicurezza un paio di contenitori da 1000 litri, alimentati da quella pluviale.

Luglio 2022                          

Contenitore da 1000 litri

Campolattaro

La diga di Campolattaro sul fiume Tammaro venne progettata nella metà degli anni ’70 dall’allora Cassa per il Mezzogiorno.

I lavori, affidati alla romana Ferrocementi, iniziarono nel 1981 e furono ultimati nel 1993: il costo complessivo fu quantificato in circa 270 miliardi di lire, di cui circa 51 miliardi per gli espropri che coinvolsero oltre 1.200 Aziende dei comuni di Campolattaro e Morcone. Nel 1993, il Commissario ad Acta nominato dal Ministero dei Lavori pubblici trasferì alla Provincia di Benevento il progetto di completamento dell’opera.

il 29 aprile 2006 fu avviato il collaudo dell’opera con chiusura delle paratoie e, dunque, con l’inizio della formazione del lago artificiale. Il riempimento dell’invaso avviene per gradi, secondo protocolli tecnici.

La Regione Campania, nel1995, individuò il soggetto gestore nella Provincia di Benevento, con l’intesa che la stessa si sarebbe avvalsa della cooperazione dell’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazioni fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia.

Dal 1 gennaio 2014 l’ASEA è il soggetto gestore della diga, ponendosi le precise finalità di collaudare l’opera ed attivarne gli utilizzi potabili, idrici ed energetici. Le attività di gestione si articolano: nel completamento ed esercizio della diga, nell’attuazione degli schemi di utilizzazione delle acqua invasate, nel presidio e nei vari ambiti di monitoraggio tecnico ambientale dell’invaso.

La diga è attualmente nella fase finale del suo collaudo, il riempimento avviene per gradi, seguendo la procedura con precisi protocolli tecnici. L’ASEA sta contemporaneamente provvedendo al ripristino della traversa di Tammarecchia ed alla redazione dei progetti per l’utilizzazione delle acque invasate, utilizzo che s’avvierà al termine delle procedure di collaudo. Inoltre è in corso di realizzazione un primo impianto di mini-idroelettrico, con potenza di circa 400 kW con utilizzazione della portata corrispondente al Deflusso Minimo Vitale da restituire all’alveo del Tammaro a valle della diga.

Dati tecnici della diga:

  • Quota di massimo invaso: 381.45 metri sul livello del mare
  • Quota di massima regolazione dell’invaso : 377.25 metri sul livello del mare (estensione corrispondente MQ 6681282)
  • Piano di coronamento: 387.40 metri sul livello del mare
  • Larghezza del coronamento: 9 metri
  • Sviluppo del coronamento: 820.60 metri
  • Altezza massima del rilevato: 62.90 metri;

L’accumulo d’acqua annuo massimo previsto è pari a circa 109 milioni di m3, così suddivisi: 89 milioni m3 provenienti dal Tammaro (cui sottende un bacino imbrifero di circa 256 Kmq, pari a poco più del 10% del territorio della provincia di Benevento); 20 milioni m3 derivanti dalla traversa di gronda sul “Tammarecchia” (cui sottende un bacino di 75 Kmq.).

I volumi d’acqua ritenuti utilizzabili ogni anno sono pari a 87.2 milioni m3.

L’imponente opera comprende una galleria di derivazione, lunga 7,5 chilometri, un impianto di potabilizzazione con potenzialità massima di 3000 litri al secondo, le reti di diramazione per decine di chilometri che consentiranno l’alimentazione dell’intera provincia di Benevento (con particolare riferimento alla città capoluogo, Fortore, Alto Sannio, Valle Telesina) il collegamento con i principali acquedotti regionali, opere ad uso irriguo nella valle Telesina. Il costo complessivo dell’opera è di circa 480 milioni di euro, di cui 275 a carico della Regione Campania, che sarà soggetto attuatore. L’invaso di Campolattaro ricade in un’area ricca di numerosi habitat e specie faunistiche ed avifaunistiche; tale ecosistema trova riconoscimento da parte della Commissione Europea in quanto sono state identificate nell’ambito della Rete Natura 2000 l’Area Sic (Sito di interesse comunitario) “Alta Valle del Fiume Tammaro” e l’Area Zps (Zona di protezione speciale) “Invaso del Tammaro“. All’interno di esse è presente un’area naturalistica protetta di circa 1000 ettari gestita dal WWF Sannio con cui l’ASEA ha sottoscritto una convenzione per la gestione.

Si ringrazia http://www.aseaenergia.eu/ per le informazioni fornite- Luglio 2022

Con l’invaso di Campolattaro, la regione Campania arriva all’autosufficienza idrica. Perciò l’articolo meritava una esposizione adeguata.

Energia osmotica o a gradiente salino

I primi studi su questo tipo di energia, furono fatti in Norvegia nel 2009, dove si produsse anche un piccolissimo impianto sperimentale.

L’energia osmotica, conosciuta anche come energia a gradiente salino, è un sistema che prevede la produzione di corrente attraverso la concentrazione di sale nelle acque di due scompartimenti, divisi da una membrana speciale, viene versata acqua dolce e acqua salata. Miscelando i due liquidi, grazie all’elettrodialisi, viene generata corrente elettrica.  È un sistema complesso, ma più sicuro e stabile delle altre fonti rinnovabili. Non è infatti soggetto a condizioni climatiche avverse. In Francia, sono continuati questi studi, e, l’azienda Sweetch Energy, nel 2023 inaugurerà una centrale a energia osmotica sulla foce del Rodano, che a regime produrrà in un anno, energia pari a 1/4 di quella consumata in una città come Milano. In questo caso l’energia osmotica, funziona sfruttando il differenziale di salinità tra le acque fluviali e quelle marine.

Dall’Università di Palermo, arriva una scoperta molto importante sulla nuova energia. È stato realizzato un impianto sperimentale per sfruttare le saline trapanesi. La tecnologia osmotica attuale prevede l’utilizzo di acqua dolce e acqua marina. Gli scienziati siciliani, invece, hanno trovato il sistema per produrre energia mescolando l’acqua marina e l’acqua delle saline. Una vera innovazione che rende questa fonte energetica ancora più efficiente, utilizzando un nuovo tipo di membrana per il processo.

Nota) se a queste utilissime scoperte seguissero in breve tempo anche gli impianti di produzione, ci avvicineremmo quanto prima alla sufficienza energetica.

Luglio 2022

Energia geotermica profonda.

Quanto riportato, è ciò che ha fatto la Norvegia negli ultimi anni per l’ambiente: trasporti marittimi con navi alimentate a idrogeno, dotazione di un vastissimo parco di auto elettriche, lunghissimi tunnel sottomarini come il ponte di Archimede ed altro ancora, ci fanno considerare questo paese tra i più virtuosi. Ma stiamo apprendendo che altri piccoli Paesi come l’Islanda e la Svizzera, non sono da meno.

In Islanda, un impianto pilota realizzato in collaborazione con una start up Svizzera, “cattura” dall’ambiente emissioni di CO2, e mischiandole all’acqua, le inietta in rocce basaltiche: nell’arco di pochi mesi, una reazione chimica trasforma la CO2 in calcare, intrappolandola stabilmente. Inoltre col calore del sottosuolo, produce quasi la totalità di energia elettrica per i propri fabbisogni e con il teleriscaldamento, alimenta la produzione di acqua calda sanitaria e gli impianti di riscaldamento delle abitazioni.

Questo paese, nel campo delle rinnovabili ed in particolare in quello geotermico, ha superato l’Italia, che è scivolata al settimo posto. Ricordiamo che il nostro paese è stato tra i primi al mondo ad utilizzare il geotermico e nel settore, ha una grande esperienza. Tuttavia da un po’ di anni non s’impegna ad aumentarne la produzione, ed ha anche abbandonato l’interesse per lo sviluppo di nuovi siti. Riteniamo che prendendo spunto dalle centrali del Larderello (grandi c.li. geotermiche) se ne possano realizzare anche in altre in regioni. Il nostro sottosuolo è abbastanza ricco di questa energia, che aspetta solo di essere utilizzata. 

La Svizzera invece, si sta attivando per incrementare l’utilizzazione delle energie rinnovabili, ed in particolare dellenergia geotermica profonda (vapore estratto da migliaia di metri di profondità) utilizzata oggi a scopo terapeutico. Gli esperti valutano che lo sviluppo di questo settore, possa portare in breve tempo alla piena indipendenza energetica.

L’Ufficio federale dell’energia, la ritiene vantaggiosa rispetto ad altre fonti rinnovabili. Può essere sfruttata sempre e incrementata durante i picchi di richiesta giornalieri o stagionali. Una caratteristica che può aiutare a superare le difficoltà di approvvigionamento in inverno e ridurre la dipendenza dal gas. Inoltre, il prezzo della geotermia è stabile, a differenza delle oscillazioni di petrolio e gas e non è assoggettato a variazioni climatiche.

Ciò che ci serve ora è una storia di successo che metta le ali a questa “energia sostenibile”, scrive la Lupi sulla pagina web di La Vie Economique.” La soluzione ce l’abbiamo letteralmente sotto i nostri piedi”.

In questo paese, molto attento all’ambiente, già diverse decine di anni or sono, alla costruzione di nuove villette, si realizzavano impianti geotermici per il riscaldamento domestico. In pratica si sotterravano dei tubi a profondità di circa 2/3 mt collegati a una pompa di calore con consumo limitato di elettricità. Mia figlia Laura che vive nei pressi di Zurigo in una casa costruita circa 40 anni or sono dal padre del marito, è contenta di utilizzare questo sistema, molto economico.

Napoli, 10/08/2022

ANIELLO GIANNI MORRA

continua

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