Alta Terra di Lavoro

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San Leucio di Gianni Aniello Morra

Posted by on Feb 12, 2024

San Leucio di Gianni Aniello Morra

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Prima ancora che prendesse il nome attuale, era un feudo dei conti Acquaviva di Caserta noto come Palazzo del Belvedere . Nel 1750, quei possedimenti, furono acquistati dai Borbone di Napoli, che nelle intenzioni di Ferdinando IV, dovevano diventare la città modello di “Ferdinandopoli”. Ferdinando, dopo la morte prematura del primogenito, in sua memoria decise di erigere un ospizio per i poveri e dopo vi costruì anche un opificio per la lavorazione su scala industriale della seta.

Oltre alle abitazioni per i lavoratori, il progetto prevedeva strutture educative e sanitarie. Una siffatta città ideale richiedeva un codice di leggi contenente i principi fondamentali che avrebbero dovuto guidare la comunità e favorirne il florido sviluppo. Fu così che nel 1789 nacque lo Statuto di San Leucio o Codice Leuciano, un chiaro esempio di dispotismo illuminato ispirato a ideali di uguaglianza sociale e di solidarietà con una visione lungimirante e progressista, fu voluto soprattutto dalla regina Maria Carolina d’Asburgo, donna raffinata e colta, e non dal marito Ferdinando, uomo di poca cultura sebbene propenso al contatto diretto con i sudditi.

Il Codice Leuciano, composto di 5 capitoli e 24 brevi paragrafi, descrive una società fondata sul lavoro. In particolare sulle pari dignità tra i lavoratori, e sul merito, nel quale sono riconosciuti il diritto all’abitazione fornita dal sovrano al momento del matrimonio, insieme con ciò che è “necessario pe’ comodi della vita”. Il diritto all’istruzione gratuita per uomini e donne, la libera scelta del coniuge garantita dal sovrano, contro ogni interferenza della famiglia di origine. Per contrarre liberamente matrimonio oltre ad aver compiuto 20 anni per gli uomini e 16 per le donne, occorreva essere in grado di mantenersi con il proprio lavoro, l’abolizione della dote femminile e la parità di genere nell’asse ereditario. Inoltre, il Codice definisce un sistema di assistenza sociale straordinariamente avanzato per l’epoca: si prevede una “casa degli infermi” per i malati, l’annuale vaccinazione dei giovani contro il vaiolo, e una cassa comune “di carità” per i lavoratori “non istato di potersi lucrare il pane” per vecchiaia, per infermità o invalidità. Da ultimo, il Codice prevede la garanzia al lavoro per tutta la popolazione e l’integrazione dei lavoratori stranieri, che potevano acquisire gli stessi diritti dei cittadini leuciani se i loro comportamenti erano adeguati e se si applicavano assiduamente al lavoro, e stabilisce inoltre le pene per i trasgressori delle leggi.

Si comprende che il Codice Leuciano è caratterizzato da un’impostazione paternalistica ma volta a realizzare una rivoluzione sociale “dall’alto”, diretta a costruire un sistema economico, urbanistico e sociale in grado di evitare la miseria e il degrado della popolazione, creando una “società giusta”.

L’esperimento sociale innovativo e pioneristico di San Leucio non fu mai pienamente realizzato, a causa, della discesa di Napoleone in Italia e della nascita della Repubblica Partenopea nel 1799. Con l’Unità d’Italia morì definitivamente.

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