“Senza tocco di campane” di Giuseppe Gangemi per la rubrica “Incontro con l’autore”
Dopo anni di studi e ricerche e dopo l’uscita di due importanti libri, “In punta di baionetta” e “STATO CARNEFICE O UOMO DELINQUENTE”, il Prof. Giuseppe Gangemi chiude la trilogia con “Senza tocco di Campane” (le vittime civili taciute della guerra meridionale) arricchendo con una scientifica e inedita visione, gli studi sui tanti eventi tragici del primo decennio post-unitario. Il Prof. Gangemi collega tra di loro le tante stragi ed eccidi che si sono susseguite, “al di la e al di qua del faro”, riuscendo a legarle tra di loro nonostante le varie motivazioni che le hanno causate, ha utilizzato con maestria la statistica per spiegare la sparizione di una parte importante della popolazione napolitana e siciliana, ha spiegato come è stata preparata politicamente e giuridicamente la “Legge Pica” e come è stata attuata ma soprattutto ha messo la parola fine sulle vicende di Pontelandolfo e Casalduni smontando pezzo pezzo “il revisionismo del revisionismo” messo in piedi da Carmine Pinto e dalla sua collaboratrice Silvia Sonetti che con ingenuità ed inesperienza ha trattato una vicenda così complessa e oscura, e da molti accademici che disperati cercano di aggrapparsi ai documenti ufficiali dell’esercito italiansavoiardo per cambiare una storia che ormai è scritta sulle pietre . Altro grande merito del Prof. Giuseppe Gangemi è quello di aver dato voce e nobiltà ai tanti ricercatori e studiosi locali che grazie alla loro passione, capacità e applicazione condita da una buona dose di entusiasmo, hanno dimostrato che la nostra storia è universale perchè è l’insieme di tante storie locali che hanno peso ed importanza enorme. Per ascoltare dalla viva voce del Prof. Gangemi i vari aspetti del libro “Senza tocco di Campane” nelle linee generali vi invitiamo a vederci venerdi 1 marzo alle ore 21 per la rubrica “Incontro con l’autore” e per farlo basta cliccare di seguito
Oltre ai soliti e oramai “banalizzati” Pontelandolfo e Casalduni, mi piacerebbe maggiore luce su zone “minori” che non hanno mai beneficiato della “luce dei riflettori”. Per restare alle zone nelle quali ho avuto modo di raccogliere alcuni residui di memoria popolare, mi piacerebbe qualche ricerca storica sulla Valle Roveto, odierno confine fra Lazio e Abruzzo, dove furono cancellati totalmente interi “villaggi” dei quali oramai restano soltanto ruderi quasi impercettibili.
lotion 25
Luca Esposito
Ci sono quelli portati prigionieri a Cerreto………
Un caro saluto a Claudio e i miei sentiti complimenti al professore Gangemi per il suo lavoro di ricerca profondo e fruttuoso.
domenico anfora
Luca Esposito
Il ministro di polizia si chiamava Ajossa
castrese lucio Schiano
Buona sera Claudio. Buona sera professor Gangemi