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STORIA DE’ NOSTRI TEMPI DAL CONGRESSO DI PARIGI NEL 1856 AI GIORNI NOSTRI DI GIACOMO MARGOTTI XIV (VOL. II)

Posted by on Ott 24, 2024

STORIA DE’ NOSTRI TEMPI DAL CONGRESSO DI PARIGI NEL 1856 AI GIORNI NOSTRI DI GIACOMO MARGOTTI XIV (VOL. II)

LA SOPPRESSIONE DELLA TEOLOGIA E GLI SPROPOSITI DEL DEPUTATO MACCHI (Pubblicato il 13 marzo 1863).

«La révélation ne saurrait étre en désaccord avec la science: car la vérité est une, et ne peut souffrir le moindre partage (MERCEL Hk Sebres, De la création de la terre e de corps celeste, pag. 2).

Nella tornata dell’11 di marzo 1863 il deputato Mauro Macchi propose che il nuovo Regno d’Italia abolisse nelle Università l’insegnamento della teologia cattolica, e questa sua proposta si appoggiava a due ragioni. La prima, perché nessuno vuole imparare la teologia che s’insegna nelle Università; la seconda, perché la teologia cattolica non insegna cose giuste e vere!

«Su 19 Università che or si contano in Italia, diceva il deputato Macchi, in ben 14 non v’è neppure uno studente di teologia, Neppur uno. In quella di Pisa ve ne Sodo due, in Cagliari tre, in Torino cinque, in Palermo sei, ed in Sassari, dove i Teologi accorrono più frequenti, se ne contano sette. In tutta Italia sonvi VENTITRE studenti di teologia governativa; i quali, fra rettori, vice-rettori, professori e bidelli, occupano ben TRENTANOVE impiegati, con uno stipendio complessivo di oltre OTTANTUNMILA franchi (81, 109 58). Che se voleste i dettagli, son pronto a fornirveli. E notale che in questa grossa cifra non sono comprese le spese per l’insegnamento teologico nelle Università di Catania, di Messina e di Palermo; imperocché nel bilancio, e nella sua votazione, non si trovano distinte, come per le altre Università sopra accennate. Ond’io non sono andato lungi dal vero, proponendovi la somma complessiva di 100. 000 franchi da sopprimersi per l’insegnamento teologico».

Questa era la ragione economica addotta dal Macchi. Ma prima ne aveva arrecato un’altra scientifica, dicendo: «Lo Stato si occupi di far insegnare le cose giuste e vere, e non si occupi del resto. Faccia apprendere alla gioventù la geologia e la fisica, da cui appare irrefragabilmente che il nostro globo conta già milioni d’anni, e non paghi del suo chi insegna, invece, la leggenda dei magri settemila. Faccia apprendere l’astronomia, da cui appare che il nostro globo è umile vassallo di un pianeta, il quale è centro di un solo fra gli infiniti sistemi planetari che brillano nell’immensità dello spazio, e non paghi chi vorrebbe far credere essere la nostra misera terra, centro e scopo di tutto il creato. Faccia insegnare l’antropologia e l’etnologia, da cui appare ornai inconfutabilmente la moltiplicità delle razze, e non paghi chi ha interesse a dare ad intendere che l’intera umanità deriva da un pugno di terra bagnata di sputo (sic)» (1).

(1) Vedi il Diritto del 12 marzo, e gli Atti Ufficiali della Camera, N 1082, pag. 4212.

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Rispondiamo alle due ragioni. Pochi frequentano la teologia universitaria, perché non si ha nessuna guarentigia che sia la teologia cattolica; perché è una teologia insegnata senza la sorveglianza dell’autorità ecclesiastica. Il fondamento della teologia è l’Ite et docete detto agli Apostoli, e non ai Guardasigilli. Volete che le Facoltà teologiche sieno frequentate? Rendete la teologia quello che dev’essere, e fate che intervenga l’autorità della Chiesa nel suo insegnamento.

— Ma noi aboliremo la teologia, giacche nessuno vuole studiarla. — Pessimo discorso. Abolire la teologia vuoi dire abolire l’articolo primo dello Statuto, vuoi dire proclamare lo Stato ateo. Volete abolire la Camera dei deputati, fondandovi sulla ragione che pochi onorevoli intervengono? Volete abolire i comizi elettorali, perché costantemente vi mancano tre quarti degli elettori? No davvero. Voi studiate rimedii perché e la Camera e le elezioni sieno frequentate. E studiate egualmente rimedii perché si frequentino le scuole teologiche delle Università. E il rimedio radicalo, efficacissimo, unico è questo: Fate che la teologia sia teologia, e venga insegnata da chi ha missione d’insegnarla.

— No, soggiunge il deputato Macchi, la teologia cattolica non insegna cose giuste e vere. Essa si oppone alla geologia, all’astronomia, all’antropologia. — Forerò sciocco, povero ignorante! Egli parla come un Volteriano del secolo passato. Egli ignora i progressi di quelle stesse scienze che invoca contro l’insegnamento cattolico. Egli fa ridere di compassione i veri dotti. «Qual è oggidì, chiedeva De Férussac, qual è il geologo che non sorriderebbe di compassione all’udire le argomentazioni scienti6che di Voltaire contro la Genesi?» Povero Macchii Povero sciocco! Proviamoci a dargli qualche indirizzo per istudiar meglio la materia su cui vuole discorrere. E troppo breve l’articolo di un giornale per una simile lezione; ma se il Macchi volesse un libro, saremmo pronti a regalarglielo con tutte le relative citazioni, che qui ommetteremo per amore di brevità.

Signor deputato, studiate le scoperte di Young e di Fresnel che fanno prevalere sulla teoria dell’emissione dei raggi quella delle vibrazioni e delle interferenze, e capirete il capo 1°, vers. 3° della Genesi, dove è detto che la luce esisteva prima degli astri. Pareva questa un’assurdità, ed è una verità scientifica (1). Leggete Beaudant, Bory-Saint-Vincent, Marcelle di Serres, il Bollettino di Ferussac, la Geologia del Boubée, la Storia naturale del globo terrestre di Démerson, e vedrete che l’ordine delle creazioni, come si verifica in geologia, concorda pienamente colle sei epoche della cosmogonia mosaica. Consultate Delalle, Foisset, e soprattutto Acheri, e troverete vittoriosamente difesa la Santa Scrittura e i Santi Padri dalle assurdità dogmatiche, che prima di voi, signor Macchi, osavano rimproverare alla teologia cattolica il Letronne ed il Libri.

Addentratevi un po’ nella scienza, e dopo di aver studiato ancora qualche anno, diventerete cattolico. Buckland vi mostrerà l’università dell’ultima crisi diluviana, che si voleva partire in particolari inondazioni; Saussure e Dolornieu vi diranno che spropositaste sull’antichità del globo presente;

(1) S. Basilio, Hexameron, tom. 2, e S. Cesarie, Dialogo 1°, hanno preceduto di molti secoli i più famosi astronomi.

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e De Luc vi proverà matematicamente che settemila anni prima la terra, dove siete e che non conoscete, non era abitabile da un uomo solo! E vedrete Cuvier nel suo Discorso sulle rivoluzioni del globo aderire a questa conclusione e mostrare di più, che seicento anni prima di Gesù Cristo scompare ogni traccia di storia concatenata e credibile, eccetto quella degli Ebrei; e l’orientalista Klaproth come William Jones dichiarare che al di là di alcune centinaia d’anni prima dell’era nostra sono chimere tutti i documenti storici che può fornire l’Asia, la cui autorità follemente si volle paragonare all’autorità della Bibbia.

Studiate, signor deputato Macchi, che n’avete bisogno. Studiate Bentley e v’insegnerà che sono favolose certe osservazioni antidiluviane, e vi proverà la data moderna di certe tradizioni gangetiche, di cui menavasi tanto rumore, e fra le altre la famosa leggenda di Krishna, posteriore all’èra volgare. Studiate Abel Rémusat, e imparerete come sieno recenti le istituzioni lamaiche, e come il buddismo non sia che la parodia del Cristianesimo. Studiate e vedrete H famoso Ezoun-edam che già dava qualche forza apparente ai sofismi di Voltaire, venir riconosciuto da Ellis per una creazione più moderna ancora dei Pouranas, e de’ conventi buddisti del Thibet. Studiate da ultimo Champollion, e vedrete dimostrato invincibilmente coll’ainto delle iscrizioni greche e dei geroglifici fonetici, che i famosi zodiaci che dicevano di quindicimila anni, e de’ quali parlavano nel secolo passato i rivoluzionari francesi, che oggi imitate voi, o retrogrado Macchi (vedi il Moniteur del 25 pluvióse, an. x), non contavano nemmeno ottocento anni, scoperta che mostrò le ridicolaggini del Dupuis.

Voi, deputato Macchi, che negate l’unità primitiva della specie umana, studiate Lacépède e De Virey, e i bei lavori di Blumenbach, e vedrete che quest’unità non può ormai più dare luogo a un dubbio serio dopo i numerosi esempi di mutazioni di razze radunati dal dottore Dwight, gli schiarimenti decisivi dati dal professore Mitchell, e l’adesione completa di Flourens. Osservate d’altra parte tutte le nazioni, nell’indicare la loro origine, convergere verso uno stesso punto di partenza, la regione del Caucaso, e gli abitanti delle due penisole dell’India, per esempio, dichiararsi venuti dall’Occidente, come gli Europei sanno che sono venuti dall’Oriente. Vedete l’America, che si faceva uscire dalle acque più tardi del resto del mondo, ciò che oggidì è riconosciuto falso, come risulta dai Monumenti americani dell’Humboldt, l’America per cui creavasi una razza d’uomini a parto, vedetela ora. riconosciuta come quella che ricevette dall’Asia le sue istituzioni, le sue arti, i suoi costumi, la sua popolazione medesima per via di successive immigrazioni, di cui si può oggidì seguire l’incesso col mezzo de’ suoi monumenti così bene studiati dai Caleb Atwater, dai Drake, dagli Assali e dai Warden.

Sono soltanto gli sciocchi, signor Macchi, che disprezzano i libri di Mosé, «questi libri che nessun monumento astronomico o storico ha ancora smentiti», come nota il Balbi nell’Attante etnografico del globo. Le tradizioni di tutti i popoli presentano col Pentateuco un accordo prodigioso. A Ceylan trovate il Picco di Adamo, il Ponte d’Adamo, e tra gli Aztechi la donna del serpente (Cihva-Cohvali) madre del genere umano.

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Gl’Insulari del Tonga nel Mare del Sud vi raccontano la storia di Caino e di Abele, e i Messicani quella della Torre di Babele, rinnovata nella Camera di Torino. Trovate il diluvio di Noè nella mitologia dei Greci, e in quella degli Scandinavi, nelle idroforie Romane, e nelle memorie locali d’Jerapoli e d’Apamea, e in quelle di Cuba, e nella favola messicana di Coxcox o Tezpì, e nei poemi sacri della Cina e dell’Industan. Isacco Newton diceva della Bibbia:

«Trovo maggiore autenticità in questo libro che in qualsiasi altra storia profana». E Atanasio Coquerel scriveva a suo fratello: «Decisamente la Storia Santa resta la prima. Ogni scoperta la conferma così nello studio dell’antichità, come in quello della natura, e per chi vuoi credere, la facilità di credere aumenta ogni giorno». E Ballanche, nella Palingenesia sociale – «Le scienze sono venute a confermare la Bibbia nel momento i stesso in cui si poteva credere che la fede non bastasse più».

Ma che facciam noi in quest’articolo? Intraprendiamo un’apologia della Storia mosaica? Lascieremo agli empii ricopiare le sciocchezze di Voltaire, di Volney, di Dnpuis, e noi a nostra volta ristamperemo le vittoriose risposte dei dottori cattolici? Pisanelli e Pasolini sarebbero ben lieti di questa nostra occupazione, Essi amerebbero veder l’Armonia dedicarsi a tal genere di studi, e chiudere gli occhi sugli scialacqui del Minghetti, sulle usurpazioni di Pisanelli, sul despotismo di Peruzzi e sulle mene di tutti i cospiratori. Tuttavia non è questo il compito d’un giornale. Per rispondere a Macchi ci sono i libri, e libri che non hanno più bisogno d’essere fatti e stampati, giacchè lo sono da molto tempo, e ci pare d’aver dimostrato di conoscerne parecchi. A questi dunque rimandiamo gli avversari, rimettendoci sul nostro cammino.

fonte

https://www.eleaml.org/sud/stampa/vol_01_02_margotti_memorie_per_la_storia_dei_nostri_tempi_1865.html#dodici

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