Alta Terra di Lavoro

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“Struttura inedita in opera poligonale” di Fiorentino Bevilacqua

Posted by on Dic 20, 2020

“Struttura inedita in opera poligonale” di Fiorentino Bevilacqua

Era il 2 aprile del 2018, ed era Pasquetta. Come tutte le Pasquette, anche quell’anno decido di fare una lunga passeggiata nei boschi. Questa volta, con me, c’è mio cugino Mimmo.

Giungiamo in una zona in cui ero già stato ma di cui non avevo visitato tutto.

C’è un poggio dal quale, oltretutto, dovrebbe vedersi, rispetto al punto in cui ci troviamo, un bel panorama…

Ci andiamo; mio cugino è qualche metro più avanti di me che, più indietro, avanzo guardandomi intorno e a terra.

Ad un certo punto, sulla mia sinistra, scorgo delle rovine: mi ricordano quelle del monte La Frascara. Chiamo mio cugino dicendogli che c’è qualcosa che ricorda l’Orto della Regina (foto1 e 2).

Salgo sulla pietra d’angolo (foto3) e mi accorgo che, dal terreno, affiorano le mura di cui si vede la “struttura interna”. Metto su di esse il mio bastone per poterne stimare, poi, la larghezza (foto 3 bis).

Notiamo che le mura non sono ben consevate su tutti i lati (foto 4).

Non è roba per noi (un informatico, lui, e un biologo) per cui, pure attratti ed entusiasmati dal ritrovamento, facciamo altre foto, ci scambiamo le nostre considerazioni e torniamo indietro.

La sera, scelte le foto migliori e stilata una breve descrizione della cosa, invio il tutto all’amico di vecchia data, nonché compagno di tante escursioni a tema, Adolfo Panarello. Ne invio una copia ad un’altro archeologo, Norma Mazzoccoli: è materia loro. Adolfo mi chiede se, a terra, ho notato “frustoli di ceramiche”, “frammenti di terracotta”. No, rispondo, niente, non mi sembra proprio.

Tre giorni dopo guido i due archeologi sul posto… Vergogna mia … Frustoli e frammenti ce ne sono a bizzeffe, ma è ovvio che io non potevo notarli: la mia attenzione era (ed è) focalizzata su insetti, tracce di animali, piante, funghi … Si trova, e si nota, ciò che si cerca (serendipiti a parte).

Il Dr. Panarello e la dottoresa Mazzoccoli mi forniscono la loro opinione e rendiconto – per me – una schedina di sintesi che io, poi, ho inviato alla Soprintendenza.

Tutto qui.

Oggi, rivado sul posto solo con un vecchio amico, compagno di tante affollate escursioni.

Fiorentino Bevilacqua

P.S.

Cosa sono state, nel passato, quelle rovine definite, da Panarello/Mazzoccoli, “struttura inedita in opera poligonale”?

Dalla schedina degli archeologi…

“La struttura può essere interpretata in vari modi…” ma “… basandosi solo sulle impressioni preliminari, verrebbe da pensare che la struttura possa essere stata, originariamente, una postazione/torretta d’avvistamento. Questa impressione è suggerita, oltre che dalle sue ridotte dimensioni, anche e soprattutto dalla sua posizione geografica, altamente strategica, che consente di controllare agevolmente tutti gli attracchi marittimi e fluviali del litorale formiano e caietano e anche l’intero entroterra creato dal graben del Garigliano. L’ipotesi della torretta o, comunque, di una struttura con un notevole alzato è suggerita anche dallo spessore delle murature, che, come predetto, misura 1,5 metri.

La pianta quadrangolare e la presenza di testate d’angolo regolarizzate, nonché la vicinanza ad arterie viarie secondarie di epoca romana ben note in letteratura, fanno supporre la sua datazione più antica all’epoca romana, ma, in tal senso, qualche sensibile perplessità è suscitata dall’assenza di malta nella tessitura muraria. Questo sembra orientare verso un’epoca più antica o più tarda di quella suddetta. Come predetto, è indispensabile effettuare alcune ricerche più approfondite per avere idee più chiare” (A. Panarello, N. Mazzoccoli, 2018).

Fiorentino Bevilacqua

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