Toponomastica
ovvero del calendario in pietra
delle ricorrenze onomastiche
de “i figli di zoccola”
Equazioni della Storia
Topo= Ratto; Ratto = Furto; Furto = Ladro; Ladro = figlio di zoccola; Zoccola = mamma del topo
***
“PIAZZA.. un Garibaldi di qua”… “VIA…un Ferdinando di là”…. “CORSO… c’è poco da fare…il “corso” per eccellenza è quel corto e male incavato del Bonaparte”… “LARGO…..agli invasori”…
TOPONOMASTICA! Dagli dentro con statue e targhe….mettiamo i paletti, i cippi lapidei, le preghiere di pietra, i monumenti… a circoscrivere ed a sottolineare il nostro masochismo meridionale – la sindrome di Stoccolma ch’era abbondantemente già napoletana prima di divenire svedese – fregiamoci dei segni distintivi del nostro vergognoso leccar di fondelli agli aguzzini… del nostro strisciare schifoso ai piedi del gradasso. Dai tempi dell’Unità, del crollo della nostra Civiltà, non v’è traccia della nostra memoria storica se non nelle strutture e vestigia, obsoleti palazzi, ancorché – allora – intrasferibili al Nord solo per impossibilità di smantellamento e ricostruzione in Torino (com’è invece avvenuto di recente – per merito della tecnologia avanzata – per il tempio di Karnak in Egitto)…. Un trionfo inaudito, dal 1860, dei santi del protestantesimo nella Capitale del Cattolicesimo, quella Napoli il cui solo centro storico conta più chiese dell’intera bizzoca Barcellona… Un calendario in pietra, tra targhe e statue, a ricorrenza onomastica di ogni nostro santo massone liberatore, a cominciare dal sciùr Garibaldi e dal sciùr Vittorio Emanuele ‘o baffone…da Mazzini a Cadorna… da Crispi a Pianell.. dalla Sanfelice a Cialdini… per tutti i figli di zoccola che vollero generosamente “ liberarci” di… 54 paesi, bruciati e rasi al suolo, con gli abitanti fucilati… di circa 800.000 assassinati… di circa 150.000 deportati e morti nei lager dei Savoia…di quasi un milione di incarcerati…dei floridi capitali delle Banche e dei Comuni delle Due Sicilie… delle principali industrie del Regno… dei nostri principali istituti universitari e scolastici…dei nostri arsenali navali… dei nostri commerci, avendoci dato in cambio l’onore postumo, l’imprimatur regale di una Questione Meridionale che tanto e meglio e più ci nobilita nella nostra autentica essenza di monnezza, di smidollati masochisti e pagnottisti del secondo e terzo…e prossimo millennio!
Non v’è una strada di Napoli dedicata a chi ha fatto grande Napoli!.. Non un nome, una effigie, a rammentarci il nostro passato… la NOSTRA STORIA, nel bene o nel male COMUNQUE NOSTRA STORIA!… Se si è salvato un Carlo di Borbone nella piazza omonima è solo perché celebrato quale Carlo III Re di Spagna; non certo quale Re Napoletano – uno dei migliori, tra l’altro – e l’onta del nobile Largo di Palazzo sul quale si affaccia il NOSTRO Palazzo Reale ben più antico dei Borbone beffeggiato da una targa vergognosa che inneggia al falso plebiscito!…
L’umile pantheon dei Borbone in Santa Chiara affaccia sul portone della scuola intitolata alla Pimentel Fonseca.. che pare quasi ch’ella sia ancora lì presente non più a recitare madrigali, come ‘a bei tempi del suo leccaculismo a Ferdinando ma a sbeffeggiar l’intera storia, l’intera Nazione!
La stessa commovente “ouverture” dell’atto costitutivo della Regione Campania è di per sé indecoroso atto di contrizione e di scuse al mondo intero per la nostra vergogna d’essere stati per lunghissimo tempo una Nazione evoluta, civile, industrializzata, ricca, onorata ed europea… fino a 144 anni fa.
Sui bimbi in età scolare, proprio per rovinarli da piccoli, incombono null’altro che minacciosi grossi glutei di pietra assisi su cavalloni impossibili di “eroi” e “padri della Patria” falsamente mitizzati… e pare che quella rosea e fresca gioventù, quel virgulto di meridionalità sia eternamente schiacciato e soffocato sotto il peso di quei gran sederi e sotto il tacco di quegli stivaloni sadomaso.
La nostra storia non è scritta nelle antiche strade della nostra città che pure ne trasuda memoria e fasti innegabili. Neppure una strada dedicata – in ultima analisi – al re dei pastai, al maestro preseparo più illustre,…al – che so? – re dei tessuti… a quello dei caciocavalli o dei vini..insomma a qualcuno che partecipò del benessere della metropoli con il proprio genio , quando noi si esportava fin nelle Americhe tutto questo ben di Dio. Quando, avevamo un’economia. Dopo di allora, un solo prodotto nazionale , per la politica della Questione Meridionale e col patrocinio della Legge Pica, fino al piano Marshall, abbiamo esportato : la carne da cannone, il “terrone”,… gli schiavi,… gli emigranti! Ed oggi, siamo celebri nel mondo solo per questo tipo di esportazione… ma i napoletani se ne fregano, avendo esportato nel Cielo degli Avi anche l’imgombrante senso della Dignità.
Però ad Arco di Trento, udite udite, una strada era da tempo immemore intitolata a Francesco II Re delle Due Sicilie…ed una statua in un giardino pubblico, colà, è dedicata ai Briganti ed è notizia recente che nella Fedelissima Civitella del Tronto è stata dedicata una strada a Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie ed un po’ ovunque, nel Sud, è tutto un fiorire di convegni e di dibattiti sull’opportunità di recuperare la vecchia toponomastica.
Napoletani, mettiteve scuorno!
Marina Salvadore
fonte
http://www.adsic.it/2004/01/02/toponomastica/#more-178