Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

UNA METEORITE SI ABBATTE SU CASTELNUOVO PARANO, ANDREA SANNINO (ANDRE’)

Posted by on Ago 27, 2022

UNA METEORITE SI ABBATTE SU CASTELNUOVO PARANO, ANDREA SANNINO (ANDRE’)

Un sabato pomeriggio di agosto decidi di andare al mare e mentre guidi distrattamente a Castelnuovo Parano vedi un palcoscenico enorme con un impatto ottico notevole che ti permette di leggere che si esibirà Andrea Sannino, continuerò a chiamare Andrè come vuole l’artista, e continuando a capire dove andare a bagnarsi comincia a salire il pensiero “se non abbiamo nulla da fare veniamo al concerto”.

Come volevasi dimostrare nulla c’era da fare e se si pensava di fare altro alla fine si va al concerto di Andrè e dopo aver trovato faticosamente un parcheggio si arriva in piazza zeppa di gente, zeppa di bancarelle con mille profumi tipica delle feste patronali poichè a Castelnuovo Parano si festeggiava la Madonna del Piano come si fa da qualche secolo, forse un millennio, e la bella cosa è che si son viste, donne del luogo che erano elegantissime in onore della propria festa e della propria Madonna come s’è sempre fatto che ci fa comprendere che certe tradizioni sono ancora vive e vegete.

Cinzia, mia moglie, ed io non conoscevamo nessun pezzo di Andrè, tranne il famoso pezzo che volutamente non voglio nominare, e curiosi cominciamo ad ascoltare il concerto che comincia con un trittico di pezzi senza pausa dove si apprezza una voce tipicamente napoletana che Andrè la usava come voleva e in lingua, sempre napoletana, che incanta. Andrè comincia ad interragire con il pubblico con molta simpatia tipica dei showman navigati, leggendo il suo vissuto artistico vediamo che ha fatto molti musical e capisci perchè lo sa fare bene, e con i suoi musicisti sciorina a raffica una serie di pezzi dove si canta “l’Ammore” e le sue radici che affondano nella sua città e nel suo quartiere. Quando sembrava che stava recuperando energia all’improvviso riparte cantando alcuni grandi del passato da Totò a Carosone e assistito da grandi musicisti con arrangiamenti di altissimo livello, onestamente non credo che sono i suoi, ci regala dei momenti musicali notevoli, cosa molto difficile quando si toccano mostri sacri e anche quando ha cantato Pino Daniele non ha utilizzato i soliti pezzi ma uno che mai si sente nei concerti.

Cantando amore, passioni ed identità Andrè da solo canta per ben due ore giocando con la sua voce come fanno artisti navigati nonostante sia ancora relativamente giovane, nessuno nega che è aiutato dal suo patrimonio genetico napoletano, che è supportato dalla lingua napoletana che è la lingua più musicale al mondo, ma non basta per fare un simile spettacolo se non hai qualcosa di tuo importante e lui lo ha.

Andrè ha avuto molto rispetto per Castelnuovo Parano e per la sua comunità informandosi su dove fosse e la sua storia ricordando più volte che era la prima volta che veniva nel Lazio e a questo punto mi permetto con umiltà di consigliargli di rivedere meglio i cenni storici del territorio che lo ospita perchè Castelnuovo Parano è un posto molto aristocratico perchè ha sempre fatto parte della Terra di Lavoro, la provincia più antica d’Europa e la più importante del Regno di Napoli, è la porta d’ingresso della “Terra di San Benedetto” quindi si mangia napolitano, la lingua fa parte della famiglia di quella napoletana e anche se dal 1927 è provincia di Frosinone nella Regione Lazio ci vogliono ancora molti secoli per fargli avere affinità con Montalto di Castro o Manziana.

Andrè non poteva regalarci una grande serata di musica se non aveva alle spalle e al fianco musicisti di altissimo livello che hanno composto un orchestra che non si vede normalmente in una “festa di paese”, nel senso nobile del termine, che fa certamente onore all’artista ma anche a Castelnuovo Parano che ha saputo scegliere bene sostenendo certamente uno sforzo non indifferente. Una menzione parte la parte la merita il batterista che sembrava un veterano ma ha solo 17 anni.

Chiudo facendo una menzione ai fonici che hanno regolato il concerto perchè è raro vedere una professionalità e una capacità così elevata, basta solo dire che abbiamo ascoltato bene le chitarre, c’erano due chitarristi, e la tammorra che in tutti i concerti che vedo, ne vedo molti, sembrano sempre suonati da due manichini e non per colpa dei musicisti.

Claudio Saltarelli

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