“ USQUE TANDEM ABUTERE, Septentrio, PATIENTIA NOSTRA? “
un bell’articolo di lucio castrese che pubblichiamo sempre con grande piacere,
Come potevamo pensare – poveri illusi – che, una volta portata a termine l’unificazione d’Italia, la storia sarebbe stata scritta in maniera diversa da come lo è stata, se, ancora oggi che i mezzi di cui dispone l’ informazione annullano ogni e qualsiasi barriera, rendendo le notizie veramente “contemporanee” in ogni parte del mondo, si continuano ad ignorare le informazioni della cronaca e i fatti quotidiani che sono alla base della vita politica e sociale del Paese?
Non mi riferisco ai soliti luoghi comuni e ai soliti pregiudizi antimeridionali che sembrano costituire il pane quotidiano della maggior parte degli italiani a nord del Tronto (Meridione: parte malata del Paese, tumore da estirpare, vergogna nazionale la cui “ barbarie “ fa sfigurare tutta la nazione, vanificando l’impegno e gli sforzi fatti dal laborioso, educato e “ civile “ Nord per dare dignità alla nazione Italia). Queste, per dirla con Totò, sarebbero “ bazzecole “, “ pinzellacchere “ se paragonate alle ultime deliranti farneticazioni sul tema.
Relativamente alle informazioni che la stampa, nonostante addomesticata, non può fare a meno di riportare, ci si ostina a definire pubblicamente il Sud come un vampiro succhiasangue. E quest’immagine, palesemente falsa perché smentita dai fatti, viene diffusa a livello planetario. Si continua a sostenere che il meridionale è un popolo di parassiti mangiasoldi. Le cronache, però, dicono che, dei 4.860 miliardi di euro stanziati per le ferrovie, 4.800 (cioè quasi l’intero stanziamento) sono stati impiegati da Firenze in su, per sovvenzionare linee ferroviarie economicamente insostenibili, secondo uno studio del Politecnico di Milano, perché, per essere sostenibili, su queste linee dovrebbero passare circa 300 treni al giorno, mentre ne passano appena una trentina. Ah! Se questo fosse avvenuto al Sud!
Ora, visto che il fisco non guarda in faccia nessuno quando si tratta di riscuotere tasse, anche i cittadini del Sud sono sottoposti alla stessa pressione fiscale di quelli del Nord. Ed allora perché, quando si vanno a ridistribuire sul territorio i gettiti provenienti dalle imposte, questi vengono distribuiti in maniera così anomala? Quale parte della nazione approfitta dell’altra?
Che dire poi dei fondi destinati al riattamento delle scuole terremotate, dove il 97% è stato speso al Nord e solo il 3% al Sud, ove la percentuale degli istituti scolastici disastrati era superiore al 50%? Che dire del criterio della “ricchezza del territorio” secondo cui se uno o più geni del sapere insegnassero, per esempio, in un ateneo lucano mentre in uno del Nord insegnasse un illustre sconosciuto, l’ateneo del Sud sarebbe comunque considerato un istituto di infima serie? Di conseguenza, in applicazione di tale principio, anche gli uomini di cultura provenienti da tali territori non sono più degni nemmeno di essere citati nei testi scolastici delle scuole superiori. Figuriamoci ad essere studiati! E così la volontà centrale di mettere in atto la già più volte citata damnatio memoriae della nostra nazione, del nostro popolo e della nostra cultura che, però, non si ha il coraggio di ammettere apertamente, trova subdola ed immediata applicazione nel decreto ministeriale 211/2010, il cui testo non prevede che la voce di poeti, scrittori o romanzieri del Novecento, pur se insigniti di un Nobel, purché nati nel meridione d’Italia, sia presente nei libri delle scuole medie superiori.
E’ ovvio che in un clima dove tutto il buono sta da una parte e tutto il male dall’altra, qualunque scribacchino si senta autorizzato a poter offendere impunemente oltre una trentina di milioni di persone. E così avviene che le teorie del positivismo lombroso-niceforiano scendano addirittura al livello di “ nozioni da sillabario” se paragonate alle deliranti farneticazioni di Maurizio Blondet per il quale tutti gli abitanti del Meridione sono così lontani da ogni forma di civiltà, di cultura, di decenza da essere sopravanzati perfino dalla più primitiva forma di vita umana. Anzi, questi popoli osco-fescennini sono ad uno stadio così astronomicamente primitivo da poter essere ritenuti, singolarmente, degli idioti e formare quindi collettivamente un nuovo soggetto della sociologia:l’Idiota Collettivo … E il Nord che continua a trasferire ogni anno 60 miliardi a questo Sud succhiasangue! … E dalli!
Che dire poi dei vari vernacoli? Se un settentrionale vi apostrofa in piemontese, lombardo o veneto, tutto bene! Ma appena un meridionale – che naturalmente non riesce a concepire se stesso se non come cameriere o servo – osa esprimersi nel proprio dialetto, si sfocia subito nella “maleducazione dialettale” che inevitabilmente finisce per allontanare il turista.
Queste affermazioni, che poi sono delle gravi offese di cui l’autore dovrà pur essere chiamato a dare conto , sono state buttate lì con la certezza che nessuno, invece, ne chiederà soddisfazione.
… E se con la stessa leggerezza qualcuno affermasse che tutte le persone dal Tronto in su sono tutti ebeti, figli di ebeti e genitori di ebeti, costoro avrebbero un guizzo di ribellione o accetterebbero passivamente l’offesa come pretendono, invece, da noi?
Allora, finiamola una buona volta. Fino a quando dovremo continuare a sopportare umiliazioni e disprezzo da persone che, comportandosi come fanno, di sicuro, non dimostrano né di essere le persone civili che vogliono sembrare né, tantomeno, gli intelligentoni del Paese. Essere sgradito a qualcuno sicuramente non fa piacere. Ma altro è dichiarare di non gradire qualcuno, altro pretendere di poter continuare impunemente ad insultarlo, offenderlo e volerlo cancellare dalla faccia della terra, dalle pagine della storia.
Separiamoci, quindi, dalla parte della nazione che non ci ritiene degni di pari stima … Poi vedremo chi riuscirà a sopravvivere! Ma, per favore, ci restituissero prima l’oscurantista ed arretrata monarchia e le altrettanto disastrate ed arretrate condizioni economiche e sociali che avevamo prima che lor signori decidessero di venircene a regalare altre.
Io, per quel che mi riguarda, continuo ad andar fiero della mia meridionalità.
Castrese Lucio Schiano